Adozioni gay
Paolo Crepet

La Stepchild adoption per le coppie omosessuali, oggi al centro del dibattito pubblico, è una proposta di legge fatta “nel superiore e preminente interesse del minore”, ma sono molteplici le implicazioni da valutare. Pro\Versi analizza l’argomento dalla prospettiva del minore, con una video-intervista allo psichiatra e sociologo Paolo Crepet.

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Crepet è favorevole “alle adozioni di bambini che sono nati da un rapporto tra un uomo e una donna, anche laddove quest’uomo e questa donna, in un secondo momento della loro vita […] continuano con una persona dello stesso sesso” perché “quel figlio continua ad essere figlio”. “Cosa diversa è andare in un paese dove è possibile chiedere a una donna di tenere in grembo per nove mesi un bambino. Questa pratica”, afferma Crepet “non la trovo per nulla favorevole a quel bambino”. Lo psichiatra sgombera il campo da affermazioni circa le possibili conseguenze per lo sviluppo psicofisico del bambino cresciuto in una famiglia omogenitoriale, poiché “non ci sono esperienze”, “non si può valutare ciò che succede quando un bambino ha 2, 3, 4 anni. Bisogna aspettare che diventi un giovane adulto, il che vuol dire aspettare vent’anni e al momento questi dati non ci sono”. In generale, Crepet, che non ha pregiudizi positivi né nei confronti delle coppie eterosessuali né nei confronti delle coppie omosessuali, sottolinea come il tema sia quanto mai delicato per lo sviluppo dell’identità personale durante la crescita bambino, quando inizia a chiedersi “Da dove vengo? Dove sono nato? Chi mi ha partorito?”, questi “Non sono problemi che si risolvono solo con l’amore”, conclude lo psichiatra.