Reddito di cittadinanza
Danilo Toninelli

Il deputato del Movimento 5 Stelle, ex vicepresidente della I Commissione Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni, risponde alle domande della Redazione Pro\Versi in merito al Reddito di cittadinanza.

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Il Reddito di cittadinanza, come affermato dallo stesso Toninelli, ha costituito la “prima proposta dei cosiddetti 20 punti per uscire dal buio”, il programma elettorale del Movimento 5 Stelle. L'on. Toninelli sostiene che il reddito di cittadinanza rappresenta un’opportunità per i più svantaggiati, ma sottolinea pure la natura non assistenziale, ma economica, del provvedimento, poiché volto a rilanciare l’economia. Inoltre, “aiuta i più svantaggiati e li libera anche dal cosiddetto ricatto lavorativo, che oggi rende tantissimi milioni di italiani più dalla parte di uno chiavo che dalla parte di un cittadino libero”. Evidenziando ancora la natura non assistenziale, ma economica del reddito di cittadinanza, Toninelli sostiene che “ne acquisisci il diritto solo se partecipi, se entri in un meccanismo di formazione, riqualificazione e accettazione del lavoro […] Questa norma che ri-immette nel mercato del lavoro sfrutta le tue competenze, ti qualifica o ti mantiene qualificato, ti obbliga a studiare, ti obbliga a partecipare a dei corsi, ti obbliga anche a fare delle attività socio-assistenziali nel territorio in cui vivi, ti obbliga ad accettare l’offerta di lavoro una volta che l’agenzia per l’impiego ha trovato per te il lavoro migliore”. Tale misura è utile al rafforzamento del potere contrattuale del lavoratore: il reddito di cittadinanza “permetterebbe [al lavoratore] di dire ‘No’ nel caso in cui il datore di lavoro gli dicesse delle cose che non sono accettabili: gli dicesse di lavorare di più del normale orario di lavoro senza essere pagato o facesse delle richieste che esulano dallo Statuto dei lavoratori o dal contratto collettivo. Significa avere degli uomini e delle donne liberi, che si affacciano al mondo del lavoro, che continuano a lavorare con libertà e dignità. Non sarebbero più ricattabili e il datore di lavoro dovrebbe rispettare le regole”.