Dovremmo vietare i voli aerei brevi per ridurre le emissioni
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Il 2 giugno 2023 la Francia ha fatto da apripista. Con una legge approvata nell’ambito del pacchetto “Climat et Résilience”, il governo ha vietato tutti i voli interni su tratte percorribili in meno di due ore e mezza di treno. Il provvedimento ha subito suscitato scalpore, divisioni e un’ondata di attenzione mediatica internazionale. Ma ha anche posto una domanda centrale per il futuro della mobilità e del pianeta: vietare i voli a corto raggio è davvero una misura efficace per ridurre le emissioni, o è solo un gesto simbolico?

IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Nel contesto della crisi climatica, vietare i voli aerei brevi rappresenta una strategia concreta e immediatamente applicabile per ridurre le emissioni.
Vietare i voli a corto raggio è una misura più simbolica che efficace. Questi voli contribuiscono solo per il 5% al consumo di carburante totale.
Vietare i voli brevi è un messaggio politico e culturale potente. Un invito a ridisegnare il nostro modello di mobilità secondo criteri di sostenibilità e responsabilità.
Il divieto dei voli brevi è una misura efficace per ridurre le emissioni
Nel contesto della crisi climatica, vietare i voli aerei brevi rappresenta una strategia concreta e immediatamente applicabile per ridurre le emissioni del settore dell’aviazione. Anche se il trasporto aereo contribuisce per “soli” il 2,5% alle emissioni globali di CO₂, esso è uno dei segmenti a più rapida crescita e con il minor grado di decarbonizzazione. I voli a corto raggio (meno di 500 km) rappresentano una quota significativa dei movimenti aerei – fino al 66% dei voli in Europa – e sono spesso i più inefficienti, poiché gran parte del consumo di carburante avviene nelle fasi di decollo e atterraggio.
L’esperienza francese, dove sono stati vietati voli interni su tratte percorribili in meno di 2,5 ore in treno, dimostra che il treno non solo è una valida alternativa, ma in molti casi è anche più rapido e conveniente. La tratta Parigi-Lione, ad esempio, richiede oltre 3 ore in aereo, ma solo 1h44 in treno, a un costo inferiore e con emissioni 150 volte più basse. Una simile politica, estesa a tratte fino a 4 ore, potrebbe far risparmiare fino a 639.000 tonnellate di CO₂ all’anno solo in Spagna.
La misura risponde anche a criteri di equità: i voli brevi sono spesso utilizzati da un’utenza business o alto spendente, mentre il passeggero medio può beneficiare di collegamenti ferroviari potenziati. Inoltre, come dimostrano studi recenti, i voli privati, spesso usati per tragitti brevissimi, emettono fino a 50 volte più CO₂ per passeggero rispetto al treno. Proibire questi voli rafforza la giustizia climatica e limita il privilegio energetico delle élite.
Dal punto di vista economico, il passaggio dal trasporto aereo a quello ferroviario non comporta necessariamente una perdita netta. Gli studi dimostrano che, se accompagnato da investimenti infrastrutturali, l’effetto sul welfare è trascurabile o persino positivo. Il treno, a parità di distanza, ha una competitività crescente man mano che migliorano le connessioni e diminuiscono i tempi di percorrenza.
L’adozione di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) o l’elettrificazione dei voli richiede tempi lunghi e investimenti colossali. Al contrario, vietare i voli brevi dove esistono alternative ferroviarie mature è un intervento a basso costo, immediatamente implementabile, e con benefici ambientali certi.
Vietare i voli brevi, dunque, non è una misura simbolica ma una politica mirata, giustificata da dati empirici, già testata con successo, e replicabile su scala europea. È un passo necessario per allineare la mobilità ai target climatici del 2030.
Nina Celli, 8 maggio 2025
Vietare i voli brevi è inefficace e potenzialmente dannoso per clima ed economia
Nonostante le intenzioni lodevoli, vietare i voli a corto raggio rischia di essere una misura più simbolica che strutturalmente efficace nella lotta al cambiamento climatico. Gli studi più recenti e completi mostrano che questi voli, pur rappresentando circa il 27% dei movimenti aerei in Europa, contribuiscono solo per il 5% al consumo di carburante totale e a una quota ancora minore delle emissioni globali del trasporto aereo. In confronto, i voli a lungo raggio – che rappresentano appena il 5% dei movimenti – sono responsabili del 39% delle emissioni. Concentrare gli sforzi sui voli brevi distrae risorse e attenzione da interventi più urgenti e strategici.
Il divieto dei voli brevi, inoltre, può produrre effetti collaterali negativi. Secondo uno studio dettagliato sulla Spagna, in assenza di alternative ferroviarie perfettamente integrate, una parte significativa dei passeggeri si sposta sull’automobile privata, aumentando così le emissioni locali, l’intasamento stradale e il consumo di suolo. Un altro studio modellizzato mostra che la riduzione delle emissioni si verifica solo se almeno l’87% dei passeggeri migra effettivamente verso il treno. In caso contrario, la misura fallisce o peggiora la situazione.
Anche il profilo socioeconomico dei passeggeri non è sempre quello di élite o business. In molte zone periferiche e regioni insulari, i voli brevi rappresentano l’unico collegamento veloce con i grandi centri urbani. Vietarli può creare nuove disuguaglianze territoriali, penalizzando aree senza accesso ferroviario adeguato. Lo studio “DESAT” ha messo in luce come le connessioni regionali siano vitali per l’equilibrio territoriale e che vietare indiscriminatamente i voli brevi può danneggiare la coesione socioeconomica, specie se non accompagnato da investimenti compensativi.
Dal punto di vista tecnologico, l’evoluzione verso voli a zero emissioni è già in corso. Aerei elettrici o alimentati a idrogeno sono in fase di sperimentazione per tratte regionali, e diversi studi mostrano che una parte consistente dei passeggeri sceglierebbe questi voli se i costi fossero simili al treno. Vietare tout court i voli brevi potrebbe quindi ostacolare la diffusione e la domanda di tecnologie verdi nel comparto aereo.
I benefici climatici netti sono modesti. L’esperienza francese ha prodotto solo un taglio del 2,6% delle emissioni del trasporto interno. Anche lo scenario più ottimistico in Spagna porta a una riduzione pari a meno del 0,5% delle emissioni nazionali. In compenso, le perdite economiche per il settore aereo, gli aeroporti regionali e le attività collegate possono superare i 700 milioni di euro.
Il divieto dei voli brevi, dunque, appare più come una misura ad alta visibilità che ad alto impatto. Senza una rete ferroviaria capillare, investimenti paralleli e un piano tecnologico coerente, il rischio è di compromettere l’efficienza del sistema di trasporti e generare effetti climatici e sociali non intenzionali. Meglio puntare su incentivi per alternative pulite, tassazione proporzionale alle emissioni e regolamentazione intelligente dei voli privati e di lusso.
Nina Celli, 8 maggio 2025
Il divieto dei voli brevi, anche se misura in parte simbolica, può accelerare la transizione ecologica
Vietare i voli brevi non rappresenta solo un calcolo sull’efficienza ambientale, ma un messaggio politico e culturale potente: ridisegnare il nostro modello di mobilità secondo criteri di sostenibilità e responsabilità. Il trasporto aereo è simbolo di modernità, ma anche di consumo energetico ad alta intensità e disuguaglianza ambientale. Un volo breve Parigi-Lione, per esempio, genera oltre 90 kg di CO₂ a passeggero, contro meno di 1 kg del treno. Vietare queste tratte dove esistono valide alternative ferroviarie significa affermare che il benessere collettivo deve prevalere sulla comodità individuale.
Dal punto di vista etico, questa misura è coerente con il principio di giustizia climatica. Le emissioni del trasporto aereo sono concentrate tra le fasce più abbienti: l’1% più ricco è responsabile di oltre metà delle emissioni globali da volo. I jet privati, in particolare, sono fino a 50 volte più inquinanti del treno. L’adozione di divieti non è un attacco alla libertà individuale, ma una correzione di uno squilibrio sistemico.
Il divieto dei voli brevi è anche un acceleratore di innovazione e pianificazione integrata. Francia e Spagna stanno già testando l’integrazione tra ferrovie e aeroporti, dimostrando che è possibile sostituire efficacemente molte tratte con l’alta velocità ferroviaria. Questo genera nuove opportunità per l’economia del trasporto pubblico e riduce la congestione aerea, con benefici anche in termini di sicurezza e puntualità.
Sul piano della comunicazione climatica, queste misure sono essenziali. Interventi ad alta visibilità generano attenzione mediatica e aumentano la consapevolezza sociale. Uno studio pubblicato su “Nature” sottolinea come i provvedimenti legislativi che toccano abitudini di consumo visibili (come i voli brevi) abbiano un impatto positivo sulla percezione dell’urgenza climatica e sulla volontà politica di agire anche su altri fronti.
Il divieto rappresenta un banco di prova per le future politiche climatiche. Se i governi non sono in grado di regolare i voli di 45 minuti che possono essere sostituiti da un treno, come potranno affrontare la transizione dei settori industriali pesanti o dell’agricoltura? Le scelte semplici e simboliche sono spesso il primo passo necessario per costruire consenso intorno a riforme strutturali più profonde.
Nina Celli, 8 maggio 2025