Il fatto che il Giappone, sin dagli inizi del ’45, fosse virtualmente sconfitto non significa che fosse sul punto di arrendersi. D’altra parte, è indubbio che i lanci delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki costrinsero i giapponesi alla resa.
Personalmente ritengo che l’unico modo con cui gli Stati Uniti avrebbero potuto evitare lo scontro con il militarismo fascista giapponese e far accettare ai giapponesi la resa fu quello di minacciare la completa distruzione di tutto ciò a cui tenevano: le loro case, i loro templi, la storia del loro paese.
Se i capi giapponesi avessero deciso di arrendersi in base alla condizione che l’imperatore fosse lasciato al suo posto, avrebbero dovuto consultare gli Stati Uniti. Ma i veri decisori di Tokyo non cercarono mai, né direttamente né indirettamente, di prendere qualsiasi contatto con il governo degli Stati Uniti per trattare la resa, se non dopo Nagasaki.
Se il Giappone era già sconfitto agli inizi del ’45, e quindi si sarebbe in ogni caso arreso, non dovremmo giudicare immorali anche gli attacchi a Okinawa, che causarono più morti dei bombardamenti atomici?