Il percorso spirituale del Cammino risulta misterioso in alcuni passaggi e, in generale, eccessivamente lungo

Contenuti non sono segreti

Contro le critiche secondo cui i testi di riferimento del Cammino siano stati per molti anni inavvicinabili e segreti, interviene, durante la conferenza stampa per la presentazione dei nuovi Statuti del Cammino Neocatecumenale (riportata da Stefano Caredda, Cammino neocatecumenale: e le catechesi? Kiko: “Sono approvate da tempo”, “korazym.org”, 14 giugno 2008), lo stesso Kiko Argüello, che chiarisce il perché, per anni dopo il 2003, non siano stati pubblicati documenti ufficiali e definitivi:

“Perché una volta esaurito quell’iter [quello per esaminare le catechesi neocatecumenali, avviato nel 2003 dalla Santa Sede, ed esaminato in ultimo da una Commissione presieduta da monsignore Tarcisio Bertone, nel 2008 Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, NdR] ci venne detto che per la pubblicazione si era pensato di attendere gli studi svolti dalla Congregazione per il Culto Divino sulla liturgia e dalla Congregazione del Clero per la pastorale catechetica, in modo da fare una pubblicazione unica. E ancora stiamo aspettando. […] sappiamo che il papa vuole ora che anche le catechesi diventino pubbliche, indipendentemente dagli studi degli altri dicasteri: un desiderio, quello del Santo Padre, […] che ci è stato confermato dal segretario sostituto di Stato, monsignore Filoni. […] Non sappiamo con quali tempi, dunque, ma presto la pubblicazione degli Orientamenti alle équipes di catechisti sancirà l’ultima fase del percorso di approvazione dei contenuti teologici del Cammino”.

Un cammino misterioso e “troppo lungo”

Nell’articolo L´exploit dei neocatecumenali. Kiko, Carmen e i faraoni, pubblicato su “L’Espresso” (n. 34, 15-22 agosto 2002), il teologo e scrittore Sandro Magister esprime alcune perplessità legate alla durata e all’essenza del percorso all’interno del Cammino:
“Il Cammino Neocatecumenale è il più misterioso ed esplosivo dei nuovi movimenti cattolici. I suoi capi sono inavvicinabili e i suoi testi sono top secret. Non solo i censori vaticani del Sant´Uffizio hanno dovuto sudare per averli in visione, ma persino agli adepti non vengono mai dati in mano. Perché il Cammino deve restare segreto anche a chi vi si avventura, come fosse un percorso iniziatico che dev’essere svelato per gradi. Può durare vent’anni, trenta, o anche più. Nello statuto approvato dal Vaticano la parola fine non c’è. Una volta partita, una comunità neocatecumenale è per sempre. L’inizio è in incognito. Sulla facciata di una chiesa parrocchiale compare un cartello con scritto ‘Catechesi per adulti’ e gli orari, due sere la settimana per sette settimane di fila. C’è anche un´immagine della Madonna dipinta da uno spagnolo di nome Francisco Argüello, per gli amici Kiko, che dei neocatecumenali è il fondatore. Ma nessuno lo dice. Né si dichiarano subito per quello che sono i due catechisti venuti da fuori, accompagnati da un prete. Il corso si conclude con una tregiorni di ritiro e solo all´ultimo giorno arriva lo svelamento. Chi ci sta, sa che da lì in avanti è entrato nel Cammino Neocatecumenale, per diventare un ‘cattolico vero’. Sa che migliaia di altre comunità come la sua, nel mondo, sono nate così e anch’esse stanno facendo Cammino, chi più avanti chi indietro. Sa che i suoi capi supremi sono Kiko e una ex suora di nome Carmen Hernández, anch’essa spagnola”.

 

Segretezza del Cammino

Nel volume Neocatecumenali. Sul viale del tramonto (Aa.Vv, Edizioni Segno, 2011, pp. 35-37), curato da don Umberto Bonincontro, sacerdote presso la parrocchia Madonna delle Grazie di Modica, una testimonianza anonima (per ragioni di prudenza e privacy) svela come si entri “nel Cammino Neocatecumenale all’insegna del mistero. Generalmente si approda alle catechesi iniziali per invito personale o perché da qualche parte si è letto un cartello con su scritto: ‘CATECHESI PER ADULTI’. All’inizio, quando il Cammino era poco conosciuto, niente lasciava intendere che si trattasse di una esperienza totalizzante, destinata a durare per tutta la vita; anzi si diceva alla gente che si trattava di un periodo limitato nel tempo; un periodo di crescita nella vita spirituale, alla riscoperta del proprio battesimo, e che alla fine di tale periodo le comunità si sarebbero sciolte, per consentire alle persone un loro inserimento pieno nella vita della parrocchia. […] Non ci sarà mai un vero inserimento nella vita della parrocchia! Praticamente non solo i cosiddetti ‘lontani’, ma anche quanti frequentano regolarmente la chiesa, se entrano nel Cammino, solo dopo l’elezione, cioè dopo una trentina d’anni saranno ritenuti ‘neofiti’, cioè ‘neonati’ nella fede, costretti quindi a piegare sempre la testa ai loro catechisti laici”.

Sulla segretezza del Cammino interviene anche Enrico Zoffoli, presbitero e teologo, in una lettera del 22 febbraio 1994 al direttore di Radio Maria, padre Livio Fanzaga (Lettera al direttore di Radio Maria. Ancora sul Cammino Neocatecumenale, “radiospada.org”, consultato il 20 luglio 2015):

“Cominciando dalla terminologia, la voce ‘cammino’ è suggestiva, ma equivoca. Non basta muoversi, bisogna sapere dove si va. […] Il Cammino prepara ad un nuovo battesimo. Benissimo. Ma di quale battesimo si tratta? Si parla di ‘battesimo’ anche dalle molte sètte protestanti, dai testimoni di Geova e dalle tante altre società pseudomisteriche, quale rito d’iniziazione... Ora, il ‘nuovo battesimo’ dei Neocatecumeni è realmente e integralmente cattolico, almeno dal punto di vista (assolutamente primario) dei contenuti della fede? È quanto resta da esaminare. […] Altro lato negativo […] è la segretezza di questi contenuti. Nessuno potrà mai pensare che Kiko-Carmen abbiano da insegnare qualcosa di più vero e di misterioso del depositum fidei esposto, difeso e divulgato dalla gerarchia cattolica, che non esclude nessuno dal suo messaggio, neppure i più rozzi, prevenuti e ostinati dei suoi nemici”.