L'ingresso di un ente burocratico di stato nelle questioni relative alla valutazione, e alla formazione, rispecchia l'ideologia dominante che tende ad aziendalizzare l'istruzione, parlandone in termini di “capitale umano”.
Un modello standard imposto dall'alto ha come obiettivo il successo formativo degli alunni che, in questa ottica, vengono descritti come i “consumatori” dell'istruzione-merce e definiti in base a un’ idea astratta e preconfezionata. Il sistema educativo viene assimilato, e subordinato, al sistema economico aziendale, incitando alla competitività. Secondo Marco Magli, infatti, “Il reale significato – ampiamente realizzato in Gran Bretagna e Usa – dell’istituire artificialmente un’omologia tra la scuola e l’azienda sta nell’idea che entrambe debbono essere in concorrenza su un mercato, e migliorare se stesse attraverso la competizione. E’ ampiamente noto che tale concorrenza tra scuole determina solamente l’ampliamento delle diseguaglianze tra scuole socialmente favorite e scuole socialmente svantaggiate, aumentando i livelli di segregazione sociale già esistenti” (Marco Magni, Scuola, abbiamo le prove: Invalsi è contro la scienza, “MicroMega”, 18 febbraio 2015)