Il fine della famiglia naturale, alla quale è connessa l’istituzione “matrimonio”, è quello della fecondazione, della procreazione e dell’educazione dei figli.
Se, dunque, il matrimonio come istituzione ha senso solo se l’unione che legalizza permette la procreazione, poiché soltanto una coppia che contempla la complementarietà tra i sessi può essere feconda in maniera naturale, così come espresso dalla Congregazione per la dottrina della fede, “nelle unioni omosessuali sono del tutto assenti quegli elementi biologici e antropologici del matrimonio e della famiglia che potrebbero fondare ragionevolmente il riconoscimento legale di tali unioni. Esse non sono in condizione di assicurare adeguatamente la procreazione e la sopravvivenza della specie umana” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento delle unioni tra persone omosessuali, 2003).
Poiché inadeguata alla procreazione, l’unione omosessuale non può essere famiglia e sarebbe inadeguato riconoscergli lo status giuridico di unione matrimoniale.