L’adesione all’UE è un potente catalizzatore di riforme nei Paesi candidati. Il processo di negoziato costringe governi e parlamenti a adottare standard europei su giustizia, diritti, anticorruzione e governance economica. Ciò rafforza lo Stato di diritto in nazioni spesso reduci da decenni di istituzioni deboli. I sostenitori sottolineano che dare concrete prospettive europee a Ucraina, Moldavia e Balcani significherebbe ancorare irreversibilmente queste democrazie all’Occidente. L’esempio di successo è l’Europa centro-orientale nel 2004: quei Paesi, usciti dal comunismo, in poco più di un decennio trasformarono le proprie leggi e società per aderire all’UE. Oggi si osserva un fenomeno simile: nonostante la guerra, l’Ucraina ha realizzato riforme notevoli in pochi mesi per soddisfare le condizioni poste da Bruxelles (nuove leggi sui media, tutela delle minoranze, potenziamento dell’anticorruzione). Il Parlamento ucraino, incoraggiato dallo status di candidato, ha approvato in tempi record diverse norme, con ampio consenso multipartisan. Questo slancio riformatore, evidenzia la deputata Halyna Yanchenko, mostra la volontà di cambiamento: “mai un Paese ha lottato per la propria identità europea come l’Ucraina sta facendo, perfino sotto le bombe”. Similmente, la Moldavia della presidente Sandu ha accelerato le riforme anti-oligarchiche e pro-EU dopo la candidatura, guadagnandosi lodi dalla Commissione. Nei Balcani, l’Albania e il Montenegro – ritenuti i più avanzati – hanno adottato riforme giudiziarie e anticorruzione importanti, spinte dalla prospettiva concreta di chiudere i capitoli negoziali entro pochi anni. L’allargamento funge dunque da leva democratizzante: senza di esso, paesi come la Serbia o la Bosnia rischiano stagnazione o regressi autoritari. Se invece l’UE premia i progressi con l’integrazione, rinforza le forze riformiste e filoeuropee locali. Esperti evidenziano anche un impatto sociale: i giovani di quei Paesi vedrebbero un futuro in patria anziché emigrare, se l’adesione portasse stabilità e investimenti. “L’UE è un progetto di pace e prosperità che può trasformare le società”, ha dichiarato Marta Kos, Commissaria per l’Allargamento, sottolineando come i progressi di Ucraina e Moldavia nel 2023 fossero “i più grandi mai registrati”. Offrire l’adesione significa consolidare queste conquiste e mettere al sicuro la democrazia in regioni storicamente turbolente. I favorevoli ammettono che il percorso non è facile – la Commissione parla di “processo arduo” e di necessità di “pazienza e costanza” – ma ritengono che la ricompensa valga lo sforzo: un’Europa più omogenea nei valori, libera da autocrazie e allineata agli standard democratici occidentali.
Madeleine Maresca, 12 dicembre 2025