L’allargamento verso Est viene presentato dai favorevoli come un imperativo per la sicurezza dell’Europa. L’aggressione russa all’Ucraina ha dimostrato che lasciare i Paesi limitrofi fuori dall’UE li rende vulnerabili a influenze ostili. Integrare Ucraina e Moldavia è considerato un atto di difesa collettiva: significa estendere la protezione del mercato unico e delle istituzioni UE a nazioni che oggi sono in prima linea contro Mosca. “L’Unione Europea è sempre stata un progetto di pace. È la miglior risposta all’espansionismo violento della Russia”, scrivono i presidenti dei Parlamenti tedesco e ucraino, invocando l’adesione di Kiev. Con l’ingresso di Ucraina, Moldavia e Balcani, l’UE consoliderebbe un anello di stati democratici alleati, riducendo le “zone grigie” sfruttabili dal Cremlino. La presidente moldava Maia Sandu ha più volte detto che l’UE deve dare “chiarezza e impegno” ai candidati, altrimenti quei Paesi rischiano di tornare sotto pressione russa. L’allargamento è dunque visto come investimento strategico: “un imperativo geopolitico”, nelle parole di Ursula von der Leyen, per assicurare una “cintura” di stabilità attorno all’Unione. La Commissione stessa nel 2025 ha ribadito che l’invasione russa ha trasformato l’allargamento in una priorità di sicurezza europea. Con nuovi membri ad Est, l’UE disporrebbe di maggior profondità strategica e peso internazionale: l’Ucraina da sola aggiungerebbe capacità agricole, risorse naturali (es. minerali) e un vasto esercito esperto, rafforzando la deterrenza collettiva. Non a caso, il Consiglio Europeo ha promesso a Kiev che “il suo futuro è nell’UE” anche per inviare a Putin un segnale: l’Ucraina non sarà lasciata in balia di Mosca. Infine, integrare i vicini riduce i rischi di conflitti regionali: i Balcani occidentali dentro l’UE verrebbero vincolati da regole comuni, smussando tensioni etniche che storicamente hanno causato guerre. Nel 2004 l’allargamento ai Paesi ex comunisti ha portato l’Europa a vivere il periodo più lungo di pace e prosperità condivise. Ripetere quell’esperienza ad Est oggi è, secondo i favorevoli, il modo migliore per blindare la pace nel continente e completare l’opera iniziata nel dopoguerra, riunificando finalmente l’Europa libera.
Madeleine Maresca, 12 dicembre 2025