La NSS 2025 segna un deciso ritorno al vicinato come fulcro della sicurezza nazionale statunitense. I sostenitori applaudono questa scelta definendola un atto di realismo geopolitico atteso da tempo. Dopo due decenni concentrati su Medio Oriente e Asia, la nuova strategia riconosce che minacce concrete e immediate per gli USA provengono dall’Emisfero Occidentale e vanno affrontate alla radice. Il documento afferma chiaramente che gli Stati Uniti “reinstalleranno la loro preminenza” nelle Americhe come condizione della propria sicurezza e prosperità. Ciò si traduce, in primis, in un’attenzione prioritaria al confine meridionale e ai Caraibi, ritenuti fronti esposti a traffici illeciti e instabilità. Non è un caso, sottolineano i favorevoli, che l’amministrazione abbia già dispiegato oltre 10.000 soldati e unità navali nelle acque caraibiche per contrastare le “narcolance” dei cartelli della droga e altre minacce transnazionali. Questa proiezione di forza dimostra che Washington fa sul serio: stop al dilagare di fentanyl e gang che ha causato decine di migliaia di morti per overdose negli USA. Di fronte a un traffico di stupefacenti che il solo approccio di polizia non è riuscito a domare, la strategia Trump sostiene l’impiego di metodi più muscolari: la marina USA ha già affondato decine di imbarcazioni dei narcos e “non esclude azioni dirette” contro basi criminali in Paesi come il Venezuela, se necessario. I sostenitori di questa visione ammettono che si tratta di misure dure, ma le reputano giustificate dall’emergenza: “i cartelli vanno affrontati come Al Qaeda dei Caraibi”, ha dichiarato un alto funzionario, sottolineando che si userà tutta la forza occorrente. La dottrina Monroe rivisitata – il cosiddetto Trump Corollary – viene difesa come un “ritorno al buon senso”. Alexander B. Gray, ex consigliere di Trump, la definisce il riconoscimento che la sicurezza della patria parte dal proprio emisfero e che prevenire minacce lì è più efficace che rincorrerle lontano. Invece di disperdere risorse in missioni remote, l’America tornerà a presidiare i propri mari e confini: nessun attore ostile (dai network jihadisti a potenze rivali) deve poter stabilire teste di ponte nel “giardino di casa” USA. Questa enfasi regionale ha anche una logica preventiva: stabilizzando il Centro-Sud America, frenando i collassi economici e le crisi politiche che spingono ondate migratorie, gli USA evitano migrazioni di massa verso il loro territorio. Will Freeman (“CFR”) ha salutato come una “correzione a lungo dovuta” il posizionamento del Western Hemisphere “al di sopra di ogni altra regione”: dopo anni di trascuratezza, sostiene, gli USA fanno bene a occuparsi delle minacce sotto casa propria, che finora hanno pagato in overdose, criminalità e flussi ingestibili. I sostenitori rilevano inoltre che l’approccio emisferico può rafforzare partnership regionali positive. La dottrina di Trump non è isolazionista, notano, ma piuttosto regionalista: vuole “arruolare e ampliare” una rete di Paesi americani disposti a collaborare su sicurezza e crescita. L’idea è che molte nazioni vicine condividono gli obiettivi di ordine pubblico e sviluppo economico: se gli USA offrono investimenti e progetti infrastrutturali (ad esempio in telecomunicazioni, porti, energia), questi partner preferiranno Washington alla Cina. Una maggiore presenza economica USA nell’area – evidenziano gli esperti atlantisti – può essere ben accolta, dato il “desiderio diffuso per più investimenti americani” in settori come telecomunicazioni e portualità. La NSS prevede proprio un impegno di tutto il governo per elevare il ruolo statunitense in tali settori cruciali. L’America Latina cessa insomma di essere retroguardia dimenticata e diventa parte integrante della strategia di potenza USA, con benefici potenziali anche per i vicini: più commercio, infrastrutture e sicurezza condivisa. In sintesi, la NSS 2025 aggiusta la mira della politica estera USA sul bersaglio giusto: il proprio emisfero. Questo focus locale, unito alla disponibilità a usare mezzi energici contro minacce come narcotraffico e immigrazione clandestina, è visto come un approccio concreto e risoluto a problemi reali. Riducendo gli impegni lontani e mettendo ordine “in casa”, gli Stati Uniti possono costruire una base di sicurezza solida sul continente americano – condizione, secondo la NSS, per poi “potersi affermare con certezza dove e quando necessario” altrove. La massima “prima il nostro emisfero” è dunque interpretata dai favorevoli non come egoismo, ma come prioritizzazione intelligente: prima spegni gli incendi nel tuo giardino, poi guardi oltre la siepe. E per l’America, storicamente, il “giardino di casa” coincide con la propria sicurezza nazionale.
Nina Celli, 9 dicembre 2025