La violenza fisica non è espressione politica tutelabile dall’immunità. Anche ammesso il contesto “militante” o “antifascista”, resta centrale la tutela delle vittime e dell’ordine pubblico: se vi sono elementi di fatto (lesioni, concorso, aggravanti), essi vanno vagliati da un tribunale competente, senza che l’elezione sopravvenuta riscriva la gerarchia dei diritti. L’idea che un seggio possa “spostare” la sede naturale del processo a piacimento viene giudicata scivolosa: il giudice naturale non è quello preferito dall’imputato o politicamente più vicino, ma quello determinato per legge. Si contesta inoltre la narrazione simbolica che lega la protezione dell’immunità alla difesa dell’antifascismo o dell’onore del Parlamento: il rischio è confondere il valore delle idee con la valutazione di condotte penalmente rilevanti. Per i contrari, attribuire alla militanza un surplus di tutela processuale crea un differenziale ingiustificato rispetto al cittadino comune, minando il principio di neutralità penale rispetto alle opinioni politiche. Anche il richiamo alla situazione ungherese, pur riconoscendone le criticità, non giustifica secondo questa tesi uno scudo preventivo: esistono rimedi meno invasivi (garanzie procedurali specifiche, monitoraggi, ricorsi sovranazionali) che non incidono sull’eguaglianza dei soggetti davanti alla giurisdizione. Infine, questa posizione sottolinea un profilo etico-istituzionale: l’eurodeputato è funzionario pubblico della rappresentanza e deve essere il primo a rifiutare scorciatoie percepite come “immunità di casta”. Difendere l’onore del Parlamento significa evitare che l’assemblea appaia un rifugio per chiunque abbia pendenze penali pregresse, altrimenti si alimenta l’idea corrosiva che la politica serva a sottrarsi alla giustizia ordinaria. In breve: la rappresentanza popolare non può diventare super-diritto capace di schiacciare pretese punitive legittime; il controllo sul fair trial va esercitato ex post e per via giurisdizionale, non ex ante per via politica.
Nina Celli, 9 ottobre 2025