Un argomento collaterale ma spesso citato dai sostenitori della tesi che Putin sia malato riguarda il presunto utilizzo di controfigure per le apparizioni pubbliche. Questa teoria, inizialmente relegata a blog cospirazionisti, ha guadagnato attenzione quando personalità di rilievo come Zelensky o Budanov l’hanno menzionata apertamente. Nel gennaio 2023, Zelensky ha dichiarato di “non essere sicuro che il Putin attuale sia quello vero”, alludendo al fatto che potrebbe essere un sosia. Budanov ha rincarato la dose sostenendo che il ricorso ai sosia è “questione aperta” e che la Russia userebbe “almeno tre Putin diversi” a seconda delle occasioni. Ma perché ciò avverrebbe? I sostenitori di questa teoria rispondono che sia proprio a causa delle condizioni di salute intermittenti di Putin. Se il leader ha giorni in cui è debilitato o in convalescenza, avrebbe senso – dal punto di vista del regime – “mandare un sosia al suo posto” per non destare sospetti. Si tratta di una pratica di cui si vocifera fin dai tempi di Stalin (anche lui avrebbe avuto dei doppi), ma che nel caso di Putin alcuni ritengono provata da diverse analisi biometriche indipendenti. La rivista canadese “Legion” riporta che esperti giapponesi hanno utilizzato software di riconoscimento facciale e vocale per comparare filmati di Putin: hanno riscontrato somiglianze estremamente basse (anche del 18%) tra il “Putin” presente a certi eventi e quello di riferimento, con differenze notevoli nei tratti del mento, dei lobi delle orecchie e perfino nell’uso della parola “spasibo” (grazie). Tali discrepanze li portano a concludere che “è altamente probabile che queste voci appartengano a persone diverse”. Anche l’intelligence ucraina afferma di aver identificato almeno due sosia di Putin, citando statura e gestualità variabili. Se questa teoria dei doppi fosse vera, sarebbe un fortissimo indizio a favore della grave malattia: significherebbe che Putin non è sempre in grado di apparire e che il Cremlino deve letteralmente “sostituirlo” in alcune occasioni. Ad esempio, quando a ottobre 2023 è rimbalzata la voce di un infarto di Putin seguito da un periodo incosciente, il Cremlino ha diffuso un video di lui a una riunione quel giorno stesso. I teorici dei sosia notano come in quel filmato il Putin mostrato fosse stranamente fresco e senza segni di malessere: “troppo in forma per uno che ha appena avuto un infarto”, insinuano, ipotizzando quindi si trattasse di un attore. Il Cremlino ha definito questa storia un “assurdo totale”, segno che il tema tocca un nervo scoperto. In sostanza, la controfigura viene vista come la prova che Putin non stia bene: se fosse in salute, perché mai usare un doppio rischiando uno scandalo? Alcuni ricordano inoltre che Putin stesso, in un’intervista del 2020, ammise di aver valutato l’uso di un sosia per ragioni di sicurezza in passato (poi rifiutato). Questa ammissione – unita alle voci attuali – fa pensare che la macchina del potere abbia quantomeno predisposto tale soluzione di emergenza. Chi crede alla malattia di Putin ritiene dunque che i sosia siano già in azione, mascherando i periodi di indisposizione o sostituendolo del tutto se la situazione precipitasse. È una tesi estrema, al limite del complotto, ma i suoi sostenitori la collegano logicamente al quadro: un regime autoritario pur di non mostrare debolezze farebbe di tutto, persino mandare un imitatore al posto del vero Putin. Questa possibilità viene citata per rafforzare l’idea che ci sia qualcosa di grave ai vertici russi – perché, dopotutto, se Putin fosse in piena salute non vi sarebbe bisogno di dubbi sulla sua identità. Dunque, l’enigma dei sosia altro non è che un tassello del puzzle che vede Putin seriamente malato e il Cremlino costretto a ingegnarsi per nasconderlo al mondo.
Nina Celli, 7 ottobre 2025