Un punto cardine dei contrari è che, ad oggi, non esista alcuna evidenza concreta e verificabile della presunta malattia di Putin. Tutto si basa su interpretazioni (di video, di agende di medici) e su fonti anonime o di parte, mentre nessun documento medico o conferma diretta è mai trapelato. Inoltre, in un sistema complesso come la Russia, sarebbe quasi impossibile nascondere per anni una patologia grave senza che nulla sfugga. Ad esempio, nessun membro dell’entourage – medici, infermieri, amministratori – ha mai passato ai media una cartella clinica o simili. In altri casi (si pensi all’infermità di Stalin nel 1953 o ai problemi di Yeltsin negli anni ‘90) qualche indizio tangibile emergeva, se non altro dopo la fine del mandato. Con Putin, sinora c’è stato silenzio assoluto. Analisti ammettono che il Cremlino è notoriamente segreto sulla salute dei leader: è un retaggio culturale sovietico, dove perfino le malattie di Brezhnev venivano taciute il più possibile. Però fanno notare che la segretezza, di per sé, non è prova di malattia: è la norma. Putin ha effettivamente coltivato un’immagine di vigore (per contrapporla al Yeltsin malato e alcolizzato), quindi anche piccoli acciacchi – normali per un uomo 70enne – vengono probabilmente celati o minimizzati. Ad esempio, il Cremlino non ammise mai che nel 2012 Putin aveva un serio problema alla schiena, eppure poi si seppe che portava un busto e aveva ridotto i viaggi. Questo mostra che il fatto che non dicano nulla non implica automaticamente un cancro, può essere anche un’ernia o pressione alta. Ci sono spiegazioni che chiariscono molti indizi senza ricorrere a scenari drammatici. Ad esempio, la cosiddetta “andatura da pistolero” di Putin (braccio destro rigido) è stata studiata su “BMJ”: non si tratta di Parkinson incipiente, ma di un riflesso condizionato frutto dell’addestramento da agente segreto, riscontrato anche in ex KGB come Ivanov e Sidorov. Insomma, Putin cammina così perché addestrato a muovere solo il braccio sinistro (lasciando il destro vicino alla fondina), non perché ha il morbo. I video in cui sembra irrigidito e afferra il tavolo? Medici come il dott. Michael Fremderman (citato da “Proekt”) suggeriscono che potesse soffrire di mal di schiena (una condizione cronica plausibile dati i traumi: cadute da cavallo, incidente di hockey nel 2017 in cui fece un ruzzolone sul ghiaccio). Putin stesso ha raccontato di quella caduta e di come si fece male. Quindi, il fatto che ora gesticoli meno o stia più attento potrebbe essere legato a dolori articolari o neuropatici, tipici dell’età. Sul viso gonfio, un analista danese ha ipotizzato che Putin avesse fatto una terapia ormonale per una forma tumorale minore, non terminale, e che questo spiegherebbe il volto paffuto. Ma ciò non significa che stia morendo: potrebbe aver affrontato un tumore curabile (ad esempio alla tiroide) con successo, e ora stare bene. Anche “Novaya Gazeta” in passato scrisse che Putin ebbe un tumore alla tiroide operato nel 2016, poi guarito – indiscrezione mai confermata, ma che andrebbe in senso non catastrofico. Sul fronte comportamentale: Putin ha effettivamente ridotto la presenza fisica e continua a preferire riunioni in video o con distanziamento. Ma ciò può essere dovuto alla sua estrema cautela sanitaria (ha una paura nota del Covid e delle infezioni). Ricordiamo che fece costruire tunnel di disinfezione per i visitatori a Mosca e isolare per due settimane chiunque dovesse incontrarlo di persona. Questa ossessione spiega i tavoli lunghi e le quarantene: non è necessariamente malato, anzi potrebbe essere in buona salute ma ipocondriaco. Alcuni citano anche l’articolo del “New York Times” che definiva la salute di Putin “oggetto di speculazioni luride e possibili propaganda di guerra”, ribadendo che i funzionari USA dicono che non ci sono prove che stia morendo. In un contesto del genere, finché non c’è prova, vale la presunzione di salute. Putin inoltre non ha mostrato vuoti di potere: al contrario, ha gestito eventi complessi (come la crisi del gruppo Wagner a giugno 2023) in prima persona, apparendo a distanza di ore in TV per bollare Prigozhin come traditore – performance difficile da immaginare per un malato terminale. Dunque, i rumors prosperano nel vuoto informativo, ma assenza di evidenza non è evidenza di malattia. Piuttosto, finora abbiamo “evidenza di assenza” di fatti concreti. L’atteggiamento critico è riassunto dalla frase di Katie Stallard (“New Statesman”) citata anche da “Legion”: “non c’è alcuna prova verificabile che Putin sia seriamente malato, tantomeno morto”. L’onere della prova spetta a chi sostiene che Putin sia malato, e finora tale prova non è arrivata. Tutto può essere (nessuno è immortale), ma fino a prova contraria Putin va considerato in salute. Anzi, alcuni ribattono che le voci potrebbero essere un “bumerang”: se dovessero rivelarsi false, rischierebbero di accrescere la percezione di invincibilità di Putin (che appare in pubblico per smentirle). Infine, i contrari evidenziano che anche in passato leader longevi sono stati dati per moribondi troppo presto: si pensi a Fidel Castro, di cui per decenni si disse che stava per morire di Parkinson o altro, e invece è sopravvissuto a lungo dopo il ritiro. Oppure allo Scià d’Iran, di cui CIA e Mossad ignorarono il linfoma fino a rivoluzione avvenuta – segno che a volte le malattie reali restano segrete, ma più spesso quelle immaginate non si concretizzano. È quindi necessario guardare i fatti concreti: Putin è ancora al comando, senza segni evidenti di collasso; tutto il resto sono voci non dimostrate. Finché la situazione resta questa, la tesi più credibile è che Putin non sia affetto da una malattia grave e che i rumor riflettano più i desideri e le percezioni dei suoi oppositori che la realtà dei fatti.
Nina Celli, 7 ottobre 2025