La tesi favorevole trova ulteriore supporto nelle numerose dichiarazioni di insider, servizi segreti nemici e figure vicine al potere russo che, indipendentemente l’una dall’altra, convergono sul fatto che Putin avrebbe seri problemi di salute. In primo luogo, l’intelligence ucraina ha ripetutamente affermato che “Putin è gravemente malato di cancro”. Il generale Kyrylo Budanov, capo della GUR (servizio segreto militare di Kiev), ha rilasciato diverse interviste ai media occidentali (ad esempio “ABC News” e “Sky News”) sostenendo senza mezzi termini che Putin è malato terminale e che “morirà molto presto”. Budanov ha specificato di non basarsi su propaganda, ma su informazioni di intelligence concrete, e ha persino aggiunto dettagli – come che Putin sarebbe in “condizioni psicologiche e fisiche molto cattive”, suggerendo depressione o instabilità mentale come corollari della malattia. Anche il presidente Zelensky, probabilmente informato da questi rapporti, ha più volte lasciato intendere pubblicamente che il tempo di Putin è agli sgoccioli: emblematiche le parole pronunciate a Davos nel gennaio 2023, quando Zelensky ha detto di “non essere sicuro che Putin sia ancora vivo”. A marzo 2025, poi, Zelensky ha lanciato la previsione che “Putin morirà presto, e questa guerra finirà”, detta con tono assertivo quasi fosse una certezza. Dal lato russo, dissidenti e fuoriusciti hanno alimentato il fuoco: il nome più citato è quello di Valery Solovei, ex docente MGIMO e politologo con contatti interni, noto per diffondere retroscena sul Cremlino. Solovei già nel 2020 sostenne che Putin avesse il Parkinson e un cancro e che si sarebbe dimesso entro pochi mesi – cosa poi non avvenuta, minando un po’ la sua credibilità. Tuttavia, Solovei è tornato alla carica a fine 2022 e di nuovo nel 2023: ha dichiarato che “Putin è seguito da medici per un cancro in fase terminale e la fine è vicina”, spingendosi nell’ottobre 2023 ad affermare addirittura che il presidente era già morto e che il Cremlino ne usava un sosia. Sebbene Solovei abbia spesso fatto previsioni poi smentite, il suo insistere su una grave malattia oncologica viene considerato significativo, in quanto rifletterebbe rumors che circolano anche tra le élite russe. Un altro indizio clamoroso è arrivato da un presunto audio registrato di nascosto da un oligarca vicino al Cremlino (diffuso dalla rivista “New Lines” nel 2022): in quella registrazione l’oligarca afferma che “Putin è molto malato, ha una leucemia del sangue”, definendolo anche “fuori di testa” per la guerra. Un membro della cerchia ristretta che parla in questi termini, pur anonimamente, è visto come la conferma che anche all’interno del regime c’è consapevolezza del declino fisico di Putin. A corroborare la tesi vi sono poi valutazioni di ex agenti occidentali: ad esempio Christopher Steele, ex MI6 noto per il dossier su Trump, ha dichiarato a “Sky News” (maggio 2022) che fonti gli riferiscono di un Putin sia “seriamente malato” e che la sua salute “non è chiaro se sia terminale, ma certamente è un fattore in gioco” nella gestione della guerra. Analogamente, il generale polacco in pensione Waldemar Skrzypczak ha sostenuto pubblicamente che “Putin ha un cancro e sta morendo”. Queste prese di posizione evidenziano il fatto che molteplici attori indipendenti, con accesso a informazioni riservate, concordano sul quadro di un Putin malato grave. Pur senza prove documentali (cartelle cliniche, referti) – impossibili da ottenere visto il muro del Cremlino – le dichiarazioni incrociate dei nemici (ucraini), di talpe interne (oligarchi) e di veterani dell’intelligence delineano una narrativa coerente. Dunque, “non può essere un caso” che tutti dicano la stessa cosa: la spiegazione più semplice è che Putin effettivamente sia afflitto da una malattia seria, nota a varie intelligence, e che Mosca cerchi disperatamente di tenerlo segreto per evitare di apparire debole. Questa convergenza di voci informate alimenta la convinzione che “c’è del vero dietro i pettegolezzi”, conferendo alla tesi favorevole una parvenza di credibilità, oltre il semplice gossip.
Nina Celli, 7 ottobre 2025