Per i critici, l’operazione Sentinella dell’Est rappresenta un punto di non ritorno nell’escalation tra NATO e Russia. Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Alleanza atlantica ha autorizzato l’intercettazione e l’abbattimento di droni russi nello spazio aereo di un Paese membro. Secondo il Cremlino, questa è la prova che “la NATO è ormai parte della guerra” (“RaiNews”, “Tgcom24”). Peskov ha dichiarato che l’Alleanza “non ha bisogno di altre prove per essere considerata in guerra con la Russia”, mentre Medvedev ha definito “provocatoria” e “folle” l’ipotesi di creare una no-fly zone al confine polacco-ucraino, interpretandola come passo verso il coinvolgimento diretto. La novità non è solo semantica: il 13 settembre, meno di 24 ore dopo l’avvio ufficiale della missione, un Rafale francese e un elicottero polacco sono intervenuti in Romania per neutralizzare un drone russo (Defense One). Questo è stato letto come la dimostrazione pratica che la NATO non si limita più ad azioni simboliche, ma esercita un ruolo attivo di difesa contro mezzi russi. In passato, episodi simili erano stati gestiti a livello nazionale; ora il coinvolgimento è collegiale e sancito da una missione permanente. Carlo Jean (“Formiche.net”) ha sottolineato che la posizione di Rutte — secondo cui non importa se le violazioni fossero intenzionali o accidentali — riduce i margini di de-escalation. Considerare irrilevante l’intenzionalità significa che anche un errore tecnico potrebbe portare a una reazione militare. Questo approccio, per i critici, aumenta drasticamente il rischio di incidenti incontrollabili. Basti immaginare se un caccia NATO colpisse un velivolo russo entrato per errore nello spazio aereo: sarebbe difficile evitare un’escalation. Inoltre, la missione non ha una durata definita, ma “finché necessario” (“Panorama”). Questo suggerisce l’intenzione di mantenere una presenza armata stabile ai confini con la Russia, creando una situazione permanente di attrito. Per i detrattori, la NATO si sta spostando da una postura di contenimento a una logica di confronto diretto, in cui l’incidente armato non è più un’ipotesi remota ma una possibilità concreta. Dunque, Sentinella dell’Est è una soglia oltrepassata: la NATO, pur presentandosi come difensiva, ha varcato la linea che la separava dal conflitto diretto con la Russia.
Nina Celli, 19 settembre 2025