Il PSNAI 2021–2027 non è nato in un ufficio ministeriale chiuso e distante dai territori. Al contrario, è il frutto di una concertazione estesa che ha coinvolto una pluralità di attori istituzionali: Regioni, Province, Comuni, ANCI, UNCEM. Lo ricorda Fabrizio Rossi (FdI), deputato grossetano e voce autorevole del centrodestra nel dibattito sulle aree interne, che sottolinea come il piano sia stato approvato all’unanimità dalla Cabina di Regia nazionale, un organismo in cui siedono rappresentanti delle autonomie locali e dei principali enti territoriali italiani. Questa approvazione trasversale è un fatto politico rilevante: certifica che il PSNAI non è il prodotto ideologico di una maggioranza, ma una strategia condivisa, faticosamente costruita su un consenso istituzionale ampio. Le parole di Rossi trovano eco nelle cronache locali, come quelle riportate da “Maremma News”, che documentano il voto favorevole non solo di esponenti governativi, ma anche di delegati regionali e provinciali con provenienze politiche eterogenee. Un segnale, questo, che smentisce l’idea di un PSNAI calato dall’alto o imposto da un centro esecutivo insensibile alle istanze del territorio. Anche “CityNotizie”, nel suo approfondimento sul documento Rinnovare le radici, chiarisce che il piano contiene elementi che possono essere ri-orientati e modulati in base alle esigenze regionali e locali, proprio grazie alla sua struttura partecipativa. Questa caratteristica rende il PSNAI uno strumento flessibile, che ogni territorio può utilizzare in maniera diversa, a seconda delle proprie priorità. Ed è proprio questa architettura multilivello – che accoglie e integra la voce delle aree interne – a renderlo politicamente legittimo. Chi lo accusa di essere una resa, dunque, sembra ignorare che il testo è stato discusso, emendato, rivendicato da decine di amministratori locali. Non si tratta di un tecnicismo, si tratta di democrazia. In un momento storico in cui le istituzioni sono spesso accusate di essere autoreferenziali, il PSNAI rappresenta una rara eccezione. È la prova che, sebbene imperfetta, una concertazione tra livelli diversi di governo è possibile e auspicabile. Ridurre tutto a una frase fuori contesto o a una lettura univoca, significa non solo impoverire il dibattito, ma anche mancare di rispetto a chi, da sindaco o assessore, ha partecipato a quella costruzione collettiva. Il PSNAI, così inteso, è un contenitore politico aperto: sta ai territori riempirlo di contenuti, adattarlo, renderlo efficace. Ma per farlo servono responsabilità e visione, non solo opposizione preconcetta. L’alternativa non è la protesta sterile, ma la partecipazione attiva.
Nina Celli, 8 luglio 2025