Un’ulteriore criticità strutturale dell’azione di USAID è rappresentata dagli squilibri nella distribuzione geografica dei fondi, spesso condizionata più da interessi strategici statunitensi che da un’analisi oggettiva dei bisogni umanitari e dello sviluppo sostenibile. Questo orientamento crea una cooperazione selettiva e sbilanciata, che rischia di escludere regioni ad alta vulnerabilità solo perché meno centrali dal punto di vista geopolitico o mediatizzato. Le assegnazioni di USAID sono infatti strettamente legate alla politica estera degli Stati Uniti. Il caso dell’Ucraina è emblematico: dal 2022 al 2024, USAID ha erogato oltre 30 miliardi di dollari in fondi diretti (DBS), più altri 20 miliardi tramite trust fund Banca Mondiale. Sebbene la guerra abbia certamente giustificato un intervento eccezionale, questo ha comportato il dirottamento di risorse da altre aree, come l’Africa subsahariana o il Sud-Est asiatico, dove si registrano carenze strutturali croniche. In Zambia, ad esempio, il taglio di 50 milioni di dollari nel 2025 ha messo a rischio l’intera catena nazionale di distribuzione di antiretrovirali, malarici e antibiotici. Secondo l’OMS, tali fondi coprivano il 25% del fabbisogno nazionale di ARV e garantivano l’accesso a cure per oltre un milione di pazienti HIV+. La sospensione ha generato una crisi sanitaria e proteste internazionali (#DontPunishPatients), dimostrando come le scelte USAID siano talvolta reattive e incoerenti rispetto alla vulnerabilità reale. Un altro esempio è rappresentato dal blocco ai finanziamenti per programmi educativi nella prima infanzia in contesti post-conflitto, come in Sud Sudan o in Siria. Nonostante evidenze sul valore degli investimenti precoci in capitale umano, questi interventi sono spesso sottofinanziati a favore di progetti più visibili, legati a obiettivi di sicurezza o migrazione. L’educazione, che riceve meno del 2% dell’assistenza globale, continua a essere trascurata anche in paesi partner storici. Brookings ha evidenziato nel 2025 che meno dell’1,2% dei fondi globali per lo sviluppo è destinato all’educazione nella prima infanzia, nonostante le prove scientifiche sul suo impatto moltiplicatore. La mancanza di un criterio trasparente per la definizione delle priorità strategiche nei finanziamenti USAID compromette la coerenza complessiva dell’approccio e rafforza la percezione di una cooperazione orientata più a logiche di visibilità politica che a reali bisogni strutturali. Anche in America Latina, storicamente area di influenza USA, i tagli degli ultimi anni hanno lasciato scoperti settori critici come la salute materna e il contrasto alla violenza di genere. Secondo Devex, organizzazioni come World Vision hanno licenziato oltre 3.000 operatori globali, con impatti negativi sulle reti territoriali di protezione e sulla resilienza comunitaria. I progetti per migranti, già sottodimensionati, sono stati ulteriormente ridotti. A livello macro, l’allocazione dei fondi USAID risente di fattori interni come lobbying congressuale, pressioni diplomatiche e interessi strategici. A differenza di agenzie multilaterali, USAID non utilizza modelli di allocazione oggettiva basati su indicatori compositi di vulnerabilità, ma segue spesso priorità negoziate caso per caso tra missioni locali, dipartimenti di Stato e ambasciate. Questo limita la prevedibilità e l’equità dei finanziamenti, penalizzando regioni meno influenti ma ad alto rischio. Questa assenza di trasparenza nei criteri di selezione e la scarsità di meccanismi partecipativi nelle decisioni strategiche contribuiscono a rafforzare una visione “nord-centrica” dell’aiuto, dove gli interessi dei donatori prevalgono su quelli dei destinatari. In molti Paesi, questo alimenta sfiducia, rallenta l’adesione delle comunità e indebolisce l’efficacia complessiva dei programmi. Gli squilibri geografici e le distorsioni nelle priorità di finanziamento mostrano che, senza un ribilanciamento fondato su criteri di equità, impatto e vulnerabilità, USAID rischia di diventare uno strumento di diplomazia selettiva piuttosto che un’agenzia di sviluppo globale equa e coerente.
Nina Celli, 8 giugno 2025