Oltre alla fornitura diretta di servizi, USAID si distingue nel panorama della cooperazione internazionale per la sua capacità di promuovere soluzioni sistemiche scalabili, che superano la logica del progetto isolato per entrare in quella del cambiamento strutturale. Questo approccio, spesso denominato “transformational scaling”, è stato al centro di una proposta lanciata da Brookings Institution nel 2025 e sostenuta da reti internazionali di practitioner e policy maker. Secondo Brookings, l’approccio tradizionale di USAID – basato su una sequenza di progetti a termine, spesso scollegati tra loro – ha mostrato limiti evidenti in termini di sostenibilità. Tuttavia, negli ultimi anni l’Agenzia ha adottato nuove logiche di partnership locale, co-progettazione e scaling regionale. L’iniziativa “Scaling Community of Practice”, avviata con il sostegno USAID, mira a lanciare una campagna globale 2026–2030 per rendere strutturale l’integrazione della scalabilità nei programmi di sviluppo globale. Un esempio concreto di questa evoluzione è offerto dai progetti USAID in Kosovo, dove interventi nei settori giustizia, digitalizzazione fiscale ed energia sono stati disegnati per essere assorbiti da attori locali e multilaterali. Il passaggio di consegne all’International Finance Corporation (IFC), con la piena continuità operativa dei progetti, è un caso raro di “exit strategy” efficace, basata su una reale trasferibilità del know-how e sulla creazione di capacità autonome nei governi beneficiari. La logica sistemica è evidente anche nei programmi educativi e sanitari. In Perù, ad esempio, USAID ha supportato la digitalizzazione del sistema sanitario (SIS) e la costruzione di una base dati nazionale interoperabile, sfruttata per migliorare la pianificazione delle risorse e monitorare le performance cliniche. Questo intervento non si è limitato alla mera donazione di fondi, ma ha generato un salto di qualità nel modo in cui lo Stato peruviano gestisce l’erogazione della salute pubblica. In ambito educativo, gli investimenti USAID nella raccolta e uso di dati per la misurazione dell’apprendimento e il targeting degli interventi sono stati determinanti per molteplici paesi in via di sviluppo. Il supporto alla Global Costing Task Force (GCT), avviato da Brookings nel 2025, ha sottolineato l’importanza della trasparenza dei costi per rendere sostenibile l’espansione dei servizi educativi. Il GCT, sostenuto da USAID, lavora per fornire ai governi strumenti metodologici per costruire piani nazionali basati su dati, migliorando l’efficacia della spesa pubblica e rendendo replicabili modelli di successo. Questi interventi si collocano all’interno di una strategia USAID che mira ad abilitare effetti moltiplicatori: ogni dollaro investito serve non solo per l’erogazione diretta, ma per costruire le condizioni di scalabilità, ownership locale, mobilitazione di capitali esterni e innovazione digitale. In Ucraina, questo approccio ha permesso l’attivazione di trust fund multilaterali per oltre 20 miliardi di dollari, attivati grazie alla trasparenza e ai sistemi gestionali condivisi promossi da USAID. Secondo OCSE e Banca Mondiale, la chiave della sostenibilità negli interventi internazionali è proprio questa capacità di “mainstreaming” sistemico, ovvero di portare innovazioni locali dentro le politiche pubbliche nazionali. E in questo, USAID ha spesso anticipato altri donor, dotandosi di standard tecnici, modelli digitali e partnership pubblico-private replicabili in contesti diversi. Alla luce di queste evidenze, si può affermare che USAID non sia solo un ente di erogazione, ma un architetto istituzionale. Promuove riforme, produce dati, coordina sistemi e mette in condizione i governi di gestire autonomamente interventi complessi. Ridurre il suo ruolo significherebbe indebolire una delle poche architetture esistenti che coniuga innovazione, trasferibilità e impatto su scala.
Nina Celli, 8 giugno 2025