Fin dalla sua istituzione nel 1961, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ha operato come principale strumento della diplomazia di sviluppo americana, raggiungendo oltre 100 Paesi e contribuendo attivamente alla costruzione di capacità locali nei settori della sanità, dell’istruzione, della governance e della resilienza economica. Un primo ambito dove l'impatto USAID è misurabile è quello dell’istruzione. La World Bank, in un rapporto del 2025, ha sottolineato come gli interventi in partnership con USAID abbiano sostenuto un portafoglio educativo da 26,5 miliardi di dollari in 85 Paesi, con benefici diretti per oltre 305 milioni di studenti, tra cui 146 milioni di donne e ragazze. Questo sforzo ha contribuito a ridurre il divario di genere, aumentare le competenze di base in lettura e numeracy e sostenere le economie locali attraverso programmi professionali e tecnici in linea con le esigenze del mercato del lavoro globale. Parallelamente, l’impegno sanitario di USAID ha generato risultati di rilievo. In Zambia, ad esempio, il supporto congiunto di USAID, PEPFAR e PMI ha garantito ogni anno la distribuzione di 14 milioni di trattamenti antimalarici e ha coperto il 25% dell’intera fornitura nazionale di antiretrovirali (ARV). Tuttavia, nel maggio 2025, un taglio di 50 milioni di dollari agli aiuti sanitari USA ha sollevato allarme sociale: il rischio concreto di carenze entro due mesi ha generato la campagna #DontPunishPatients, che ha raccolto migliaia di adesioni da parte di pazienti e operatori sanitari, preoccupati per l’accesso a cure essenziali. L’impatto positivo di USAID si è esteso anche alla governance. In Ucraina, secondo l'OCSE, il sostegno tecnico e finanziario USAID ha facilitato la resilienza economica durante la guerra, permettendo l’implementazione di riforme fiscali, l’attivazione di meccanismi di trasparenza sugli investimenti e il coordinamento dell’aiuto estero. Dall’inizio della guerra, sono stati disbursati oltre 30 miliardi di dollari in Direct Budget Support (DBS), mentre il supporto USAID ha incluso 31 premi attivi in ambito sanitario, alimentare e di governance, come confermato dai rapporti trimestrali del Dipartimento di Stato e del suo Office of Inspector General. USAID ha inoltre sostenuto transizioni responsabili. In Kosovo, il ritiro progressivo è stato accompagnato dal subentro dell’International Finance Corporation (IFC), che ha preso in carico programmi USAID nei settori energia, giustizia e fiscalità, garantendo continuità e rafforzando le capacità locali. Il valore complessivo dei progetti USAID in Kosovo ha toccato 144 milioni di dollari (circa 1,25% del PIL), secondo il Fondo Monetario Internazionale. Nel monitoraggio e nella lotta alla corruzione, USAID si è distinta per rigore. Il suo Office of Inspector General (OIG) nel 2025 ha avviato 208 indagini attive su frodi e abusi in progetti USAID per un valore totale di 80 miliardi di dollari. Alcuni casi, come la frode di 240.000 dollari in Sudafrica o la rivendita di medicine donate in Zambia, hanno generato sospensioni ma anche nuove richieste di riforma, mostrando un sistema di controllo interno funzionale e trasparente. Anche nel settore sanitario globale, l’approccio multilivello di USAID ha reso possibile il coordinamento con OMS, Global Fund e Banca Mondiale. Gli interventi in contesti critici come Siria, Iraq e Palestina hanno incluso cash transfer per alimenti, forniture mediche e assistenza clinica in emergenza, contribuendo alla stabilità di sistemi sotto pressione. L’operato di USAID va oltre la logica dell’aiuto unidirezionale: costruisce competenze locali, promuove accountability, rafforza istituzioni e moltiplica l’impatto attraverso partnership multilaterali. La sua azione è oggi insostituibile in numerosi teatri geopolitici, umanitari e strutturali. La dismissione o riorganizzazione dell’agenzia avrebbe effetti sistemici e potrebbe compromettere decenni di progresso nei paesi partner.
Nina Celli, 8 giugno 2025