L’idea che esista un “asse Washington-Mosca” non solo è infondata, ma risulta profondamente dannosa per la proiezione internazionale degli Stati Uniti. I tentativi di Trump di aprire un canale privilegiato con Vladimir Putin, condotti senza coordinamento con NATO, Unione Europea e alleati storici, hanno generato confusione, diffidenza e isolamento diplomatico. Questo comportamento ha scatenato reazioni critiche nelle capitali europee, che vedono nella strategia trumpiana non un’alleanza funzionale, ma una deviazione dagli interessi occidentali condivisi. Articoli di “Politico”, “Reuters”, “BBC” sottolineano che Trump ha parlato con Putin prima ancora di informare formalmente i partner europei. Il 17 maggio 2025, “Politico” ha riportato che i leader di Francia, Germania e Italia sono stati avvertiti della telefonata con Mosca solo a giochi fatti. Il presidente Macron, in particolare, ha espresso riserve sulla volontà americana di “cedere terreno a Mosca” in cambio di una pace rapida. L’Ucraina, il paese direttamente coinvolto, ha manifestato grande preoccupazione. Zelensky ha dichiarato che “nessun piano che esclude Kiev è accettabile”, mentre membri del suo governo hanno denunciato il rischio che la pace proposta da Trump equivalga a una “resa mascherata”. Perfino il Congresso americano ha reagito con freddezza, con voci repubblicane e democratiche contrarie a concessioni territoriali. Il tentativo di bypassare i canali multilaterali ha inoltre danneggiato l’immagine di Washington come garante del Diritto internazionale. Storicamente, gli Stati Uniti si sono proposti come difensori dell’integrità territoriale e della sovranità nazionale; l’attuale apertura a un negoziato “tra leader” – che esclude principi e trattati – mina questa narrativa. Secondo “Al Jazeera”, Putin stesso ha dichiarato che preferisce trattare con Trump perché “non è vincolato da burocrazie o convenzioni”. Ma proprio questa “libertà” diplomatica rappresenta una forma di erosione delle norme globali. In definitiva, anche se un dialogo Trump–Putin può sembrare pragmatico, esso riduce il peso internazionale degli Stati Uniti, li isola dai loro alleati storici e li espone all’accusa di legittimare l’espansionismo russo. Più che un asse, si tratta di un cortocircuito diplomatico che logora la fiducia globale nell’America come potenza responsabile.
Nina Celli, 21 maggio 2025