Nonostante la retorica positiva che ha circondato le telefonate tra Donald Trump e Vladimir Putin, i fatti dimostrano che non esiste alcun “asse strategico” stabile tra Washington e Mosca. Le dichiarazioni ufficiali, benché ottimistiche, non hanno prodotto accordi vincolanti, né modificato lo status quo del conflitto russo-ucraino. A confermarlo sono numerose fonti internazionali, come “CNN”, “Foreign Policy”, “Reuters”, che evidenziano la distanza tra gli annunci e la realtà diplomatica. Durante la lunga conversazione del 19 maggio 2025, Trump ha parlato di “negoziati immediati” per un cessate il fuoco. Tuttavia, il Cremlino ha mantenuto un tono ambiguo, parlando di un semplice “memorandum di principi”, senza scadenze né impegni concreti. L’assenza di una road map dettagliata o di un documento firmato rende l’intesa solo verbale e di breve respiro. Anche le reazioni europee e ucraine sono indicative. Zelensky ha espresso timore che Trump “si stia accordando sopra la nostra testa”, senza ottenere alcun impegno vincolante da Mosca. In un’intervista alla “BBC”, un diplomatico francese ha parlato di “spettacolarizzazione senza contenuto”. Perfino “Politico”, testata solitamente attenta agli sviluppi conservatori, ha definito l’accordo “un bluff elettorale privo di struttura negoziale”. Un altro elemento rivelatore è la mancata convergenza su sanzioni e trattati. Mentre Trump propone incentivi economici per la pace, il Congresso USA e gli alleati europei continuano a sostenere misure punitive. Questo scollamento interno alle istituzioni americane indebolisce la posizione negoziale di Trump, rendendolo un attore meno affidabile agli occhi di Mosca. L’idea di un asse Washington-Mosca si basa quindi più su una narrativa personalistica che su risultati concreti. Nessun trattato, nessun cessate il fuoco, nessuna concessione territoriale condivisa: la cooperazione, per ora, resta nel dominio della diplomazia verbale. È più corretto parlare di un’illusione di asse, utile a entrambi per guadagni propagandistici interni, ma priva di fondamenta geopolitiche reali.
Nina Celli, 21 maggio 2025