L’esperienza della pandemia da COVID-19 ha evidenziato la fragilità di un sistema basato sull’assicurazione fornita dal datore di lavoro, fonte primaria di copertura per la popolazione in età lavorativa. Le chiusure delle imprese e le restrizioni hanno causato la perdita di impiego – e quindi di copertura sanitaria – per oltre 9 milioni di persone, proprio nel momento in cui i bisogni sanitari aumentavano drasticamente. Secondo uno studio condotto dalla Yale School of Public Health, nel solo 2020, oltre 131.000 decessi da COVID e quasi 78.000 morti da altre cause sarebbero stati evitabili con un sistema sanitario universale. Un’altra analisi ha concluso che un passaggio al modello “single-payer” salverebbe più di 68.000 vite all’anno e comporterebbe un guadagno di 1,73 milioni di anni di vita ogni anno, rispetto all’attuale sistema. Inoltre, un accesso più ampio alle cure comporterebbe solo un modesto aumento della domanda di servizi: uno studio del 2021 prevede un incremento delle visite ambulatoriali tra il 7% e il 10%, e un aumento delle ospedalizzazioni tra lo 0% e il 3%. Questi numeri sono ritenuti sostenibili in rapporto al grande beneficio in termini di vite salvate e salute migliorata. Le ricerche mostrano che la copertura sanitaria universale è associata a una maggiore aspettativa di vita, a tassi di mortalità infantile più bassi, a un maggior successo nella cessazione del fumo, a tassi inferiori di depressione e a un miglior benessere percepito. Più persone si dichiarano in “ottima salute” in paesi con copertura universale. Infine, un’assistenza equa porta anche a un uso più appropriato delle risorse sanitarie: meno accessi impropri ai pronto soccorso e maggiore utilizzo della medicina preventiva. Secondo un rapporto dell’American Hospital Association, l’elevata quota di cittadini non assicurati genera costi evitabili per il sistema, poiché questi tendono a ritardare le cure e a presentarsi in ospedale solo quando le condizioni si aggravano. Questo comporta un onere finanziario rilevante per individui, comunità e strutture sanitarie.