Uno dei principali argomenti a favore della colonizzazione dello spazio è la sopravvivenza a lungo termine dell’umanità. Restare confinati sulla Terra, secondo numerosi scienziati e pensatori, significa esporsi a rischi esistenziali incontrollabili. L’astrofisico Stephen Hawking ha avvertito più volte che, per evitare l’estinzione, l’umanità dovrà abbandonare il pianeta entro 1.000 anni, un termine che ha poi ridotto a 100 negli ultimi anni della sua vita, citando rischi imminenti come guerre nucleari, pandemie, cambiamenti climatici irreversibili, collisioni con asteroidi e l’intelligenza artificiale fuori controllo. La Terra ha già vissuto cinque estinzioni di massa e nulla garantisce che una sesta non possa accadere. Un evento naturale come l’eruzione di un supervulcano o l’impatto di un corpo celeste potrebbe cancellare la vita umana in poche settimane. Colonizzare altri pianeti o creare habitat orbitanti garantirebbe una sorta di “polizza assicurativa” contro la fine della civiltà. Inoltre, il nostro pianeta sta raggiungendo limiti critici di popolazione e sfruttamento delle risorse. Secondo le Nazioni Unite, la popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi nel 2022 e potrebbe raggiungere i 10,4 miliardi entro il 2100. Questo aumento della domanda alimentare, energetica e idrica avrà conseguenze devastanti se non si trova uno sfogo al di fuori della Terra. Marte, ad esempio, potrebbe offrire nuove risorse minerarie e spazio vitale. Anche le limitazioni ambientali sono un argomento forte. Alcuni climatologi sostengono che, se l’umanità continuerà a emettere gas serra al ritmo attuale, il riscaldamento globale supererà i 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, con conseguenze catastrofiche. In questo scenario, trovare un rifugio nello spazio diventa non solo desiderabile, ma necessario.