Un’ulteriore argomentazione contro lo standard aureo riguarda la sicurezza nazionale. Le spese militari richiedono risorse enormi, e la capacità del governo di finanziarle dipende anche dalla flessibilità del sistema monetario. Con una moneta fiat, il Tesoro può emettere obbligazioni, acquistate dalla Federal Reserve, per finanziare rapidamente operazioni militari, modernizzazione tecnologica, logistica e intelligence. Con lo standard aureo, questa possibilità verrebbe drasticamente ridotta. Ogni dollaro speso dovrebbe essere supportato da un equivalente in oro. In caso di guerra improvvisa o crisi internazionale, la mancanza di riserve auree sufficienti potrebbe impedire una risposta tempestiva ed efficace, esponendo il paese a gravi rischi strategici. Attualmente, gli Stati Uniti spendono circa 738 miliardi di dollari all’anno per la difesa, una cifra che rappresenta quasi il 40% della spesa militare globale. Questo impegno copre il mantenimento di circa 800 basi militari in oltre 80 paesi, e un’ampia presenza operativa in aree di crisi. I critici dello standard aureo sottolineano che una simile struttura militare sarebbe insostenibile se vincolata dalla disponibilità di oro fisico. In sintesi, tornare allo standard aureo potrebbe significare dover scegliere tra sicurezza nazionale e disciplina monetaria, un compromesso che molti ritengono inaccettabile in un mondo sempre più instabile.