Uno degli argomenti principali contro il ritorno allo standard aureo è che l’oro, per quanto storicamente riconosciuto come riserva di valore, non è immune da variazioni di prezzo. Il suo valore è influenzato da fattori esterni, tra cui l’estrazione mineraria, la domanda industriale, la speculazione finanziaria e persino l’instabilità geopolitica. A differenza di una banca centrale, l’offerta di oro non può essere regolata in funzione delle esigenze economiche del momento. Questa rigidità crea un problema cruciale: in un contesto di crescita economica, in cui sarebbe necessaria una maggiore quantità di moneta in circolazione per sostenere consumi e investimenti, un sistema basato sull’oro potrebbe non essere in grado di fornire abbastanza liquidità. Di conseguenza, si rischierebbero periodi di deflazione, rallentamento economico e disoccupazione. Inoltre, l’offerta globale di oro è distribuita in modo disomogeneo. Alcuni paesi detengono riserve ingenti, mentre altri ne sono privi. Tornare a uno standard aureo globale significherebbe rafforzare il potere economico di pochi stati a scapito degli altri, rendendo il sistema instabile e vulnerabile a squilibri geopolitici.