La rete crea uno spazio di diffusione e comunicazione che garantisce inclusività, universalità e soprattutto trasparenza. L'auspicio è che ciascuno possa avere libero accesso alle decisioni prese in ambito politico. La trasparenza che si crea è “simmetrica”, vale a dire se è vero che il cittadino rientra in uno spazio virtuale sempre più controllato, anche l'operato dei politici può essere controllato dai cittadini. Uno stato cyberdemocratico è sostanzialmente uno stato trasparente. Ciò garantirà un maggiore senso di responsabilità. Per esempio nel caso della tracciabilità e trasparenza delle operazioni finanziarie gli scopi sono “1) scoraggiare la corruzione e incoraggiare migliori decisioni di bilancio da parte dei politici e dei responsabili amministrativi; 2) ispirare fiducia da parte dei cittadini in uno Stato che non ha 'nulla da nascondere' rispetto a loro; 3) coinvolgere i cittadini nel governo della prosperità mostrando loro con precisione da dove proviene il denaro dello Stato e che direzione prende” (P. Lévy, Verso la cyberdemocrazia, in Dopo la democrazia? Il potere e la sfera pubblica dell'epoca delle reti, a cura di D. de Kerckhove, A.Tursi, Apogeo, 2006, pp. 15-17).