L’introduzione di un UBI senza un’attenta regolamentazione potrebbe attirare flussi migratori non sostenibili, creando tensioni sociali, economiche e politiche. Se un paese offrisse un reddito garantito accessibile a tutti, potrebbe diventare una destinazione privilegiata per migranti economici, aumentando la pressione su infrastrutture, servizi pubblici e mercato del lavoro. Secondo un rapporto del Centre for Global Development (2024), nei paesi con elevata immigrazione, l’UBI potrebbe aggravare le difficoltà legate alla gestione dell’accoglienza e dell’integrazione, portando a un sovraccarico del sistema sanitario, scolastico e abitativo. Il rischio è che un aumento incontrollato della popolazione beneficiaria possa rendere il programma economicamente insostenibile nel lungo periodo. Un altro problema riguarda la disparità di trattamento tra cittadini e migranti. Alcuni governi potrebbero dover limitare l’accesso all’UBI ai soli cittadini, creando un sistema a due livelli che escluderebbe i nuovi arrivati dai benefici economici. Questo scenario potrebbe alimentare sentimenti di discriminazione e tensioni sociali, accentuando il divario tra residenti e immigrati. Secondo il Migration Policy Institute (2024), una gestione poco equilibrata dell’UBI potrebbe aumentare la percezione che il reddito garantito venga sfruttato da stranieri, esacerbando i movimenti politici nazionalisti e anti-immigrazione. Un caso esemplare è quello della Finlandia, dove è stato testato un UBI per disoccupati. Durante la sperimentazione, si è discusso se estendere il programma agli immigrati. Tuttavia, il governo ha concluso che senza restrizioni, il reddito di base potrebbe generare incentivi distorti alla migrazione, aumentando la pressione sul sistema economico e sociale. L’esperimento ha evidenziato che, se l’UBI fosse stato aperto a tutti i residenti senza un adeguato controllo, avrebbe potuto attirare un numero elevato di richiedenti asilo e migranti economici, mettendo a rischio la sostenibilità fiscale del programma. Secondo un’analisi dell’OECD (2024), paesi con un forte stato sociale potrebbero diventare poli di attrazione per i migranti economici, rendendo necessarie misure di controllo sull’accesso all’UBI. Alcune nazioni potrebbero introdurre periodi di residenza minimi prima di concedere il beneficio, mentre altre potrebbero adottare sistemi progressivi in cui l’importo dell’UBI aumenta gradualmente con il tempo. Un ulteriore problema riguarda le differenze tra paesi nell’adozione dell’UBI. Se solo alcune nazioni introducessero un reddito garantito, potrebbero verificarsi spostamenti di massa dai paesi meno sviluppati verso quelli con l’UBI, alterando gli equilibri demografici e creando pressioni politiche su chi finanzia il programma. Un rapporto della World Bank (2024) evidenzia che in un’Europa senza politiche coordinate, l’UBI potrebbe provocare migrazioni interne tra paesi con livelli di protezione sociale differenti, aumentando le disuguaglianze regionali. Un ulteriore rischio è che l’UBI possa favorire l’economia sommersa tra i migranti esclusi dal sistema. Se il reddito garantito fosse riservato solo ai cittadini o a determinate categorie di residenti, molti lavoratori stranieri potrebbero essere spinti verso il lavoro informale, aggravando il problema del dumping salariale e dell’evasione fiscale. Secondo uno studio della London School of Economics (2024), nei paesi con rigidi criteri di accesso al welfare, gli immigrati tendono a inserirsi maggiormente nel lavoro sommerso, aumentando la segmentazione del mercato del lavoro e riducendo la protezione dei diritti lavorativi. Un’alternativa per mitigare questi problemi potrebbe essere un modello di UBI condizionato alla partecipazione lavorativa o alla formazione professionale, garantendo che i beneficiari, inclusi gli immigrati, contribuiscano alla società. Il World Economic Forum (2024) propone di legare il reddito garantito a programmi di integrazione e impiego, incentivando i nuovi arrivati a inserirsi nel mercato del lavoro senza creare distorsioni economiche. L’UBI potrebbe alterare i flussi migratori, attirando un numero elevato di persone nei paesi che lo adottano, con il rischio di aumentare la pressione sui servizi pubblici e creare squilibri economici. Il Centre for Global Development (2024) e l’OECD (2024) evidenziano che l’UBI, se non regolamentato, potrebbe generare tensioni sociali tra cittadini e immigrati. Il caso della Finlandia ha dimostrato che senza restrizioni, il reddito garantito potrebbe incentivare flussi migratori insostenibili. Per evitare questi problemi, potrebbero essere adottate misure di accesso progressivo, criteri di residenza o un UBI legato all’occupazione, garantendo un sistema più equo e sostenibile.
Nina Celli, 12 febbraio 2025