Uno dei principali ostacoli all’implementazione del Reddito Universale di Base (UBI) è il suo costo estremamente elevato. Un rapporto del Congressional Budget Office (CBO, 2023) ha stimato che fornire un UBI di 1.000 dollari al mese a tutti gli americani costerebbe oltre 3,9 trilioni di dollari all’anno, una cifra che supererebbe il budget totale della spesa sociale degli Stati Uniti. Per finanziare un simile programma, i governi dovrebbero aumentare drasticamente le tasse o tagliare la spesa pubblica in settori chiave come la sanità e l’istruzione. Secondo il World Economic Forum (WEF, 2024), il peso fiscale necessario per sostenere l’UBI potrebbe scoraggiare gli investimenti privati, rallentando la crescita economica e riducendo l’attrattiva del paese per le imprese. Alcune proposte alternative suggeriscono di finanziare l’UBI con tasse sulla robotizzazione e sulle grandi aziende tecnologiche, sostenendo che queste industrie beneficiano maggiormente della sostituzione del lavoro umano con l’automazione. Tuttavia, gli esperti temono che queste tasse potrebbero spingere le aziende a delocalizzare le proprie attività in paesi con una fiscalità più favorevole, riducendo così le entrate statali invece di aumentarle. Un’altra proposta è quella di finanziare l’UBI attraverso la ridistribuzione di sussidi e agevolazioni fiscali già esistenti. Secondo uno studio della Brookings Institution (2024), eliminando alcune detrazioni fiscali per le imprese e riducendo il budget destinato ai programmi di welfare tradizionali, si potrebbero recuperare fino a 1,5 trilioni di dollari. Tuttavia, questo non basterebbe a coprire l’intero costo del programma e potrebbe generare nuove disuguaglianze, soprattutto per chi attualmente beneficia di assistenza mirata. Inoltre, l’UBI potrebbe avere effetti controversi sull’inflazione. Secondo un’analisi della Federal Reserve (2023), distribuire ingenti somme di denaro senza un corrispondente aumento della produzione potrebbe portare a un aumento della domanda superiore all’offerta, facendo salire i prezzi di beni e servizi essenziali. Questo rischio inflazionistico è stato osservato anche in piccoli esperimenti condotti in Kenya, dove un aumento della liquidità nella popolazione ha fatto salire i prezzi dei prodotti di base, riducendo il potere d’acquisto effettivo del reddito garantito.
Un’altra questione riguarda la sostenibilità fiscale a lungo termine. Uno studio della London School of Economics (2024) ha sottolineato che un UBI universale potrebbe diventare insostenibile nel tempo, soprattutto in economie con elevata spesa pubblica e debito nazionale. L’analisi suggerisce che un sistema di reddito minimo garantito solo per i più bisognosi sarebbe molto più efficace e sostenibile rispetto a un UBI universale, poiché consentirebbe di concentrare le risorse su chi ha veramente bisogno, riducendo al contempo il costo totale del programma. Un altro modello proposto è quello del reddito di base parziale, che prevede un sussidio garantito più basso rispetto a un UBI universale, ma sufficiente a coprire i bisogni essenziali. Secondo il MIT Economics Review (2024), un UBI limitato a 500 dollari al mese per le fasce di reddito più basse costerebbe meno della metà di un UBI universale e avrebbe comunque un impatto significativo sulla riduzione della povertà. Un possibile vantaggio dell’UBI, tuttavia, è la sua semplicità amministrativa rispetto ai sistemi di welfare tradizionali. I programmi di assistenza condizionata richiedono burocrazia complessa, verifiche del reddito e monitoraggi continui, aumentando i costi operativi per i governi. Un reddito universale, invece, potrebbe semplificare la distribuzione dei sussidi, riducendo i costi amministrativi e migliorando l’efficienza del sistema di protezione sociale. Sebbene l’UBI offra numerosi benefici in termini di sicurezza economica e riduzione della povertà, il suo costo elevato rimane una delle principali criticità. Secondo il CBO (2023) e il World Economic Forum (2024), un’implementazione su vasta scala potrebbe richiedere tasse più alte, tagli alla spesa pubblica o misure di finanziamento alternative, con il rischio di rallentare la crescita economica o generare inflazione. Soluzioni come un UBI mirato ai più bisognosi o un reddito di base parziale potrebbero rappresentare una strada più sostenibile, garantendo i benefici di un sostegno economico senza mettere a rischio la stabilità fiscale.
Nina Celli, 11 febbraio 2025