Senza la ratifica delle modifiche al Mes l’Italia si indebolisce e perde credibilità a livello europeo

Opposizioni di centrosinistra contro la sospensiva del Mes

Il 5 luglio 2023 è stata approvata la sospensiva sull’esame del ddl di ratifica delle modifiche al Mes. Passata con 195 voti a favore e 117 contrari, la sospensiva rinvia di quattro mesi l’esame del testo. Immediate sono arrivate le prese di posizione contro le scelte della maggioranza di governo: “L'unico risultato del governo è bloccare l'entrata in vigore di uno strumento utile e indebolire la credibilità dell'Italia di fronte all'Europa - ha spiegato la capogruppo del Pd Chiara Braga - Non siete in grado di ratificare il Mes perché siete divisi non solo nel governo, ma anche all'interno dei vostri partiti”. Anche Luigi Marattin del gruppo Azione-Italia Viva ha attaccato il centrodestra. Secondo Marattin, nella richiesta di sospensiva “ci sono scritte alcune tra le più grandi falsità che abbiano mai messo piede in una istituzione repubblicana”. Stesse posizioni sono state assunte dal deputato di +Europa Benedetto Della Vedova: "Voi con il vostro sovranismo state trascinando l'Italia a fare una bruttissima figura. Questo rinvio farà bene a Meloni ma non al Paese". Per Riccardo Ricciardi, deputato M5s, il governo fa un giorno da leoni in Italia e cento da pecora in Europa. Ricciardi è convinto che dopo i quattro mesi di attesa si assisterà all’ennesima “giravolta alle spalle degli italiani” (Passa la sospensiva del Mes alla Camera, opposizioni all'attacco, “Ansa”, 5 luglio 2023).

De Luca: “Italia sempre più debole senza ratifica”

Piero De Luca, deputato del Partito Democratico, ha analizzato la questione della mancata ratifica del Mes in un dettagliato articolo pubblicato su “Huffington Post”. Secondo De Luca, la vicenda sta creando enorme imbarazzo all’Italia e rischia di compromettere sia la stabilità dell’intera zona euro che la protezione dei risparmiatori europei in caso di crisi bancarie. “Dopo anni di propaganda e demagogia, ora la destra è costretta a prendere una decisione che la pone di fronte ad un dilemma amletico – scrive De Luca - Fare marcia indietro e perdere la faccia rispetto alle tante bugie raccontate in passato, ratificando finalmente la riforma del MES, oppure far perdere credibilità al nostro Paese e minarne la tenuta finanziaria dicendo no alla ratifica o rinviando sine die questa decisione”. Il governo “ha scelto di non scegliere”. De Luca ricorda che il Partito democratico ha cercato di aiutare il Paese, depositando un disegno di legge di autorizzazione alla ratifica della riforma del MES, ma la maggioranza e il governo hanno preferito “un inedito Aventino, confermando la fuga dalle proprie responsabilità”. Il MES, come precisato nell’articolo, esiste da undici anni e una mancata ratifica della riforma di certo non lo eliminerà. Al contrario, senza approvazione, lo strumento manterrà l’impianto esistente, proprio quello che la destra contesta. De Luca non ha dubbi: “dietro la posizione del Governo e della maggioranza si nasconde una logica meramente propagandistica di una stantia retorica antieuropeista”. Come sottolinea il deputato del Pd, questa retorica va a discapito dell’Italia, che dovrebbe invece stabilire nel minor tempo possibile il percorso di ratifica della riforma del Mes. Nel contributo scritto per “Huffington Post”, De Luca spiega che le ragioni per accelerare il percorso sono innanzitutto di forma, in quanto l’Italia è l’unico Paese a non aver sottoscritto la riforma. E questo può tradursi in una perdita di credibilità e affidabilità all’interno dell’Unione europea. Ci sono poi altre ragioni di tipo sostanziale. La riforma del MES, come spiega De Luca, ha diversi aspetti positivi. Nello specifico, vengono raddoppiate le “linee di assistenza finanziaria preventiva”, predisponendo una nuova ipotesi di credito precauzionale, attivabile attraverso una lettera di intenti che non prevede l’intervento della Troika. È prevista inoltre la garanzia comune (backstop) al Fondo di risoluzione unico delle banche: si stabilisce che il MES, oltre a sostenere la stabilità dei Paesi aderenti, sia dotato anche di un dispositivo di sostegno sotto forma di linea di credito rotativo al Fondo istituito per le crisi bancarie, limitando così i rischi di contagio sistemico. “Ma soprattutto, come chiarito nella lettera del 9 giugno 2023, del Capo di Gabinetto del Ministro Giorgetti, la riforma del MES produce addirittura effetti positivi al nostro Paese – scrive De Luca - Nella misura in cui venisse percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, si legge, porterebbe ad una migliore valutazione di merito del credito degli Stati aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia. In sostanza migliorerebbe la valutazione del rating dei nostri Btp. Per tutte queste ragioni continuiamo a chiedere allora al Governo e alla maggioranza una cosa semplice: procedere all'immediata ratifica in discussione sgombrando il campo per sempre dalle tante falsità ascoltate finora”.
Il deputato dem elenca poi una serie di informazioni a suo dire distorte, messe in circolazione dai detrattori e dalla maggioranza di governo: “È falso che la revisione del MES autorizzi un prelievo forzoso sui conti correnti di famiglie e imprese. È falso che istituisca un meccanismo automatico di ristrutturazione del debito degli Stati. È falso che attivi una sorveglianza macroeconomica permanente in capo al MES o alla Troika. È falso che tolga poteri in materia di governance economica alla Commissione europea. È falso che preveda un meccanismo in grado di aiutare solo le banche tedesche. È falso, inoltre, che obblighi l’Italia a versare 125 miliardi di euro: cifra che invece corrisponde al capitale sottoscritto dal nostro Paese di cui sono stati versati finora più di 14 miliardi. È falso, peraltro, che si discuta della richiesta di utilizzo delle risorse del MES”. De Luca ricorda che è in discussione la ratifica della riforma del Trattato istitutivo del MES, non l’attuazione di una domanda di utilizzo dei suoi fondi. Il deputato ritiene intollerabile anche “l’ultima mistificazione del Vicepremier Salvini”, che sostiene di preferire il debito pubblico nelle mani degli italiani. “Questo argomento non ha nulla a che vedere con la discussione in atto perché la riforma del MES non ha nulla a che vedere con la titolarità del debito pubblico italiano. Il MES non acquista titoli di debito nostrani ma è uno strumento al quale ci si può rivolgere per chiedere prestiti in caso di crisi, in caso di difficoltà economico-finanziarie”, conclude (Il vero effetto Mes: ogni giorno che passa senza ratifica, l'Italia è più debole, “Huffington Post”, 6 luglio 2023).

Livolsi: “l’Italia deve superare l’ostacolo del Mes”

Sulla questione della sospensiva approvata dalla maggioranza è intervenuto anche Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della Livolsi & Partners S.p.A., nella sua rubrica Crea valore dell’agenzia “Dire”, curata da Angelica Bianco: “Il nostro Paese è l’unico degli Stati membri che non ha ratificato il Mes – ha dichiarato Livolsi - Strenua sostenitrice di questa opinione è la premier Giorgia Meloni, che ha ribadito più volte di prendersi la responsabilità di tale decisione. Il timore è che si ripetano le modalità, seppur in forma diversa in quanto rispetto alla sua istituzione del 2012, nel 2018 il Mes è stato modificato, di come fu utilizzato nel passato per aiutare Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna e Cipro”.
Secondo Livosi, alla fine la riforma del MES sarà ratificata anche dall’Italia, dove in vista delle elezioni europee del 2024, la questione è usata in chiave propagandistica dai vari partiti della maggioranza.
Il vero punto centrale, per Livolsi, è il ruolo dell’Italia nell’Unione europea: il nostro Paese ha bisogno dell’Europa per crescere sia a livello economico che sociale. “L’Italia deve essere protagonista e per farlo l’ostacolo del Mes deve essere superato. Non mi riferisco solo all’allargamento ad altri Paesi di condizioni economiche e culturali diverse, ma anche alle prove economiche. L’Europa dovrà dotarsi di una nuova politica industriale in grado, attraverso più strumenti, di mobilitare risorse nazionali e comuni, pubbliche e private. Tutto ciò richiede coordinamento tra le politiche nazionali, tra Bruxelles e le capitali europee. L’Italia sarà certamente all’altezza e tra i Paesi leader dell’Unione, come lo è sempre stata”, conclude (Maria Rita Graziani, Mes, Livolsi: “L’Europa vale la ratifica del meccanismo di stabilità”, “Dire”, 12 luglio 2023).

Visco: “Mes va ratificato”

Sulla mancata ratifica è intervenuto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso della rubrica “Start” su “Sky Tg24”. Visco ha cercato di sdrammatizzare, ricordando l’importanza di procedere con la ratificazione: “Quando c’è stata la riforma del Mes dissi che l’utilizzo non doveva essere percepito come strumento per ristrutturare il debito del Paese perché altrimenti aumenta lo spread; non ero, quindi, contro la revisione ma contro l’interpretazione”, ha spiegato, sottolineando come la revisione sia modesta e sicuramente non peggiorativa. C’è inoltre un nuovo elemento importante: si potranno utilizzare i fondi a disposizione per le crisi bancarie (Enrico Marro, Visco: "Mes, le revisioni sono modeste. Tassi? La fine dei rialzi non è lontana", “Corriere della Sera”, 13 luglio 2023).

Alessandro De Sanctis, 14 agosto 2023

Meloni e Foti: “non è il momento di affrontare la questione Mes”

Alcuni giorni prima dell’approvazione della sospensiva, la premier Giorgia Meloni ha esposto le sue posizioni sulla questione delle modifiche al Mes: “Nel merito non ho cambiato idea, ma quello che ho chiesto è un tema di metodo. Ha senso che noi procediamo a una ratifica senza conoscere quale sia il contesto? Senza sapere quale è la riforma della governance del Patto di stabilità e su mille questioni che sono aperte? Sono sempre stata abituata ad assumermi le mie responsabilità e questo farò anche in questo caso, ma voglio difendere al meglio possibile l'interesse nazionale italiano. E dico a tutto il Parlamento che discutere adesso questo provvedimento non è nell'interesse dell'Italia, poi ognuno farà le proprie scelte e si assumerà le proprie responsabilità”, ha precisato Meloni. Secondo il presidente del Consiglio, l'interesse dell'Italia è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del Patto di stabilità, il completamento dell'Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto dell’interesse nazionale: “Prima ancora di una questione di merito c'è una questione di metodo, su come si faccia a difendere l'interesse nazionale”, ha concluso (Meloni: "Fare gli interessi dell'Italia". Sfida su Mes-Bce. La premier attacca Gentiloni sul Pnrr, “rainews.it”, 28 giugno 2023).

Meloni ha ribadito che è contrario all'interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma del Mes mentre il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell'Unione bancaria. La premier assicura che la ratifica ci sarà, ma il Mes dovrà subire delle necessarie modifiche, perché quando è stato concepito non poteva tenere conto delle ultime crisi internazionali, economiche e della pandemia Covid. Anche il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, è intervenuto sulla questione della sospensiva: “Su questo tema il centrodestra ha una posizione coerente e lineare: ripensare questo strumento, anche alla luce della riforma sulle nuove regole europee, tra cui l'Unione bancaria e il Patto di stabilità” (Pier Francesco Borgia, Mes, ok al rinvio di 4 mesi. "Difeso l'interesse nazionale", “Il Giornale”, 6 luglio 2023).

Lega contraria alla ratifica del Mes

Il leader della Lega, Matteo Salvini, si è dichiarato contrario alla ratifica del Mes. Secondo il ministro delle Infrastrutture, l’Italia dovrebbe evitare di mettersi in mano a fondi e soggetti stranieri: “Non ritengo che ci sia bisogno di mettersi in mano a Fondi stranieri e a soggetti stranieri anche perché 600.000 italiani nei giorni scorsi hanno sottoscritto i buoni del tesoro per più di 18 miliardi di euro – ha dichiarato Salvini - Quindi io preferisco che le infrastrutture italiane, le scuole italiane vengano costruite chiedendo i soldi agli italiani e così il debito rimane italiano" (MES, Salvini ribadisce il no: "Meglio debito pubblico in mano a italiani", “La Stampa”, 23 giugno 2023).
Stesse posizioni contrarie sono state espresse dall’europarlamentare della Lega Antonio Maria Rinaldi a Orvieto ’23, il forum dell’indipendenza italiana organizzato da Gianni Alemanno. Per Rinaldi, il Mes non serve a nulla ed è solo un meccanismo per “garantire il lavoro a 400 persone a Lussemburgo”.
L’eurodeputato si spinge anche oltre, dichiarando che il Parlamento europeo non serve a nulla e che l'Italia “deve riprendersi la sua sovranità nazionale" (Mes: Rinaldi (Lega-Ied), 'serve solo a dare lavoro a 400 persone a Lussemburgo', “Libero Quotidiano”, 29 luglio 2023).

Per Forza Italia il Mes è da rivedere

Anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è intervenuto sul tema del Mes nel corso dell’evento Europa in comune a Roma. Tajani ha spiegato che prima dell’arrivo del Recovery Plan era favorevole al Mes, ma ora non più perché “il regolamento attuale non pone alcun controllo da parte del Parlamento Europeo e della Commissione europea” (Mes, Salvini: "Meglio debito pubblico in mano a italiani". Schlein: "Tema di credibilità", “skytg24”, 23 giugno 2023).
Secondo il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli, le priorità del governo sono altre: “Nessuna polemica con l'Ue, anzi la collaborazione è totale – ha precisato il deputato - Il nostro governo fa bene a far sentire la propria voce. L'Italia deve insistere su temi quali immigrazione (problema comunitario e non solo nostro), il patto di stabilità, i tempi di attuazione della transizione energetica, l'unione bancaria”. Borrelli è tornato sulla tematica nel corso di un'intervista al “Dubbio”: “Il Mes è stato istituito nell'ormai lontano 2012, quando non erano arrivate la pandemia, la crisi delle materie prime, la guerra in Ucraina, la crisi energetica e quando non esistevano i fondi del Pnrr. Era stato ideato per intervenire in caso di crack finanziario dei Paesi dell'Unione. Noi abbiamo sempre obiettato che questo tipo di prestito non gode del controllo da parte della Commissione e del Parlamento” (Pier Francesco Borgia, Mes, ok al rinvio di 4 mesi. "Difeso l'interesse nazionale", “Il Giornale”, 6 luglio 2023).

Alessandro De Sanctis, 14 agosto 2023