La volontà deve essere sempre espressa chiaramente
Francesca Romana Poleggi, direttrice editoriale di “Notizie ProVita”, esprime un parere nettamente contrario al principio del “silenzio-assenso” in materia di donazione degli organi: “dove la legge ci tiene al rispetto della volontà sovrana della persona, il principio ‘chi tace acconsente’ non vale. La volontà deve essere sempre espressa […] Nel campo della donazione degli organi, dove si tratta di atti di disposizione del proprio corpo, la volontà del soggetto disponente dovrebbe essere massimamente tutelata” (Francesca Romana Poleggi, Silenzio-assenso sulla donazione di organi: pericolo di morte, “provitaefamiglia.it”, 21 agosto 2019).
Altre perplessità giungono da Alfredo Mantovano, ex politico e magistrato, che già prima della sua discussione alla Camera, aveva rilevato alcune criticità alla base della legge 91/99 sulle disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e tessuti. È proprio l’ammissibilità dell’istituto del “silenzio-assenso”, in materia di trapianti che Mantovano mette in discussione: egli evidenzia l’inadeguatezza di una procedura concepita per far fronte all’inerzia degli enti pubblici in una materia tanto delicata qual è quella della donazione degli organi; dietro la mancata posizione del cittadino può, infatti, celarsi ignoranza circa i termini della questione. “S’impone una rilettura dell’articolato alla Camera. Né si obietti che in questo modo si umilia l’esortazione alla solidarietà di fronte alle possibilità di salvare vite umane con il trapianto di organi vitali. È vita anche quella di colui che viene di volta in volta individuato come donatore: il quale in ogni caso, quand’anche non vi fossero dubbi sulla definitività della sua morte […] non può essere espropriato forzatamente di parti del corpo. A meno che non si scambi la solidarietà per quel collettivismo di stampo scandinavo che include la disponibilità della vita delle persone, e in particolare di quelle più deboli, perché incapaci di opporsi” (Alfredo Mantovano, Contro il silenzio-assenso alla donazione di organi, “Cristianità”, n. 249, 1996).
Il 25 marzo 1999, Salvatore Macca, presidente emerito della Corte d’Appello di Brescia e presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, pochi giorni prima del voto definitivo al Senato della suddetta legge, dietro sollecito di Nerina Negrello, presidente della “Lega nazionale contro la predazione di organi e la morte a cuore battente”, ha rivolto un appello al presidente della Corte costituzionale, in cui invita a impedire l’approvazione della legge stessa, definita anticostituzionale. La legge è – secondo l’opinione di Macca – in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione (“la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona…”), poiché violerebbe determinati “limiti”, chiedendo al cittadino di compiere un atto (ovvero esprimere la propria opposizione) per sottrarsi a una pratica che non vuole subire, “che per di più riguarda e coinvolge la sfera più intima, più riservata, più sacra della propria individualità o di quella delle persone a lui care o da lui rappresentate”. Viene considerata inappropriata anche l’applicazione del “silenzio-assenso” in materiale di donazione degli organi, poiché da istituto concepito a protezione dei cittadini rispetto all’immobilismo della pubblica amministrazione, diviene a loro discapito, costringendoli a “correre a mettersi in fila, non per chiedere qualche cosa di cui hanno bisogno, ma soltanto per evitare che vengano scippati del loro corpo”. Con la presunzione di assenso si è maggiormente esposti a malpractice, per cui medici potrebbero sostenere che la dichiarazione di dissenso “non c’era o che non l’hanno vista, o trovata o ricevuta”.
Nina Celli, 30 maggio 2023
Autori citati:
Romana Poleggi Francesca
- direttrice editoriale di “Notizie ProVita”
Mantovano Alfredo
- ex politico e magistrato
Macca Salvatore
- presidente emerito della Corte d’Appello di Brescia e presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione