Un argomento che complica il dibattito attorno all’educazione sessuale e di genere nelle scuole riguarda il contenuto del materiale che viene proposto a studenti e studentesse. È difficile, infatti, costruire un corso che sia in grado di tenere conto di tutte le richieste pedagogiche, morali ed educative delle varie culture e religioni che abitano il Paese di riferimento. Un esempio è la richiesta da parte della Chiesa Cattolica di “comprendere esattamente [negli insegnamenti forniti dall’educazione sessuale] la complessità dei diversi elementi (fisiologici, psicologici, pedagogici, socio-culturali, giuridici, morali e religiosi) che intervengono nell'azione educativa” (Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica, Orientamenti Educativi sull'Amore Umano. Lineamenti di Educazione Sessuale, “vatican.va”, I novembre 1983). La richiesta da parte dei movimenti cristiani è quella di riuscire a creare progetti formativi in grado di adeguarsi ai valori promossi dal Vangelo. L’associazione Pro Vita e Famiglia chiede, ad esempio, di proporre un’educazione sessuale che non sia in opposizione con i valori morali che ritengono fondamentali equiparando tutte le forme di famiglia e decostruendo i ruoli tipicamente ritenuti maschili e femminili (Progetti applicati nelle scuole italiane ispirati alla teoria gender, “Pro Vita e Famiglia”, gennaio 2022).Alcuni ritengono sbagliato adottare un approccio scientifico neutrale senza affiancare a esso l’insegnamento dei principi etici fondamentali da seguire secondo le loro credenze (Giornata contro l'omofobia: intervista all'on. Rossano Sasso, Sottosegretario all'Istruzione, “nonsitoccalafamiglia.org”, consultato il 13 luglio 2022). Nel paragrafo 37 dell’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio appare una forte opposizione contro “una certa forma di informazione sessuale, avulsa dai principi morali” (Papa Giovanni Paolo II,Familiaris Consortio, “vatican.va”, 22 novembre 1981, par. 37). Rimane fondamentale, dunque, avvalersi della consulenza dei genitori, in modo da allineare l’educazione fornita al bambino o alla bambina a livello domestico con quella distribuita a livello scolastico.Il dibattito italiano in merito si elabora a partire da istanze provenienti da associazioni legate alla Chiesa Cattolica, o che fanno riferimento al cattolicesimo, che criticano il modo in cui si propone di educare i giovani riguardo la sessualità, salute riproduttiva e identità di genere. Lo stesso argomento si potrebbe però muovere a favore della tutela di altre minoranze culturali e religiose che abitano l’Italia.Margherita Grassi, 26 luglio 2022
Autori citati:
Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica
Pro Vita e Famiglia
D’Amico Giusy
- presidente dell’Associazione “Non si tocca la Famiglia”