La sessualità è una componente importante dell'essere umano, per questo ogni persona ha il diritto di essere informata e di vivere questo aspetto della sua vita in modo libero e consapevole (Cfr.Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA, dicembre 2011, p. 21). L'educazione all'affettività e alla sessualità è una forma di educazione sanitaria ( Educazione all’affettività e alla sessualità, “salute.gov.it”, 17 settembre 2020), per questo deve essere garantito a tutte e tutti un equo accesso a un'adeguata formazione sui temi ad essa legati. La salute sessuale e riproduttiva è considerata infatti, come dichiara la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’Infanzia, un diritto umano fondamentale (Nazioni Unite, Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’Infanzia, “unicef.it”, 1989).È importante accompagnare sin dall'infanzia lo sviluppo psicosessuale del bambino per aiutarlo a prevenire comportamenti sessuali pericolosi. L'educazione sessuale permette dunque di ridurre la diffusione di malattie e infezioni (come HIV o sifilide), gravidanze indesiderate e discriminazione sessuale e di genere. Le informazioni che possono essere utili per prevenire ignoranza, o solo parziale conoscenza, in materia tra i giovani non possono essere reperibili soltanto tramite fonti di tipo informale (come famiglia, amici o Internet). Un'indagine nazionale italiana sulla salute sessuale riproduttiva degli adolescenti (Angela Spinelli, Enrica Pizzi, Marta Buoncristiano, Daniela Pierannunzio, Paola Nardone, Laura Lauria,Indagine nazionale sulla salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti,Convegno Risultati dello Studio Nazionale Fertilità, Ministero della Salute, 19 febbraio 2019) ha evidenziato alcune problematiche che possono aiutare a comprendere l'importanza di garantire all'interno delle scuole l'accesso a corsi di educazione affettiva e sessuale. Questa indagine è stata compiuta su un campione rappresentativo di studenti e studentesse di terza superiore: 16.063 persone appartenenti a 482 scuole diverse. Alla domanda “Dove cerchi informazioni sulla sessualità e la riproduzione?” solo il 20% degli interrogati ha dichiarato di aver cercato informazioni a scuola e solo l’11,5% di aver chiesto il supporto di professionisti e professioniste del settore medico (nel sondaggio originale i dati sono riportati divisi per genere, in questo articolo si è deciso di riportare una media dei due risultati non evidenziando le differenze nelle risposte, sebbene interessanti da analizzare). Ogni interrogato poteva indicare più di una risposta ed è emerso che la maggioranza di loro aveva appreso le conoscenze che avevano in materia attraverso Internet (86,5%), amici (42%) e famiglia (22,5%). Questo studio ha evidenziato due conclusioni rilevanti a favore dell'introduzione obbligatoria di educazione sessuale nelle scuole: da un lato i ragazzi e le ragazze tendono a sopravvalutare le proprie conoscenze (infatti, sebbene l’82% dei soggetti studiati abbia dichiarato di avere informazioni sufficienti per vivere responsabilmente la propria vita sessuale, le risposte fornite al questionario hanno evidenziato molte lacune), dall’altro la famiglia non è considerata un ambiente adeguato dove discutere di questi temi. I genitori, come mostrano i risultati di diversi studi sul territorio europeo, si sentono spesso a disagio e impreparati nel fornire un'educazione sessuale ai propri figli e figlie: difficilmente in famiglia vengono affrontati temi legati allo sviluppo sessuale e riproduttivo, alle malattie sessualmente trasmissibili e ai metodi contraccettivi (Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA, dicembre 2011). Per questo motivo si ritiene fondamentale erogare l'educazione sessuale e affettiva in maniera obbligatoria all'interno della scuola pubblica. L’approccio didattico che è necessario assumere nell’affrontare temi come sessualità, identità di genere e salute riproduttiva deve essere interdisciplinare e olistico per poter garantire una buona e completa educazione.Nonostante si ritenga che la scuola sia lo spazio educativo più adeguato a erogare e fruire di questi momenti formativi, i genitori sono e devono essere coinvolti in questo processo. La Costituzione Italiana, infatti, assegna la responsabilità educativa dei giovani alla famiglia e alla scuola insieme: esistono precise linee guida che stabiliscono la necessità di un rapporto di interazione reciproca tra gli enti formatori (Linee di indirizzo. Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione, consultato il 19 luglio 2022). Le stesse linee guida europee promuovono accanto all’educazione sessuale formale (fornita dagli enti scolastici) quella informale consegnata dai genitori: le due possibilità non sono tra loro in contrasto, ma considerate complementari per lo sviluppo ottimale di consapevolezza e competenza del bambino.Infine, bisogna prendere atto del fatto che gli stessi adolescenti riconoscono proprio alla scuola un ruolo fondamentale nella formazioni su temi legati a sessualità e salute riproduttiva (Angela Spinelli, Enrica Pizzi, Marta Buoncristiano, Daniela Pierannunzio, Paola Nardone, Laura Lauria,Indagine nazionale sulla salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti, Convegno Risultati dello Studio Nazionale Fertilità, Ministero della Salute, 19 febbraio 2019). Avere accesso a un insegnamento di buona qualità permette di avere un impatto positivo sulle dinamiche di genere e sociali legate allo sviluppo della propria sessualità e identità di genere (C. Tanton , K. G. Jones, W. Macdowell, S. Clifton, K.R. Mitchell, J. Datta, R. Lewis et al,Patterns and Trends in Sources of Information about Sex among Young People in Britain: Evidence from Three National Surveys of Sexual Attitudes and Lifestyles, BMJ Publishing Group Ltd., Londra, 1˚ marzo 2015). Un esempio è l’educazione al libero consenso per donne, uomini e persone non binarie che consente ai futuri adulti di avere comportamenti sessuali più responsabili, indipendenti da stereotipi di genere e non pericolosi. L’educazione sessuale e affettiva solo se resa obbligatoria nelle scuole può garantire un equo accesso a informazioni corrette e affidabili.Margherita Grassi, 26 luglio 2022
Autori citati:
Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca