Gli Stati Uniti ricoprono un ruolo preponderante all’interno della NATO, tanto che il suo PIL corrisponde al 52% di quello complessivo di tutti i Paesi membri e che partecipa a oltre il 70% delle spese per la difesa: 738 miliardi di dollari nel 2020 (Stefano Pioppi, La Nato dà i numeri (giusti). Ecco quanto spendono i Paesi dell'Alleanza, “formiche.net”, 19 marzo 2020). La forza economica e militare degli Stati Uniti, nettamente superiore a quella degli altri Stati membri, comporta quindi un peso decisionale superiore all’interno dell’organizzazione, sia in termini di hard power (l’effettiva forza militare messa in campo) che di soft power (la capacità di imporre il proprio pensiero e di proporre la propria lettura degli eventi come dominante e di senso comune). Il peso degli Stati Uniti nell’organizzazione toglie inoltre sovranità allo Stato italiano sotto il profilo economico, politico e militare. La prova materiale di questa subalternità è rappresentata dalla presenza, in Italia, di decine di basi militari utilizzate dagli Stati Uniti come piattaforma delle guerre da loro condotte. Gli Stati Uniti usano le basi sul nostro territorio per conseguire i propri interessi, che spesso sono diversi sia da quelli della NATO che da quelli dei Paesi membri (Cfr. Uscita dell’Italia dalla NATO. Favorevole o contrario?, “proversi.it”, 11 gennaio 2018). L’influenza sulla NATO degli Stati Uniti è senza dubbio rilevante, tanto che gli indirizzi decisionali sono spesso molto influenzati dalle decisioni e dagli approcci dei presidenti americani. La NATO infatti, oltre a tenere sotto controllo gli avversari comuni dell’Occidente (come Russia e Cina), avrebbe come obiettivo quello di limitare il potenziale disaccoppiamento con l’Europa dovuta al progressivo processo di integrazione europeo.
Uno dei temi portati a questo riguardo è infatti quello della formazione di un esercito europeo. Protetta dall’ombrello americano, l’Europa non ha mai effettivamente costituito un proprio esercito, ma per quanto riguarda la difesa internazionale si affida al Patto Atlantico, dato che al momento solo 6 Stati membri dell’Unione Europea su 27 non fanno parte anche della NATO (cosa che potrebbe cambiare con la potenziale entrata di Finlandia e Svezia, lasciando fuori solo 4 Stati europei). In questo modo la forza internazionale dell’Unione Europea risulta però limitata in quanto dipendente dal supporto militare americano(Cfr. Nicolai von Ondarza, Marco Overhaus,Rethinking Strategic Sovereignty, “swp-berlin.org”, 28 aprile 2022).Mario Monopoli, 28 giugno 2022
Autori citati:
Von Ondarza Nicolai
- responsabile della divisione di ricerca UE/Europa
Overhaus Marco
- associato senior nella Americas Research Division