Il decreto legislativo 235/2012 (noto come legge Severino, dal nome dell’allora ministro della Giustizia Paola Severino) regola l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza dai pubblici uffici in caso di condanna in via definitiva a una pena superiore a due anni per delitti non colposi. Il d.lgs prevede anche la sospensione, per un massimo di 18 mesi, dei funzionari degli enti territoriali (regioni, province, comuni, città metropolitane) condannati in primo grado, quindi non in via definitiva (Decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, “Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana”). La norma è parte dell’attuazione di un più ampio progetto legislativo anticorruzione sancito dalla legge 190/2012 (Legge 6 novembre 2012, n. 190, “Normattiva”, 6 novembre 2012). Secondo i promotori del referendum, il decreto è doppiamente problematico (Abolizione del decreto Severino, Referendum Giustizia Giusta, Comitato promotore, consultato il 30 maggio 2022). In primo luogo, la norma sull’incandidabilità ha carattere retroattivo. Questo significa che anche un funzionario regolarmente eletto o nominato, che nel corso del suo mandato viene condannato in via definitiva, è destinato ad essere rimosso dalla sua carica. La seconda criticità riguarda la sospensione dagli uffici per le cariche territoriali a seguito di una sentenza di primo grado: essendo la condanna non definitiva, c’è il rischio di sospendere dalla carica amministratori che verranno poi assolti. In sostanza, gli automatismi dettati dalla normativa disturberebbero la vita politica del paese, scavalcando il volere popolare, creando vuoti di potere temporanei e danneggiando la credibilità degli amministratori locali. A tal proposito, il presidente di Anci, Antonio Decaro, spiega come, spesso, la sospensione ex lege Severino finisca per venire ritirata o scadere al termine dei diciotto mesi, senza che ci siano gli estremi per un’interdizione definitiva. Infatti, la maggioranza dei provvedimenti di questo tipo riguarda reati non gravi, quali l’abuso d’ufficio, e amministratori che si rivelano poi innocenti, ma che riporteranno un danno d’immagine permanente. Secondo Decaro, una riforma della legge Severino è essenziale per restituire credibilità e stabilità alle amministrazioni locali (Decaro: Parlamento o referendum, i Sindaci chiedono di modificare la legge Severino, “anci.it”, 22 febbraio 2022). Votando sì al referendum si lascerebbe la decisione riguardo l’interdizione dai pubblici uffici nelle mani del giudice, che avrebbe discrezionalità di prescriverla a seconda del caso specifico (Abolizione del decreto Severino, Referendum Giustizia Giusta, Comitato promotore, consultato il 30 maggio 2022). Angela Zanoni, 4 giugno 2022