Quando nel 1987 Alma Sabatini presenta le sue raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana (Alma Sabatini, Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna, Il sessismo nella lingua italiana, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma, 1993), il suo scopo principale è quello di mostrare che le scelte linguistiche che i parlanti compiono non sono mai neutre né neutrali. Non è neutrale la scelta di utilizzare il maschile sovraesteso. Se inizialmente proposte come quelle avanzate da Sabatini si sono concentrate esclusivamente sul problema dell’invisibilizzazione del genere femminile, negli ultimi anni il dibattito attorno alla necessità di creare un linguaggio neutro si è affiancato, grazie alle istanze portate avanti dalle comunità queer, alla volontà di trovare una soluzione che sappia riconoscere anche l’esistenza di persone non binarie, cioè individui che non si riconoscono né come uomini né come donne. Le espressioni di genere alternative a quella maschile non possono essere ridotte all’interno del termine “uomo”, perché in questo modo si rischia di incorrere in quello che viene chiamato male bias: quando noi sentiamo e leggiamo parole declinate al maschile siamo portati a pensare che queste rappresentino soprattutto uomini (Janice Moulton, The myth of the neutral “man”, in Mary Vetterling-Braggin, Sexist Language: A Modern Philosophical Analysis, Littlefield, Adams, pp. 100-16, 1981). L’introduzione, nella lingua parlata e scritta, dello schwa (ǝ) permetterebbe di aggirare questo problema costruendo un linguaggio che crei rappresentazioni di soggetti e del mondo più aperte e inclusive.Il linguaggio, infatti, non è soltanto il frutto della storia e cultura dei suoi parlanti, ma ha anche il potere di plasmare le nostre rappresentazioni e il mondo sociale in cui viviamo. La pragmatica contemporanea e gli studi femministi hanno messo in discussione l’idea che il linguaggio abbia un ruolo puramente descrittivo (Claudia Bianchi, Le parole dell’odio, “treccani.it/magazine”, 22 marzo 2022). La lingua non serve solo a descrivere gli oggetti del mondo che osserviamo, ma è in grado di agire su questo. Secondo il filosofo e linguista John Austin (John L. Austin, How to do things with words, Oxford University Press, 1962) quando parliamo, produciamo effetti sul mondo che sono socialmente validi. L’utilizzo dello schwa permetterà di uscire da una prospettiva androcentrica, dove l’uomo rimane il parametro per definire ogni persona umana, e interverrà positivamente sulla nostra società influendo su aspetti come diritti, leggi e libertà (Fabrizio Acanfora, In altre parole. Dizionario minimo di diversità, effequ, Firenze, 2021, p. 42). La lingua italiana marca la differenza tra i generi, quindi usare lo schwa diventa un utile antidoto al sessismo della lingua (Alessandro Chetta, Murgia e Tagliaferri: “Lo schwa? È come il vaccino per il Covid, non cura definitiva ma anticorpo contro il sessismo”, “corriere.it”, 7 dicembre 2021). Questa scelta aiuterebbe i parlanti a vivere in un mondo che non sia più declinato solo al maschile, facendo proliferare ed esistere anche le altre prospettive, femminili e non binarie. Afferma Ella Marciello in una intervista per la rivista Cosmopolitan: “più siamo esposti a determinati messaggi più avremo strumenti per parlare, comunicare e vivere la complessità. E questo si tradurrà nelle nostre azioni, nel modo che abbiamo di approcciare il mondo e le persone che lo abitano” (Gaia Giordano, Il linguaggio sta cambiando con schwa e asterischi, cosmopolitan.com”, I gennaio 2021). Decidere di utilizzare un linguaggio rispettoso del genere significa riconoscere che la comunicazione ha un ruolo fondamentale nella costruzione di una realtà equa e orientata a una reale eguaglianza.Margherita Grassi, 2 maggio 2022
Autori citati:
Moulton Janice
- filosofa del linguaggio e logica, ricercatrice associata presso lo Smith College
Bianchi Claudia
- professoressa ordinaria di Filosofia del Linguaggio
Austin John
- filosofo e linguista inglese
Acanfora Fabrizio
- docente, scrittore e divulgatore
Murgia Michela
- scrittrice
Tagliaferri Chiara
- scrittrice
Marciello Ella
- attivista, membro di Hella Network, associazione nazionale di donne della comunicazione