Luca Boschetto è il fondatore del portale “Italiano inclusivo”. Qui si spiegano le ragioni dietro la proposta dell’uso dello schwa neutro e si danno suggerimenti d’uso pratico del carattere. In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa “Dire”, Boschetto spiega come la sua proposta nasca da un'esigenza personale: quella di trovare una rappresentazione linguistica adeguata a chi si identifica come non binario. Secondo i sostenitori del movimento “Italiano Inclusivo”, i costrutti sociali forzano alla categorizzazione binaria una consistente parte della popolazione mondiale, composta sia da individui fisiologicamente non binari (che costituiscono comunque il 2% della popolazione, più delle persone che hanno i capelli rossi, o più dell’intera popolazione della Russia [in realtà questo dato è un arrotondamento per eccesso della percentuale 1,7%, dall’articolo The five sexes di Anna Fausto-Sterling (1993)]) che da individui che percepiscono un disallineamento tra il sesso biologico e l’identità di genere. Tutte queste persone, allo stato attuale della lingua, sono costrette a una condizione di “invisibilizzazione dell’identità”. Questa condizione è più evidente nei contesti in cui la lingua è molto connotata in senso di genere. L’italiano, una lingua flessiva in cui quasi ogni parte del discorso ha una connotazione di genere o maschile o femminile è particolarmente problematico. Altre soluzioni, secondo Boschetto, non sono praticabili: l’asterisco ha il vulnus di non poter essere pronunciato, mentre l’uso di -u neutrale si avvicina troppo alla terminazione maschile per alcuni dialetti italiani (Annalisa Ramundo, La sfida dello Schwa al maschile-femminile della lingua italiana, “Dire”, 12 febbraio 2021).
Angela Zanoni, 2 maggio 2022
Autori citati:
Boschetto Luca
- fondatore di “Italiano Inclusivo”.