Il Decreto-Legge del 24 novembre 2021, n 172, stabilisce l’estensione dell’obbligo vaccinale a ulteriori categorie (oltre al personale sanitario) a decorrere dal 15 dicembre 2021. Le nuove categorie coinvolte saranno: personale amministrativo della sanità, docenti e personale amministrativo della scuola, militari, forze di polizia e personale del soccorso pubblico. Con il Decreto-Legge 7 gennaio 2022 n. 1 l’obbligo è esteso anche ai docenti universitari. Ciò ha generato delle forti perplessità e Antonello Giannelli — Presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (ANP) — , sottolinea la posizione del personale docente: “sì all'obbligo vaccinale, ma deve essere per tutti, ha poco senso introdurlo in una categoria già vaccinata al 95% se lo si deve mettere, lo si metta per tutti” (Ilaria Venturi, Giannelli "No, al vaccino obbligatorio solo per i docenti", “repubblica.it”, 23 novembre 2021).
Dunque, perplessi, se non contrari. Dai presidi agli insegnanti fino ai custodi, il mondo della scuola non è convinto della strada intrapresa dal governo per rendere il vaccino obbligatorio per la categoria. Mariano Amici, il medico di Ardea sospeso senza stipendio, spiega: “L'imposizione dell'obbligo vaccinale al personale scolastico è un fatto gravissimo. Consiglio a chi è contrario il ricorso, anche se l'esito lo vedremo tardi. I bidelli, professori, presidi non ancora vaccinati contro il Covid e che ritengono di non poterlo fare senza rischi, non si vaccinino. Non si mette a repentaglio la propria salute per subire una imposizione. E per quanto concerne la sospensione dello stipendio Amici spiega che “Purtroppo il professore soccombe […] un governo serio, convinto di fare la giusta azione, dovrebbe rispondere con una soluzione simile al reddito di cittadinanza, trovare una scappatoia al cittadino che non vuole vaccinarsi. O è ricatto.” È incomprensibile - prosegue Amici - l'obbligo limitato ad alcune categorie, perché si crea una disparità fra individui. Se il vaccino protegge, deve proteggere tutti, altrimenti è inutile farlo. Inoltre, la propaganda dice che il vaccino è miracoloso, ma tace sul consenso informato. Infine - conclude – “anche l'Istituto superiore della sanità dice che il vaccino non ti protegge e non impedisce la diffusione del virus. Di fronte a tutto questo, che senso ha imporre la vaccinazione obbligatoria al professore di scuola o alle forze dell'ordine? Non andrebbe imposta a nessuno” (Scuola, medico no vax Amici a prof e bidelli: "Se temete rischi, non vaccinatevi", “adnkronos.com”, 25 novembre 2021).
Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, spiega che non “si può rendere obbligatorio per legge solo per alcune categorie. È qui il problema: l’obbligatorietà selettiva. Siamo convinti che una volta intrapresa la strada vaccinale non la si può interrompere. […] Non ci sto alla criminalizzazione di docenti e del personale scolastico – aggiunge Turi – siamo di nuovo alla gogna mediatica. Ci possono essere situazioni particolari, persone, docenti a cui non può essere somministrato il vaccino, non lo sappiamo. La maggior parte di loro si è vaccinata. Introdurre forzatamentel’obbligo solo per la scuola appare un peso che viene diviso in modo assolutamente diseguale. Ricordiamo quali sono gli elementi di base: riduzione degli alunni per classe; presidi sanitari nelle scuole; sistemi di sanificazione dell’aria nelle aule. Ma nulla ancora di tutto questo è stato fatto. La politica nazionale e regionale è sempre in ritardo. Si parla troppo ma si fa poco. La scuola serve per eliminare le discriminazioni non per crearle ma purtroppo ancora una volta si scaricano addosso problemi che andavano risolti diversamente e in modo preventivo”, conclude il sindacalista” (Obbligo vaccinale, Turi (Uil Scuola): “Non si può criminalizzare il personale scolastico. La scuola serve per eliminare le discriminazioni, non per crearle”, “orizzontescuola.it”, 25 novembre 2021).
L’obbligatorietà selettiva manifesta la sua incongruenza anche con l’obbligo soft di Green pass sul posto di lavoro pubblico in vigore dal 21 settembre 2021, quando invece, in Parlamento tale obbligo non era applicato. A rilanciare per primo il tema è stato il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri: "La vita dei nostri lavoratori e lavoratrici ha la stessa dignità della politica" (Il green pass ancora non è obbligatorio in Parlamento: perché e quando potrebbe diventarlo, “fanpage.it”, 16 settembre 2021).
Anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida solleva la questione in Aula alla Camera: "[…] noi parlamentari non vogliamo alcun privilegio: quello che vale fuori deve valere anche qui dentro. E 'qui dentro' non vuol dire solo il palazzo di Montecitorio o il ristorante della Camera, ma anche questa Aula" (Green Pass Italia, la richiesta: "Obbligatorio anche alla Camera", “adnkronos.com”, 4 agosto 2021).
Inoltre, l’obbligatorietà selettiva risulta essere inapplicabile perché comporta una palese violazione della Direttiva europea n. 78 del 2000: “L’Europa non deve sconfessare se stessa: sull’obbligo vaccinale è giusto che prenda posizione ricordando quanto espresso nel corso degli ultimi 20 anni e anche durante la pandemia”. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nell’annunciare la presentazione di un doppio ricorso contro l’imposizione del vaccino anti Covid-19: uno promosso da Anief per il personale scolastico e uno da Radamante per le forze dell’Ordine e i militari (Obbligo vaccinale docenti e Ata, Pacifico (Anief): violate direttive e trattati dell’Unione europea, pronto un doppio ricorso, “orizzontescuola.it”, 5 dicembre 2021). “Siamo contrari alla vaccinazione obbligatoria perché comporta una palese violazione della Direttiva europea n. 78 del 2000, che introduce il principio del rispetto di ogni norma che possa comportare qualsiasi discriminazione diretta o indiretta, anche per motivi di scelte personali, religiose o convinzioni proprie. Siamo convinti che bisogna rispettare anche l’articolo 19 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, secondo cui occorre combattere le discriminazioni fondate pure sulle ‘convinzioni personali’”. L’obbligo vaccinale presenta molte crepe di cui nessuno parla. A questo punto, ha concluso il sindacalista leader dell’Anief, “chiediamo all’Europa di rispettare le sue indicazioni, […] per questa ragione abbiamo attivato le procedure per ricorrere in tribunale e sospendere l’obbligo del possesso della vaccinazione per tutto il personale scolastico” (Ibidem).
Ad ogni modo le conseguenze per coloro che sul posto di lavoro non sono in regola, sono note: cinque giorni di tempo per dimostrare di essersi vaccinati, in caso contrario scatteranno i provvedimenti, ossia sospensione dal lavoro (il docente verrà sostituito da un supplente) e congelamento dello stipendio. Per riprendere il proprio posto di lavoro e percepire nuovamente lo stipendio, sarà necessario dimostrare di aver avviato o completato il proprio percorso vaccinale individuale. A tal proposito il sindacato lamenta gli effetti futuri dell’obbligo vaccinale, come quello di una futura mancanza di personale (Docente e ATA) a cui i supplenti non riusciranno a far fronte. I sindacati della scuola in particolar modo lamentano la presenza diffusa delle classi pollaio, nessun intervento significativo sull'edilizia scolastica, mancato rispetto della distanza di un metro fra gli alunni, grazie alla possibilità di deroga quando le classi sono numerose e/o le aule piccole, trasporti in condizioni disastrose e imporre la vaccinazione secondo il coordinatore nazionale del sindacato, Rino Di Meglio, significa non intervenire sulle vere cause del contagio nelle scuole (Cristina D'Amicis, Obbligo vaccinale a scuola: c'è chi dice no, “today.it”, 26 novembre 2021).
Benedetta Farinaccia - 4 aprile 2022
Autori citati:
Giannelli Antonello
- presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e alte professionalità della scuola (ANP)
Amici Mariano
- medico di Ardea
Turi Pino
- segretario generale della Uil Scuola
Bombardieri Pierpaolo
- segretario UIL
Lollobrigida Francesco
- capogruppo di Fratelli d’Italia
Pacifico Marcello
- presidente nazionale Anief
Di Meglio Rino
- coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti