Il 13 marzo 2019 il Parlamento Europeo ha approvato, sotto la spinta del gruppo Identità e Democrazia, di stampo sovranista e nazionalista, una risoluzione che chiedeva alla Commissione europea la sospensione immediata del processo di ammissione della Turchia all’Unione Europea. Le preoccupazioni che hanno determinato questa delibera riguardano la progressiva erosione dello stato di diritto, la mancanza di meccanismi di check and balances istituzionali, le violazioni dei diritti umani a danno delle minoranze e il perpetuarsi di misure sproporzionate e arbitrarie in materia di libertà di espressione e libertà di stampa, che sono state evidenziate dal rapporto redatto da una commissione parlamentare creata ad hoc nel 2018. Una simile risoluzione era stata voluta, nel 2016, anche dal Partito Popolare europeo e dai SocialDemocratici, a dimostrazione di quanto il biasimo nei confronti delle politiche turche superi le appartenenze partitiche (Ivo Caizzi, L’Europarlamento contro la Turchia “Stop ai negoziati per adesione a Ue”. Ankara: “Voto senza importanza”, “corriere.it”, 24 novembre 2016). L'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara, in un intervento al Parlamento Europea, afferma che: "Il governo italiano da subito ha annunciato lo stop delle vendite di armi alla Turchia, facciano lo stesso gli altri Paesi europei. Si blocchi ogni finanziamento e si abolisca il processo di adesione all'Ue di chi dimostra di essere la negazione di una prospettiva di pace e dei valori su cui si fonda l'Unione europea" (M5s Europa, ora stop definitivo a procedura ingresso Turchia, “Ansa”, 23 ottobre 2019).
Angela Zanoni - 5 aprile 2022
Autori citati:
Ferrara Laura
- europarlamentare del Movimento 5 Stelle