Compatibilità fra religione islamica e cultura occidentale

La distanza tra Occidente e Islam radicale risiede nella mancata separazione tra Moschea e Stato; nel proselitismo, che rende difficile l’integrazione; nella condizione della donna, che rivela un carattere misogino e oppressivo; nella giustificazione della jihad, individuata nel Corano. L'Occidente si interroga oggi sulla possibilità di instaurare un dialogo efficace con l’Islam moderato.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - La violenza del radicalismo è coessenziale all'Islam

La società islamica è ampia e variegata ed è impossibile categorizzare alla stessa maniera tutte queste persone. La violenza dell'estremismo islamico è ricondotta a cause esogene e contingenti, quali la pressione militare e l'ingerenza politica dell'Occidente in Medio Oriente, nonché il suo strapotere economico e la corruzione. L'Islam radicale, infatti, è un fenomeno politico, non religioso.

L'Islam è una religione violenta che, attraverso il Corano, comanda l'uccisione degli infedeli. La maggioranza degli attentati terroristici sono ad opera di credenti di religione musulmana. Ciò dipende dalla dimensione totalizzante dell'Islam, il cui culto sfocia nella coercizione, se necessario anche violenta. Per l'antropologo René Girard, il cristianesimo occidentale e l'Islam sono antitetici.

02 - Le prime vittime del radicalismo islamico sono gli islamici stessi

I musulmani sono le prime vittime del radicalismo islamico, sia per l'immagine offerta dall'Islam, sia per la perdita di vite umane. La maggioranza delle vittime del terrorismo sono i musulmani moderati mediorientali. Tuttavia, si fanno ricadere tutti i musulmani sotto la categoria dell'Islam radicale, dimenticandone la condizione di vittime.

03 - La rappresentazione occidentale dell'Islam: l'islamofobia è solo uno strumento propagandistico

L'immigrazione massiva, unita alla paura degli attacchi terroristici di matrice religiosa, ha provocato in Occidente un'ondata di xenofobia nei confronti dei musulmani, tanto da indurre a parlare di una vera e propria islamofobia. Tale sentimento viene cavalcato da formazioni politiche di destra per fini di propaganda, portando a identificare tutti i musulmani con il terrorista estremista.

I governi occidentali diffondono la bugia dell'“Islam come religione di pace” e a fare della violenza all'Islam un vero tabù. L'accusa di islamofobia è usata in procedimenti legali secondo la strategia giuridica della “guerra santa attraverso i tribunali”, che sfrutta le leggi di tutela delle minoranze etnico-religiose come un'arma per silenziare chi si oppone all'islamizzazione della società.

04 - Alla società islamica è estranea la laicità, imprescindibile prerogativa della civiltà occidentale

I musulmani liberali rivendicano un’interpretazione ermeneutica dei testi religiosi. I semi di tale impostazione sono nel Corano stesso, che opera una “demitologizzazione” della legge divina, ponendo le basi per una secolarizzazione della società islamica. I musulmani dei paesi occidentali, scelgono in autonomia l’adesione alla fede e costruiscono una doppia identità di cittadino e di fedele.

La separazione tra Chiesa e Stato è prerogativa dei moderni Stati occidentali. Una separazione tra Stato e Moschea è sconosciuta ai paesi islamici. La sovranità popolare deve essere rifiutata dalla democrazia islamica, nella quale la sovranità risiede in Allah e tanto i governanti quanto i cittadini sono egualmente califfi, “rappresentanti di Allah” che devono compiere il suo volere.

05 - All'Islam è estranea la tolleranza religiosa

La tolleranza religiosa è un valore della religione islamica e chi la nega dà un’immagine distorta dell’Islam. Secondo Abul al-Mawdudi, considerato tra i padri dell'integralismo islamico: “non c'è differenza tra cittadino musulmano e non-musulmano per quanto concerne la legge civile e quella penale; e lo Stato Islamico non interferirà con la condotta di vita personale di un non-musulmano”.

I musulmani vogliono imporre il proprio credo e stile di vita a tutta l'umanità, ciò è incompatibile con i valori occidentali. È inaccettabile che gli atei e chi si converte ad altra religione siano ritenuti meritevoli della pena capitale. Seppure le società musulmane permettono ai non-musulmani di conservare la propria religione al prezzo di una tassa, ciò non è tolleranza, ma discriminazione.

06 - Le società islamiche non conoscono il rispetto dei diritti umani

Alle società islamiche si contesta la scarsa considerazione delle donne, ritenute inferiori all'uomo. L’Islam è l'intollerante verso le altre religioni e verso le minoranze dottrinali dell'Islam stesso. Gli atei e chi si converte a un’altra religione non sono accettati dalla società. V’è, inoltre, la mancanza di rispetto dei diritti umani, anche laddove ci sono sistemi giuridici democratici.

07 - Nel mondo islamico non c'è libertà di parola e d'espressione

La libertà di critica è, secondo Abul al-Mawdudi, uno dei diritti fondamentali del cittadino. Essa è valida sia nei confronti del governo, sia verso la religione islamica da parte dei non-musulmani di uno Stato islamico. Tale libertà di critica va esercitata entro i limiti delle leggi statali. La pena capitale per i blasfemi è il frutto di un'interpretazione estrema dell'ayatollah Khomeini.

In occidente, i principi della laicità e della libertà d'espressione hanno portato ad abrogare il reato di blasfemia. Nei paesi islamici, invece, tale comportamento è spesso punito come reato, oppure viene fortemente condannato dalla società. Tale discrepanza è drammatica quando vengono compiute vere vendette per difendere l'onore del profeta anche in paesi non musulmani.

08 - Il baluardo contro il radicalismo islamico è l'Islam moderato

È fondamentale ricorrere alla collaborazione degli islamici moderati, sia per l’integrazione di comunità migranti, sia per il contrasto al terrorismo. Essi sono i protagonisti della resistenza contro il radicalismo islamico. Mostrare come la maggioranza dei musulmani europei sia moderata toglie forza ai movimenti estremisti islamisti e a coloro che strumentalizzano l'islamofobia.

L'Islam moderato non esiste. È questa la tesi di chi, come Oriana Fallaci o Magdi Cristiano Allam, sostiene che “se un musulmano segue i dettami del Corano, non può essere moderato”. Più morbida ma non meno ottimista la linea di chi afferma che l'Islam moderato esiste, ma non ha alcuna influenza nel calderone della società islamica.

09 - Gli Islamici rifiutano di integrarsi nella società occidentale

L'integrazione nella società occidentale è vista dai musulmani come perdita dell’identità. Essi devono trovare una terza via tra l'appiattimento sui valori occidentali e l'esilio in comunità religiose. La cultura islamica dovrebbe dare un contributo alla cultura occidentale. Per attuare una simile fusione, bisogna permettere una doppia identità per i musulmani: al contempo “fedeli” e “cittadini”.

Ovunque emigrino, le comunità musulmane mirano a imporre la propria fede, favoriti dalla tolleranza religiosa e dal pluralismo dei paesi occidentali. Una tutela che viene sfruttata per creare veri “ghetti volontari”, nei quali i caratteri identitari finiscono per essere estremizzati, favorendo un’opposizione frontale con la società ospite.

10 - La condizione della donna nelle società islamiche è inaccettabile per l'Occidente

La contestazione dell'Islam come religione misogina passa per due temi: la tendenza nei paesi islamici più occidentalizzati a riconoscere la parità di diritti e, all'opposto, studiosi di gender studies notano come il velo sia uno strumento con il quale le donne si appropriano di uno spazio di visibilità pubblica e rivendicano una propria individualità nell’ambito del “femminismo islamico”.

L'immagine della donna velata, costretta a coprire il proprio corpo stride con l'ideale di emancipazione femminile occidentale. L'Islam è percepito come religione che umilia la donna, reputandola inferiore al maschio e giustificando una legislazione che ne limita i diritti. La parità tra uomo e donna è ostacolata da un modello di donna sempre vista in relazione all’uomo: madre, moglie, sorella.

11 - L'iconoclastia degli islamisti minaccia la memoria storica dell'intera umanità

L’iconoclastia è da riconoscere anche nei cristiani. Essi, infatti, devastarono Costantinopoli del 1204 e distrussero il complesso monumentale del Serapeo di Alessandria d'Egitto sul finire del IV secolo. Dunque, non solo all'Islam, ma al lato estremista di ogni fede vanno imputati simili comportamenti. Tale violenza invita a rileggere l'iconoclastia religiosa come atto di iconoclastia politica.

L'aniconismo islamico, il divieto di produrre immagini, motiva la distruzione di monumenti, complessi templari e reperti archeologici di svariate religioni e civiltà, risalenti a periodi precedenti l'islamizzazione. Molti monumenti sono andati distrutti in quanto idoli proibiti, con grave danno alla memoria storica dell'umanità intera.

12 - L'Islam radicale è equiparabile al fascismo

La dimensione politica totalizzante dell'Islam radicale lo rende paragonabile al fascismo e altre dittature totalitarie. L'estirpazione di queste ideologie ha reso necessaria una vera rieducazione civile delle generazioni che erano state cresciute e indottrinate secondo i loro dettami; un'analoga azione culturale è invocata per le seconde generazioni di musulmani immigrati in Europa.