Petrolizzazione dell'Italia

Il costo dell’energia, la disponibilità e la sicurezza degli approvvigionamenti, rappresentano elementi chiave per favorire la ripresa economica. La produzione di idrocarburi rappresenta un delicato terreno di dibattito in termini di sostenibilità ambientale, profili di rischio e attualità delle strategie, coesistente con la questione della competenza istituzionale in materia.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - La petrolizzazione non comporta profili di rischio sismico

La correlazione tra le attività di estrazione di idrocarburi mediante fracking e i terremoti è stata smentita da più parti. Il fisico Enzo Boschi e il Laboratorio di Monitoraggio Cavone hanno sottolineato l’assenza di un legame di causalità tra il sisma che ha colpito l’Emilia Romagna nel maggio 2012 e l’attività d’estrazione di idrocarburi nella zona di Mirandola.

La tecnica del fracking può comportare elevati rischi di terremoti, specie in zone sismiche. Studi realizzati da gruppi di ricerca di rilievo internazionale dimostrano una correlazione tra l’utilizzo della tecnica del fracking e l’aumento del rischio sismico. In Italia è stata istituita una commissione per verificare l’impatto del fracking sul terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2012.

02 - La petrolizzazione non comporta elevati profili di rischio ambientale

Sergio Morandi, amministratore delegato della Medoilgas Italia, ha affermato: “Ci occupiamo di ricerca e produzione di idrocarburi: gas e petrolio. Il nostro è un settore con elevati livelli di rischio, non di carattere ambientale ma finanziario. Ricercare giacimenti è un’attività molto costosa che nella maggioranza dei casi non porta ai risultati sperati”.

L’ex commissario per la tutela delle acque di New York, Al Appleton, ha dichiarato che il fracking porta a una contaminazione delle acque freatiche e, quando tornano in superficie, portano con sé materiali radioattivi che giacevano in profondità.

03 - La petrolizzazione non comporta un impatto paesaggistico negativo e ripercussioni sulle attività turistiche

Le piattaforme presenti lungo la costa adriatica non sembrano avere minimamente inciso sulle attività turistiche, mentre i livelli di sicurezza raggiunti e le tecnologie impiegate permettono una tutela pressoché assoluta del paesaggio.

Oltre ai profili di rischio, restano dubbi circa la compatibilità delle attività di estrazione con le attività turistiche e con la tutela del paesaggio. Il litorale coinvolto nella Strategia Energetica Nazionale (SEN) è infatti vocato al turismo, che potrebbero costituire un futuro volano per le economie locali. La petrolizzazione porterebbe a distruggere quel patrimonio paesaggistico.

04 - La petrolizzazione rappresenta una scelta di politica energetica assolutamente inattuale

Matteo Renzi, in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, ha ribadito la crucialità dello sfruttamento degli idrocarburi nazionali: “È impossibile andare a parlare di energia e ambiente in Europa se nel frattempo non sfrutti l’energia e l’ambiente che hai in Sicilia e Basilicata […] potrei raddoppiare la percentuale di petrolio e del gas in Italia a dare lavoro a 40mila persone”.

Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, denuncia l’obsolescenza della strategia energetica italiana, che dovrebbe puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica. Posizione, questa, ribadita anche da Legambiente, Greenpeace, WWF Italia e una lunga lista di scienziati.