Chiusura dell’Ilva

Nel 2009 lo stabilimento Ilva di Taranto viene commissariato a seguito di indagini giudiziarie riguardanti l’impatto sulla salute e sull’ambiente delle emissioni fuori norma degli impianti. Il dibattito si articola considerando sia gli illeciti ambientali e i relativi pericoli, sia la ricaduta economica e occupazionale della chiusura di un'azienda italiana leader nel settore.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - La soluzione dell’intervento pubblico per salvare dalla chiusura rappresenta una soluzione strategica vista l'importanza della produzione siderurgica

La chiusura dell'Ilva ha un impatto non solo a livello locale, ma anche nazionale. La sua trasformazione in società pubblica è strategica. Quella creatasi a Taranto è un’emergenza sociale, visti i numeri dei lavoratori, e l’intervento pubblico è l’unico in grado di salvaguardare i diritti dei lavoratori coinvolti e la residua capacità produttiva dell’azienda.

I contrari alla nazionalizzazione dell’Ilva la vedono un esproprio senza indennizzo, che avrebbe un impatto negativo sui crediti vantati nei confronti dell’Ilva, la cui solvibilità sarebbe messa a rischio. Sarebbe stata preferibile la soluzione privata. Per le associazioni ambientaliste la nazionalizzazione rischia di lasciare irrisolto il tema delle responsabilità per i reati ambientali.

02 - Non è sostenibile l’esclusiva prevalenza della tutela ambientale per giustificare la chiusura dell’Ilva

La chiusura dell’Ilva apre un contrasto tra produzione, diritto al lavoro e tutela ambientale. L’ambiente è prioritario rispetto allo sviluppo economico, non solo per la sua importanza, ma anche perché l'iniziativa economica privata non può contrastare con l'utilità sociale, la sicurezza, la dignità umana. Bisogna adottare misure che eliminino ogni tipo di rischio per l’ambiente e la salute.

Molti ritengono che sia inammissibile che un’industria italiana così importante debba essere chiusa senza alternative per un problema di compatibilità ambientale. Da parte politica ciò si è tradotto in un accordo firmato, che mira a individuare soluzioni che tutelino insieme occupazione e sostenibilità produttiva.

03 - La chiusura dell’Ilva rappresenta l’unica misura risolutiva per rispettare la normativa europea in materia ambientale

La Commissione europea ha avviato, nel 2013, una procedura di infrazione contro l’Italia per l’Ilva di Taranto, poiché lo Stato italiano non garantirebbe il rispetto delle prescrizioni. L’Associazione ambientalistica PeaceLink condivide l’orientamento europeo circa la necessaria chiusura delle stabilimento di Taranto, che rappresenta una minaccia per l’ambiente e la salute dei cittadini.

In Europa questioni come quelle dell’Ilva sono state risolte, mantenendo le acciaierie vicine alle città. Nessuno Stato vuole chiudere stabilimenti efficienti e produttivi. La salvezza del comparto siderurgico italiano deve essere una priorità anche a livello europeo. Il problema dell’Ilva può essere risolto con investimenti adeguati che possano garantire una produzione senza impatto ambientale.

04 - La scelta del governo giallo-verde di non chiudere l’acciaieria Ilva è dettata dalla volontà di tutelare migliaia di posti di lavoro