Pasolini, un omicidio politico

Pier Paolo Pasolini venne ucciso tra il I e il 2 novembre del 1975, picchiato e investito con la sua auto all’Idroscalo di Ostia. Fu condannato Pino Pelosi, “ragazzo di vita”. Ma la versione ufficiale non convinse. Alcuni hanno collegato la sua morte al romanzo-inchiesta Petrolio e al fatto che lo scrittore aveva accusato politici di collusione con le cosiddette stragi di Stato.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - L’omicidio di Pier Paolo Pasolini fu di matrice politica

Per molti è impossibile che Pelosi abbia agito da solo. Il delitto fu di matrice politica, per mettere a tacere un intellettuale scomodo, impegnato a far luce sulle torbide dinamiche di “Palazzo” e sugli intrecci di potere dietro le stragi. L’omicidio va dunque contestualizzato nella torbida atmosfera degli anni della strategia della tensione e delle stragi di Stato.

Il cronista Massimo Fini è tra coloro che non hanno mai accettato le tesi del complotto politico sull’omicidio di Pasolini. Anche Domenico Naldini, scrittore, regista e poeta, cugino di Pasolini, è stato un sostenitore della sentenza. Per Naldini il delitto va inquadrato nel torbido mondo della prostituzione omosessuale. Stessa interpretazione è data dallo scrittore Marco Belpoliti.