Movimenti indipendentisti e secessionisti europei

Il diritto di autodeterminazione dei popoli è un principio fondamentale del diritto internazionale in virtù del quale i popoli hanno diritto a decidere autonomamente del proprio assetto politico, economico e sociale. Presenti in quasi tutti gli Stati europei, i movimenti indipendentisti sono particolarmente attivi in regioni come la Scozia e la Catalogna. In Italia il più noto è la Lega Nord.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - L’indipendentismo non è conforme alla Costituzione italiana e ai princìpi del diritto internazionale

I movimenti indipendentisti esprimono il diritto dei popoli ad autodeterminarsi. Dal punto di vista del diritto internazionale una dichiarazione d’indipendenza non è in contrasto con il principio dell’integrità territoriale e d’indipendenza politica. La revisione del diritto di autodeterminazione nega che la nozione di “popolo” sia necessaria per ottenere l’indipendenza.

La rivendicazione dell’indipendenza contrasta con l’art. 5 della Costituzione, che proclama l’unità e indivisibilità della Repubblica. Nel diritto internazionale, l’autodeterminazione esterna dei popoli non è una regola, ma un’eccezione. Inoltre, con la nozione di popolo s’intende un “gruppo nazionale coeso”, condizione che manca in molti casi di rivendicazione dell’indipendenza.

02 - I movimenti indipendentisti garantiscono l’autodeterminazione

L’autodeterminazione è il primo diritto di ogni popolo e comunità politica. La possibilità di stare con chi si vuole stimolerebbe gli europei ad accostarsi con maggiore partecipazione alle questioni riguardanti l’autodeterminazione e incentiverebbe la concorrenza istituzionale, permettendo all’Europa di riscoprire le proprie radici in un localismo aperto al mercato e alla globalizzazione.

Per richiamare l’autodeterminazione devono sussistere due presupposti: il soggetto deve essere effettivamente un popolo e il governo al potere deve essere non rappresentativo e discriminante del popolo che aspira all’autodeterminazione. Le due condizioni non si realizzano nel caso della Padania, che è mera espressione geografica: non esiste un popolo padano distinto dal popolo italiano.

03 - I movimenti indipendentisti producono effetti disgregativi

I movimenti indipendentisti non sono disgregativi, ma rafforzano il processo di unificazione europeo attraverso l’affermazione della cittadinanza europea e dei suoi diritti. Si rafforza la legittimità della stessa UE quale garante di tali diritti e s’indebolisce la visione di un’Unione come associazione di Stati. Il riconoscimento dell’indipendenza produce, quindi, un rafforzamento dell’Europa.

I movimenti indipendentisti sono contrari all’integrazione europea. Col secessionismo molti Stati possono cadere sotto il controllo del malaffare e perdere attrattiva per gli investimenti. Qualcuno sostiene addirittura che la frammentazione dell’Europa è obiettivo delle più grandi potenze per farne un centro di potere delle oligarchie finanziarie.

04 - I movimenti indipendentisti sono espressione di forme di populismo

È un errore giudicare i movimenti indipendentisti come populisti. Alcuni segnalano la relazione tra crisi dello Stato e movimenti indipendentisti, evidenziando, però, la differenza tra questi movimenti e altri che nascono per insoddisfazione verso lo Stato: mentre i primi formulano proposte sostenibili sul piano istituzionale, i movimenti populisti si limitano a demolire l’esistente.

I movimenti indipendentisti si basano su un populismo che offre soluzioni semplici con l’illusione di risolvere problemi che potrebbero invece aggravarsi. Tale populismo, semplice e attraente, potrebbe avere conseguenze negative: non vi è infatti alcuno dei problemi della vita dei cittadini delle regioni che chiedono di separarsi che troverebbe miglioramento con l’indipendenza.

05 - Le rivendicazioni indipendentiste sono indotte dagli effetti della crisi economica

Gli studiosi ritengono che il primo motivo per cui viene chiesta l’indipendenza è di natura economica, principalmente legato al fisco. Nelle nazioni povere la crisi economica aggrava la percezione di disinteresse dello Stato centrale nei confronti delle Regioni che chiedono l’indipendenza.

Non esiste una correlazione tra crisi economica e rivendicazione indipendentista, poiché il sentimento separatista emerge proprio nelle regioni che hanno un alto grado di prosperità economica. Il benessere è visto infatti come prova di una “superiorità” etnica. Esistono dei rimedi alternativi alla secessione tra i quali la differenziazione dei livelli di autonomia e la lotta agli sprechi.

06 - Il dibattito sull’indipendentismo dimostra la necessità di una evoluzione verso l’Europa delle nazioni

I referendum per l’indipendenza rafforzano la democrazia, riaccendono il dibattito sulla legittimità dello Stato e sul consenso dei governati. La richiesta dei movimenti indipendentisti tutelano le identità nazionali non solo rispetto allo Stato di appartenenza, ma anche con l’Europa. Il futuro di quest’ultima è quello di una riconfigurazione di un’Europa dei popoli.

L’Europa è destinata a rimanere un’unione di Stati. Innanzitutto perché l’evoluzione dei movimenti indipendentisti non è irreversibile e perché l’idea di fondare una nazione è pericolosa. È necessaria la riconfigurazione dell’Europa in senso federalista, non per disgregazione statale, ma a partire da interventi dell’Europa per una perequazione delle risorse per aiutare le regioni più povere.

07 - Indipendenza della Catalogna