Università, abolizione del numero chiuso

Il Decreto Ministeriale n. 987 del 12 dicembre 2016 impone agli atenei determinati parametri da rispettare per tenere aperto il numero di iscritti. In molti sostengono che l'introduzione del numero chiuso in ogni facoltà rappresenterebbe una selezione meritocratica. Secondo altri, invece, il diritto allo studio deve essere garantito a tutti anche a livello universitario.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - L'abolizione del numero chiuso nelle Università garantirebbe a tutti il diritto allo studio e aumenterebbe il numero dei laureati in Italia

L'Università deve dare a tutti l'opportunità di iscriversi e applicare la vera selezione durante il corso di studio. L'abolizione del numero chiuso serve anche a combattere la carenza di laureati nel nostro Paese: l’Italia è penultima in Europa per percentuale di laureati. L’Università va aperta perché darebbe al nostro Paese la forza di competere per qualità nell’economia mondiale.

L'introduzione del numero chiuso è necessaria in ogni facoltà, dal momento che col Decreto Ministeriale n. 987 del 12 dic. 2016 il MIUR ha ridefinito il rapporto tra numero di studenti e numero docenti per poter accreditare i corsi di laurea, aumentando la qualità dei corsi. In più accettare tutti non serve ad aumentare il numero dei laureati: in Italia solo 55 su 100 arrivano alla laurea.