Flat tax

La flat tax è un’imposta ad aliquota unica e fissa, che risponde al criterio di proporzionalità. Per i sostenitori, la flat tax stimolerebbe la crescita economica e ridurrebbe l’evasione fiscale. I detrattori la ritengono incostituzionale, poiché essa non distingue le varie fasce di reddito, mentre l’articolo 53 della Costituzione stabilisce il criterio di progressività delle imposte.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - La flat tax riduce l’evasione fiscale

Secondo i dati del 2017, l’Italia è al sesto posto tra i paesi OCSE con la più elevata pressione fiscale. La combinazione di elevata tassazione e scarsi servizi pubblici genera evasione fiscale, tanto che l’Italia detiene il primato di evasione dell’IVA in Europa. Una flat tax attorno al 15-20% abbatterebbe la pressione fiscale e di conseguenza incentiverebbe gli evasori a pagare le tasse.

Evidenze empiriche dimostrano che i paesi nei quali è in vigore la flat tax hanno un’evasione maggiore rispetto a quelli che non l’hanno adottata. Quindi non c’è correlazione tra pressione fiscale ed evasione. Essa viene evocata da una parte della classe politica a fini propagandistici, per conquistare consenso. L’abbassamento delle tasse deve essere compatibile con il bilancio dello Stato.

02 - La flat tax semplifica il sistema fiscale, generando crescita economica

L’abbassamento delle tasse e la semplificazione del fisco innescano un circolo virtuoso di crescita dei consumi e degli investimenti, generando maggiore occupazione e recupero dell’evasione fiscale. Negli Stati Uniti la riforma fiscale del presidente Trump sta iniziando a influenzare positivamente i dati sulla crescita economica, sull’occupazione e sull’aumento degli stipendi dei lavoratori.

La flat tax incide negativamente sul bilancio dello Stato, provocando un aumento del debito pubblico. Con essa aumenterebbero le disuguaglianze sociali, dato che il maggiore risparmio fiscale ricadrebbe sulle classi ricche e solo in minima parte sui ceti medi e bassi. Questi ultimi sarebbero inoltre penalizzati da un taglio dei servizi pubblici, che seguirebbe al calo del gettito.

03 - La mancata progressività delle imposte penalizza i poveri e favorisce i ricchi

L’attuale fisco grava troppo sui redditi da lavoro rispetto ad altre forme di reddito, per le quali già esistono le flat tax: con una o con 100 case in affitto, la cedolare secca ammonta al 21%; per un investimento in btp, indipendentemente dalla somma, l’aliquota è sempre 12,5%. La flat tax combinata con una no tax area per le fasce più deboli risponde alle esigenze di solidarietà ed equità.

Le proposte di flat tax lasciano quasi invariata la situazione fiscale del ceto basso e medio, favorendo gli incapienti e le classi più agiate, che beneficerebbero di un notevole risparmio. Con una diminuzione delle entrate fiscali dei ricchi, ci sarebbero meno risorse per i servizi pubblici, utilizzati prevalentemente dai meno abbienti. Quindi si genera un aumento delle disuguaglianze sociali.

04 - La flat tax è incostituzionale

In ciascuna delle proposte di flat tax vengono applicati dei correttivi per garantire la progressività, con l’applicazione di “no tax area” per i redditi inferiori ad una certa soglia e con l’istituzione di deduzioni fisse su base familiare. Perciò la flat tax è pienamente compatibile sia con l’articolo 3 che con l’articolo 53 della Costituzione.

La flat tax è in contrasto sia con una parte dell’articolo 3 della Costituzione, che prescrive la rimozione degli ostacoli per il raggiungimento dell’uguaglianza socio-economica tra i cittadini, sia con l’articolo 53, che stabilisce la progressività del sistema tributario. Indirettamente, porterebbe anche alla demolizione dello Stato sociale, cui fa riferimento l’articolo 2.