Eutanasia

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - Il Parlamento è chiamato, in quanto rappresentanza democratica, a non eludere il confronto sulle tematiche relative al fine vita e a legiferare a riguardo

Il Parlamento deve affrontare il problema del fine vita, calendarizzando una discussione sul tema della legalizzazione dell’eutanasia e compiendo un’indagine sullo stato delle morti in Italia, con il fine di stilare una normativa sull’eutanasia.

La necessità di individuare elementi normativi sul tema dell’eutanasia non è tra i più urgenti problemi dello Stato italiano. Lo Stato non può legiferale su temi, come il fine vita, che toccano le più intime scelte del singolo e non gli compete il diritto di togliere la vita.

02 - La legalizzazione dell’eutanasia ne incentiverebbe l’uso: l’effetto slippery slope sarebbe dirompente

Il ricorso all’eutanasia è reale indipendentemente dalla sua legalizzazione. Rendendo questa pratica lecita non i malati terminali non ricorrerebbero ad essa fuori dalla legalità e le procedure eutanasiche sarebbero meglio controllate e gestite, richiedendo, da parte del medico e degli istituti che la praticano, una maggiore assunzione di responsabilità.

Legalizzare l’eutanasia ne comporterebbe un utilizzo più ampio, e finanche sconsiderato. Se tale pratica divenisse legale, il numero di persone che la richiederebbero, stimolate dalla sua legittimità, si accrescerebbe. Mantenere la pratica nell’illegalità, dunque, funzionerebbe da deterrente.

03 - Legalizzare l’eutanasia e il suicidio assistito comporta un incontrollato incremento di tipologie di persone coinvolte

Legalizzare l’eutanasia non determina necessariamente un ricorso più massiccio ad essa, poiché la libera volontà e la capacità di discernimento delle persone non ne sarebbe condizionata e poiché le istituzioni agirebbero in base a criteri che ne limiterebbero la portata.

Legalizzare l’eutanasia è il primo passo verso una trasformazione psicologica collettiva che deteriora il valore della vita. La pratica dell’eutanasia si diffonderebbe non solo tra i malati terminali ma anche a coloro che, in base a criteri vaghi o puramente economici, potrebbero essere considerati non degni di vivere, perché vecchi, depressi o costosi per la società.

04 - Non si possono valutare attendibili le dichiarazioni anticipate di trattamento del paziente

Le dichiarazioni anticipate sul trattamento sanitario in caso di futuro stato vegetativo hanno validità anche in tempi lontani dalla sua redazione, in quanto, all’atto della sua sottoscrizione, il soggetto era consapevole delle sue conseguenze a lungo termine.

Le dichiarazioni anticipate sul trattamento sanitario in caso di futuro stato vegetativo non assicurano il requisito della loro persistenza, ossia dell’attualità di queste nel momento in cui concretamente si determinino le condizioni per cui il medico debba intervenire.

05 - La sospensione degli alimenti e dell’idratazione viola il diritto all’assistenza

La somministrazione di alimenti e idratazione in pazienti in stato vegetativo ha un carattere terapeutico, perché soltanto i medici possono prescriverla e sottende conoscenze di tipo scientifico. Secondo quanto stabilità dall’art. 32 della Costituzione, il paziente deve avere il diritto di rifiutare quello che considera essere un accanimento terapeutico.

La somministrazione di alimenti e idratazione in pazienti in stato vegetativo è un atto assistenziale alla vita del paziente e non una terapia medica: può essere prescritta senza violare il diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico. La sospensione di tale trattamento è equiparabile all’eutanasia omissiva e non può essere decisa dal paziente nelle dichiarazioni anticipate di trattamento.

06 - La pratica dell’eutanasia entra in conflitto con la deontologia medica

Il medico si impegna a garantire una buona vita e, nel caso, ad alleviare le sofferenze dovute a stati vegetativi incurabili. Legalizzare l’eutanasia rafforzerebbe il rapporto di fiducia tra il paziente e il medico: il malato terminale potrebbe vedere nel medico colui che può recargli aiuto anche nell’emergenza di una scelta estrema.

L’eutanasia contraddice l’essenza stessa della professione e della deontologia medica nel suo nucleo paradigmatico: l’impegno alla difesa e al rispetto della vita umana. La legge punisce con la radiazione dall’albo quei medici che, attuando pratiche di eutanasia, disattendono alla propria missione procurando la morte.

07 - L’eutanasia è l’espressione massima del rispetto della dignità umana e della libertà di autodeterminazione