Putin è malato?
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Vladimir Putin, al potere in Russia da oltre vent’anni, è al centro di un singolare dibattito: il presidente è gravemente malato oppure no? L’assenza di informazioni ufficiali dettagliate sulla sua salute – tradizione ereditata dall’epoca sovietica – alimenta voci, indiscrezioni e speculazioni. Sin dall’inizio della sua carriera Putin ha proiettato l’immagine di un leader vigoroso e in buona forma, ma da anni circolano pettegolezzi e teorie complottiste su presunti problemi di salute che il Cremlino terrebbe nascosti. Le speculazioni hanno assunto toni globali soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina (febbraio 2022), quando ogni apparizione pubblica del presidente russo è stata analizzata al microscopio. Video in cui Putin appare rigido, affaticato o tremante hanno scatenato ondate di ipotesi sul Parkinson o su un cancro terminale, spesso amplificate dai social media. In alcuni casi, esponenti ucraini e fonti anonime hanno persino sostenuto che Putin potrebbe essere già morto e sostituito da un sosia, tesi mai provate e bollate come assurde dal Cremlino.

IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
L’indagine del team giornalistico “Proekt” ha rivelato che Putin è costantemente affiancato da un gruppo di medici specialisti: in particolare un chirurgo oncologo e almeno due otorinolaringoiatri.
Putin continua ad apparire in pubblico: riunioni televisive, colloqui, discorsi in occasioni ufficiali e visite sul campo. Ogni volta appare lucido e padrone di sé.
Alti funzionari ucraini (Budanov, Zelensky) e dissidenti russi affermano con sicurezza che Putin abbia un cancro terminale.
Senza fatti verificabili, le ripetute predizioni sbagliate indicano più la speranza di un collasso che una realtà imminente.
Video e foto mostrano Putin con segni che molti interpretano come sintomi di Parkinson, uso di steroidi o dolore cronico difficile da nascondere.
Fonti occidentali (CIA, MI6) confermano di non avere evidenze di malattie: Putin resta attivo e visibile.
Analisi biometriche (volto, voce) sostengono l’esistenza di doppi, fatto che si spiegherebbe con un peggioramento occultato della sua salute.
Intorno a Putin si susseguono medici personali e interventi sospetti e ha comportamenti anomali
I sostenitori di questa tesi affermano che “Putin è malato”. Puntano innanzitutto ai dati concreti emersi sulle sue cure mediche riservate. L’indagine del team giornalistico “Proekt” ha rivelato che negli ultimi anni Putin è stato costantemente affiancato da un gruppo nutrito di medici specialisti: in particolare un chirurgo oncologo (Evgeny Selivanov) e almeno due otorinolaringoiatri, oltre ad anestesisti e altri dottori, lo hanno seguito in decine di viaggi verso la residenza di Sochi. Documenti di volo mostrano che nel solo 2017 Selivanov lo raggiunse 35 volte, per un totale di 166 giorni accanto al presidente. Queste cifre suggeriscono un monitoraggio sanitario intensivo, compatibile – secondo gli esperti – con il trattamento di una grave patologia. “Proekt” sottolinea che la combinazione di oncologi e otorini è tipica delle terapie per un cancro alla tiroide, ipotesi ulteriormente corroborata dalla prolungata assenza pubblica di Putin nel settembre 2021: ufficialmente spiegata con la quarantena Covid, ma che fonti mediche hanno attribuito a “una procedura complicata legata a un problema tiroideo”. Inoltre, “Newsweek” ha riferito di informazioni d’intelligence USA secondo cui ad aprile 2022 Putin avrebbe subito un intervento chirurgico d’urgenza per rimuovere un tumore in stadio avanzato. Questa notizia – un vero “scoop” – ha fatto il giro del mondo e, sebbene sia stata smentita da Lavrov (il ministro si è sentito in dovere di intervenire pubblicamente, segno che il Cremlino ne temeva l’impatto), rimane come forte indizio. Il presidente russo ha accesso ai migliori medici e terapie, e quindi potrebbe curarsi discretamente per anni. Il silenzio assoluto su eventuali ricoveri o patologie viene letto come la prova che “c’è qualcosa da nascondere”. Del resto, Putin ha storicamente mantenuto la segretezza anche su problemi minori (ad esempio un serio infortunio alla schiena nei primi anni 2000 non fu mai rivelato), perciò – argomentano i sostenitori di questa teoria – figuriamoci se ammetterebbe un cancro. Il dispiegamento permanente di uno staff medico d’élite, unito alle indiscrezioni su operazioni chirurgiche clandestine, costituisce per questa tesi la prova che Putin stia combattendo una malattia severa e che il Cremlino abbia finora gestito la situazione in segreto, allontanando i sospetti con sporadiche apparizioni pubbliche ben calibrate.
Inoltre, l’analisi dettagliata di immagini e comportamenti anomali di Putin suggerirebbero uno stato di salute declinante. Sin dall’inizio della guerra in Ucraina (2022), osservatori e utenti dei social hanno notato diversi aspetti inquietanti: per esempio la scena del 21 aprile 2022 in cui Putin, incontrando il ministro Shoigu, rimane seduto con la schiena curva e stringe con forza il bordo del tavolo per tutti i 12 minuti di riunione. Questo gesto è stato interpretato come un modo per nascondere un tremore alle mani (compatibile con il Parkinson in fase iniziale). Nello stesso periodo il volto di Putin è apparso spesso gonfio e arrossato, dettaglio che medici occidentali hanno associato a terapie con steroidi o cortisonici – farmaci usati per trattare il cancro o altre malattie, che causano ritenzione idrica e la tipica faccia “lunare”. La speculazione è che Putin possa essere sotto chemio o terapia ormonale: ad esempio Joakim, capo analista dell’intelligence danese, ha dichiarato che Putin “probabilmente è stato sottoposto a trattamento ormonale per un tumore”, il che spiegherebbe i cambiamenti facciali. Un altro frame virale è quello della Parata della Vittoria del 9 maggio 2022 a Mosca, dove Putin – notoriamente fiero della sua immagine virile – sedeva con una coperta sulle ginocchia come un anziano fragile: anche questo ha colpito l’opinione pubblica, suggerendo che soffrisse il freddo più del normale, forse a causa di problemi di circolazione o debolezza generale. Andando avanti, a novembre 2024 un video lo mostrava mentre cercava di mantenere ferme le mani durante una cerimonia, con la gamba che tradiva un leggero tremolio: il funzionario ucraino Anton Gerashenko rilanciò la clip domandando retoricamente se Putin stesse nascondendo i sintomi del Parkinson. Subito dopo quel periodo, il presidente russo scomparve per due settimane dal video pubblico – un fatto eccezionale – e l’ufficio stampa annunciò che si trattava solo di “controlli medici di routine” terminati “senza problemi”. Alcuni trovano questa spiegazione poco credibile: a loro avviso, è più logico pensare che Putin avesse avuto un aggravamento (forse un intervento o un ciclo di cure pesanti) e che la nota dei “controlli routine” fosse fumo negli occhi. Un ulteriore indizio emerso a inizio 2023 riguarda la vista: Putin ha sempre evitato di portare occhiali in pubblico dicendo che “gli danno la nausea”, alimentando l’aura di infallibilità, ma a gennaio è stato filmato mentre leggeva un discorso con caratteri enormemente ingranditi sui fogli. Poco dopo, lui stesso ha ammesso che la sua acutezza visiva non è più 10/10 bensì “9 o 8 decimi”. Per i sostenitori del “Putin malato”, questa insolita ammissione tradisce che il presidente sta subendo i colpi dell’età e forse degli effetti collaterali di cure aggressive (ad es. alcuni farmaci oncologici possono danneggiare la vista). Tutti questi segni clinici indiretti – i tremori, la rigidità motoria, il viso paffuto, l’affaticamento evidente – vengono composti in un quadro coerente: Putin non sarebbe più nel pieno delle forze, anzi starebbe lottando contro un male che ne mina il fisico, costringendolo a ridurre le apparizioni e a modificare routine consolidate (come tenere incontri a distanza o seduto). Il Cremlino tenta di mostrare normalità, ma il corpo di Putin mostra segnali che alcuni interpretano come campanelli d’allarme inequivocabili di una grave patologia in corso.
Nina Celli, 7 ottobre 2025
Le smentite su Putin malato sono unanimi e il presidente russo è in pieno esercizio
Coloro che ritengono infondata la tesi della malattia di Putin fanno leva anzitutto sulle posizioni ufficiali e sulle valutazioni delle intelligence occidentali, che convergono nel negare qualsiasi evidenza di un problema serio di salute. Ogni qualvolta un rumor ha preso piede, il Cremlino è intervenuto immediatamente e con forza per smentirlo. Già nel marzo 2022 – a poche settimane dall’invasione dell’Ucraina, quando iniziarono a circolare ipotesi sullo stato di salute di Putin – il portavoce Dmitry Peskov dichiarò all’agenzia “AP” che la salute del presidente era “eccellente”, definendo letteralmente “assurdità” le voci in senso contrario. Da allora Peskov ha più volte ripetuto ai media che “va tutto bene con la salute di Putin”, bollando i rumor come fake news orchestrate dai servizi ucraini o anglosassoni per delegittimare Mosca. Queste dichiarazioni non sono semplici frasi di circostanza: provengono dal più stretto collaboratore comunicativo di Putin e impegnano la credibilità del Cremlino. Sergei Lavrov, ministro degli Esteri e figura istituzionale di primo piano, in un’intervista a “TF1” nel maggio 2022 fu altrettanto netto: “non credo che persone sane di mente possano vedere in questo uomo segni di qualche malattia o malessere”, aggiungendo che Putin “appare in pubblico ogni giorno”. Lavrov sottolineò che Putin continuava a parlare, incontrare funzionari e che le speculazioni erano “sulla coscienza di chi le diffonde”. Questa è la linea costante: negare recisamente. Quando a fine ottobre 2023 un canale Telegram anonimo (General SVR) ha diffuso la voce di un presunto arresto cardiaco notturno di Putin, il Cremlino non si è limitato a tacere: Peskov l’ha definita “una bufala assurda”, assicurando che il presidente “era in forma e stava bene”. Per i contrari, queste prese di posizione pubbliche – così categoriche – indicano che non c’è alcun segnale interno di emergenza sanitaria. Se Putin fosse davvero malato grave, probabilmente il Cremlino eviterebbe dichiarazioni assolute che potrebbero poi ritorcersi contro la sua credibilità. Invece Peskov e il governo sono netti nel negare problemi di salute: “giudicate voi dalle sue apparizioni”. E in effetti, Putin continua ad apparire regolarmente in pubblico: ha presieduto lunghe riunioni televisive, colloqui con leader stranieri (seppur al famoso tavolo lungo per precauzioni sanitarie), discorsi in occasioni ufficiali e visite sul campo (come nell’annessione delle regioni ucraine occupate, settembre 2022, o i viaggi a Mariupol e Rostov nel 2023). Ogni volta appare lucido e padrone di sé, senza esitazioni nelle parole né segni visibili di sofferenza acuta. Un altro elemento chiave è l’analisi delle intelligence occidentali, che dispongono di mezzi sofisticati per monitorare la salute dei leader stranieri (dalle intercettazioni alle immagini satellitari delle cliniche). Finora, queste agenzie hanno smentito qualsiasi riscontro di malattie. Emblematica è la frase del direttore CIA William Burns al Forum di Aspen (luglio 2022): “Ci sono molti rumor sulla salute di Putin, ma per quanto possiamo dire è fin troppo sano”. Questa affermazione, volutamente ironica, provenendo dal capo della spia statunitense più informato sulla Russia, vale molto agli occhi dei contrari: la CIA non avrebbe interesse a coprire Putin, anzi se ci fossero segnali li userebbe per propaganda. Il fatto che Burns abbia ridicolizzato le voci implica che non hanno nulla di concreto in mano. Anche dal Regno Unito arrivano conferme: Richard Moore, capo dell’MI6, ha dichiarato (luglio 2023) di voler smentire i rumor su Putin e che “non c’è alcuna prova che stia male”, definendo queste dicerie “solo fuffa” (Moore ha addirittura scherzato sul fatto che Putin fosse passato “troppo tempo su TikTok” a leggere fake). Inoltre, medici e specialisti indipendenti hanno spesso frenato le speculazioni diagnostiche a distanza: la testata tedesca “DW” ha raccolto pareri di dottori secondo cui “fare diagnosi da un video è impossibile e poco etico”, e finché Putin non mostra sintomi chiari e persistenti non si può affermare nulla di certo. In sintesi, chi sostiene questa visione argomenta che nessuna fonte autorevole e neutrale ha confermato problemi di salute a Putin. Al contrario, tutte le istituzioni rilevanti (Cremlino, agenzie occidentali) ripetono che “non c’è nulla che non vada”. Putin stesso mantiene un programma intenso: ad esempio nell’ottobre 2023 ha viaggiato in Cina e in due città russe nel giro di pochi giorni, senza apparenti difficoltà. Questo non è il comportamento di un malato grave. Dunque, la spiegazione più semplice è la più probabile: Putin è in condizioni pressoché normali per la sua età, e le voci sono solo voci.
Nina Celli, 7 ottobre 2025
Non possono essere solo illazioni: troppe voci di intelligence e oppositori si susseguono
La tesi favorevole trova ulteriore supporto nelle numerose dichiarazioni di insider, servizi segreti nemici e figure vicine al potere russo che, indipendentemente l’una dall’altra, convergono sul fatto che Putin avrebbe seri problemi di salute. In primo luogo, l’intelligence ucraina ha ripetutamente affermato che “Putin è gravemente malato di cancro”. Il generale Kyrylo Budanov, capo della GUR (servizio segreto militare di Kiev), ha rilasciato diverse interviste ai media occidentali (ad esempio “ABC News” e “Sky News”) sostenendo senza mezzi termini che Putin è malato terminale e che “morirà molto presto”. Budanov ha specificato di non basarsi su propaganda, ma su informazioni di intelligence concrete, e ha persino aggiunto dettagli – come che Putin sarebbe in “condizioni psicologiche e fisiche molto cattive”, suggerendo depressione o instabilità mentale come corollari della malattia. Anche il presidente Zelensky, probabilmente informato da questi rapporti, ha più volte lasciato intendere pubblicamente che il tempo di Putin è agli sgoccioli: emblematiche le parole pronunciate a Davos nel gennaio 2023, quando Zelensky ha detto di “non essere sicuro che Putin sia ancora vivo”. A marzo 2025, poi, Zelensky ha lanciato la previsione che “Putin morirà presto, e questa guerra finirà”, detta con tono assertivo quasi fosse una certezza. Dal lato russo, dissidenti e fuoriusciti hanno alimentato il fuoco: il nome più citato è quello di Valery Solovei, ex docente MGIMO e politologo con contatti interni, noto per diffondere retroscena sul Cremlino. Solovei già nel 2020 sostenne che Putin avesse il Parkinson e un cancro e che si sarebbe dimesso entro pochi mesi – cosa poi non avvenuta, minando un po’ la sua credibilità. Tuttavia, Solovei è tornato alla carica a fine 2022 e di nuovo nel 2023: ha dichiarato che “Putin è seguito da medici per un cancro in fase terminale e la fine è vicina”, spingendosi nell’ottobre 2023 ad affermare addirittura che il presidente era già morto e che il Cremlino ne usava un sosia. Sebbene Solovei abbia spesso fatto previsioni poi smentite, il suo insistere su una grave malattia oncologica viene considerato significativo, in quanto rifletterebbe rumors che circolano anche tra le élite russe. Un altro indizio clamoroso è arrivato da un presunto audio registrato di nascosto da un oligarca vicino al Cremlino (diffuso dalla rivista “New Lines” nel 2022): in quella registrazione l’oligarca afferma che “Putin è molto malato, ha una leucemia del sangue”, definendolo anche “fuori di testa” per la guerra. Un membro della cerchia ristretta che parla in questi termini, pur anonimamente, è visto come la conferma che anche all’interno del regime c’è consapevolezza del declino fisico di Putin. A corroborare la tesi vi sono poi valutazioni di ex agenti occidentali: ad esempio Christopher Steele, ex MI6 noto per il dossier su Trump, ha dichiarato a “Sky News” (maggio 2022) che fonti gli riferiscono di un Putin sia “seriamente malato” e che la sua salute “non è chiaro se sia terminale, ma certamente è un fattore in gioco” nella gestione della guerra. Analogamente, il generale polacco in pensione Waldemar Skrzypczak ha sostenuto pubblicamente che “Putin ha un cancro e sta morendo”. Queste prese di posizione evidenziano il fatto che molteplici attori indipendenti, con accesso a informazioni riservate, concordano sul quadro di un Putin malato grave. Pur senza prove documentali (cartelle cliniche, referti) – impossibili da ottenere visto il muro del Cremlino – le dichiarazioni incrociate dei nemici (ucraini), di talpe interne (oligarchi) e di veterani dell’intelligence delineano una narrativa coerente. Dunque, “non può essere un caso” che tutti dicano la stessa cosa: la spiegazione più semplice è che Putin effettivamente sia afflitto da una malattia seria, nota a varie intelligence, e che Mosca cerchi disperatamente di tenerlo segreto per evitare di apparire debole. Questa convergenza di voci informate alimenta la convinzione che “c’è del vero dietro i pettegolezzi”, conferendo alla tesi favorevole una parvenza di credibilità, oltre il semplice gossip.
Nina Celli, 7 ottobre 2025
Le fake news sulla salute di Putin sono dovute a propaganda nemica e wishful thinking
I critici della tesi “Putin malato” ritengono che molte delle voci siano alimentate da motivazioni politiche o da speranze, più che da fatti concreti. La Russia è impegnata in una feroce guerra – anche informativa – con l’Ucraina e l’Occidente. Far circolare notizie sulla presunta imminente morte di Putin può servire a minarne l’aura invincibile e sollevare il morale avversario. Non a caso, molte affermazioni allarmistiche provengono da funzionari ucraini. “Newsweek” evidenzia il caso del generale Budanov: uno storico occidentale, Sergey Radchenko, dopo aver sentito Budanov pronosticare la rapida morte di Putin, ha commentato di prendere queste parole “con un granello di sale, in quanto probabilmente intese come operazione psicologica”. In altre parole, Budanov potrebbe enfatizzare (o addirittura inventare) la malattia di Putin per demoralizzare i russi e galvanizzare gli ucraini, instillando l’idea che “basta aspettare, Putin morirà presto e vinceremo”. Questo meccanismo di “propaganda nera” non è nuovo: già durante la Guerra Fredda circolavano voci sull’infermità di capi sovietici come Brezhnev o Andropov, spesso ingigantite dall’Occidente per dipingerli come deboli. Nel contesto attuale, alcuni analisti ritengono che Kiev abbia tutto l’interesse a far credere che Putin sia condannato: mantiene alta la determinazione interna e forse semina il panico a Mosca. D’altra parte, esiste anche un fenomeno di wishful thinking diffuso tra i nemici di Putin, sia fuori che dentro la Russia. Il “Guardian” nota come molti critici di Putin “siano pronti ad abbracciare teorie di vendetta divina o colpi di Stato” pur di immaginare la sua fine. Ogni volta che Putin sparisce per qualche giorno o appare invecchiato, sui social e certi media oppositori rimbalza la speranza che “sia arrivata la sua ora”. Questa psicosi collettiva ha portato a numerosi falsi allarmi: la rivista “Legion” elenca decine di rumor negli ultimi 20 anni, da presunti ictus nel 2005 a tumori nel 2014, da attentati a malattie genetiche – “mai provati”. Eppure, ogni volta c’è chi ci crede e rilancia. Il motto di Mark Twain “la notizia della mia morte è grandemente esagerata” calza a pennello: Putin stesso, con pungente ironia, disse nel 2012 “mi hanno seppellito tante di quelle volte”. Nessuna delle numerose “profezie” di morte si è avverata finora: Solovei ha sbagliato tutte le previsioni (Putin non si è dimesso nel 2021, non è morto nel 2023 ecc.), Budanov già nel 2022 parlava di colpo di Stato in corso e leader malato ma un anno dopo Putin era ancora lì, Zelensky ha detto “morirà presto” ma mesi dopo Putin è più vivo che mai. Questo trend suggerisce che le fonti proponenti non siano affidabili. Anzi, c’è chi sostiene che il Cremlino stesso talvolta abbia alimentato ad arte qualche rumor per identificare talpe o compattare l’entourage: in passato, i servizi russi diffondevano false voci sui leader per vedere chi le riprendeva (tecnica per scovare traditori). Sebbene manchino prove che ciò sia accaduto ora, i contrari rimarcano la prudenza: se nessun organo indipendente conferma e se tutte le voci provengono da ambienti ostili (o poco seri, come tabloid e Telegram anonimi), è più logico pensare a una narrazione interessata. D’altronde, come nota “The New Statesman”, queste speculazioni ricordano la vecchia pratica della Kremlinologia, quando analisti cercavano indizi di salute dai comportamenti pubblici in mancanza di dati certi. Un terreno su cui è facile proiettare speranze e timori. Quindi, la mancanza di riscontri oggettivi e la provenienza “di parte” di molte notizie porta a concludere che “finché non vedrò un referto vero, non ci credo”. In pratica, la narrativa del “Putin moribondo” sarebbe un frame utile agli avversari ma privo di sostanza, mantenuto in vita dal desiderio di vedere la fine politica (e fisica) di Putin senza doverla ottenere sul campo di battaglia.
Nina Celli, 7 ottobre 2025
Putin appare sempre più debole
I fautori della tesi “Putin malato” sottolineano come gli sviluppi più recenti tendano ad avvalorare la loro posizione, mostrando un presidente russo in visibile declino fisico e preoccupato dalla propria mortalità. Un episodio simbolico è la visita di Putin a Pechino il 3 settembre 2025: in quell’occasione, mentre assisteva a una parata militare, è stato visto camminare con difficoltà, tanto che due uomini del suo staff lo sorreggevano sottobraccio. La scena è stata riportata da Massimo D’Alema, ex premier italiano presente all’evento, il quale ha dichiarato di aver visto Putin “molto affaticato, come l’ultimo Berlusconi” nel muoversi. L’immagine di un Putin stanco e sorretto ha colpito l’opinione pubblica: se confermata (D’Alema lo ha raccontato al “Corriere della Sera” con tono stupito), mostrerebbe che persino nelle occasioni ufficiali all’estero il leader russo non riesce più a nascondere la spossatezza. Nella stessa trasferta cinese, Putin ha avuto un colloquio informale con Xi Jinping in cui si è lanciato in una digressione sulle biotecnologie per prolungare la vita umana fino a 150 anni, dicendo che “a 70 anni oggi si è ancora bambini”. I sostenitori di questa visione interpretano questo interesse quasi ossessivo per l’immortalità come indice del fatto che Putin spera di avere più tempo possibile, forse perché consapevole di avere un orizzonte limitato. È un tema quasi filosofico, ma significativo: raramente Putin si era espresso su questioni di vita e morte, mentre ora – a 72 anni – ne parla con insistenza, segno che egli sente il peso dell’età e, magari, di una condizione medica preoccupante.
Un altro elemento recente è il continuo rinvio di appuntamenti tradizionali: ad esempio, Putin non tiene la conferenza stampa annuale dal 2022 e ha posticipato anche la Linea Diretta (il programma TV di domande e risposte con i cittadini) nel 2023, ufficialmente per motivi di agenda. I critici sostengono che eviti lunghe apparizioni in diretta per timore di cedere fisicamente (un malore in tv o un momento di confusione sarebbero disastrosi per l’aura del leader). Alcuni notano che nelle riunioni televisive appare più spesso seduto e con espressione tirata, rispetto al passato. Sul fronte bellico, Zelensky nel marzo 2025 ha lanciato la sua previsione più drastica – “Putin morirà presto, e la guerra finirà” – facendola suonare quasi come un fatto imminente. Questa dichiarazione, pur parte della retorica di guerra, è vista da alcuni come un’indicazione che anche l’Ucraina crede davvero a un indebolimento irreversibile del nemico. In parallelo, rumors di golpe interni a Mosca a metà 2023 (dopo la rivolta Prigozhin) sono stati messi in relazione da alcuni con lo scenario di un Putin malato e perciò vulnerabile nei confronti dei falchi del regime.
Infine, va evidenziata la solitudine crescente di Putin: si isola molto, partecipa meno ai consessi internazionali di persona (ha saltato il G20 e BRICS 2023 in presenza), segno che “non ce la fa più ai ritmi di prima”. Tutti questi indizi contemporanei rafforzano questa narrazione: il Putin del 2025 è l’ombra del leader energico di qualche anno fa, appare preoccupato del tempo, deve dosare le energie e non riesce sempre a mascherare i cedimenti (come confermato da testimonianze dirette). A loro avviso, è dunque plausibile che tali cambiamenti siano dovuti non solo all’età che avanza, ma a una patologia seria in corso, che negli ultimi mesi starebbe presentando il conto in modo sempre più visibile.
Nina Celli, 7 ottobre 2025
Non c’è nessun riscontro concreto che Putin sia malato
Un punto cardine dei contrari è che, ad oggi, non esista alcuna evidenza concreta e verificabile della presunta malattia di Putin. Tutto si basa su interpretazioni (di video, di agende di medici) e su fonti anonime o di parte, mentre nessun documento medico o conferma diretta è mai trapelato. Inoltre, in un sistema complesso come la Russia, sarebbe quasi impossibile nascondere per anni una patologia grave senza che nulla sfugga. Ad esempio, nessun membro dell’entourage – medici, infermieri, amministratori – ha mai passato ai media una cartella clinica o simili. In altri casi (si pensi all’infermità di Stalin nel 1953 o ai problemi di Yeltsin negli anni ‘90) qualche indizio tangibile emergeva, se non altro dopo la fine del mandato. Con Putin, sinora c’è stato silenzio assoluto. Analisti ammettono che il Cremlino è notoriamente segreto sulla salute dei leader: è un retaggio culturale sovietico, dove perfino le malattie di Brezhnev venivano taciute il più possibile. Però fanno notare che la segretezza, di per sé, non è prova di malattia: è la norma. Putin ha effettivamente coltivato un’immagine di vigore (per contrapporla al Yeltsin malato e alcolizzato), quindi anche piccoli acciacchi – normali per un uomo 70enne – vengono probabilmente celati o minimizzati. Ad esempio, il Cremlino non ammise mai che nel 2012 Putin aveva un serio problema alla schiena, eppure poi si seppe che portava un busto e aveva ridotto i viaggi. Questo mostra che il fatto che non dicano nulla non implica automaticamente un cancro, può essere anche un’ernia o pressione alta. Ci sono spiegazioni che chiariscono molti indizi senza ricorrere a scenari drammatici. Ad esempio, la cosiddetta “andatura da pistolero” di Putin (braccio destro rigido) è stata studiata su “BMJ”: non si tratta di Parkinson incipiente, ma di un riflesso condizionato frutto dell’addestramento da agente segreto, riscontrato anche in ex KGB come Ivanov e Sidorov. Insomma, Putin cammina così perché addestrato a muovere solo il braccio sinistro (lasciando il destro vicino alla fondina), non perché ha il morbo. I video in cui sembra irrigidito e afferra il tavolo? Medici come il dott. Michael Fremderman (citato da “Proekt”) suggeriscono che potesse soffrire di mal di schiena (una condizione cronica plausibile dati i traumi: cadute da cavallo, incidente di hockey nel 2017 in cui fece un ruzzolone sul ghiaccio). Putin stesso ha raccontato di quella caduta e di come si fece male. Quindi, il fatto che ora gesticoli meno o stia più attento potrebbe essere legato a dolori articolari o neuropatici, tipici dell’età. Sul viso gonfio, un analista danese ha ipotizzato che Putin avesse fatto una terapia ormonale per una forma tumorale minore, non terminale, e che questo spiegherebbe il volto paffuto. Ma ciò non significa che stia morendo: potrebbe aver affrontato un tumore curabile (ad esempio alla tiroide) con successo, e ora stare bene. Anche “Novaya Gazeta” in passato scrisse che Putin ebbe un tumore alla tiroide operato nel 2016, poi guarito – indiscrezione mai confermata, ma che andrebbe in senso non catastrofico. Sul fronte comportamentale: Putin ha effettivamente ridotto la presenza fisica e continua a preferire riunioni in video o con distanziamento. Ma ciò può essere dovuto alla sua estrema cautela sanitaria (ha una paura nota del Covid e delle infezioni). Ricordiamo che fece costruire tunnel di disinfezione per i visitatori a Mosca e isolare per due settimane chiunque dovesse incontrarlo di persona. Questa ossessione spiega i tavoli lunghi e le quarantene: non è necessariamente malato, anzi potrebbe essere in buona salute ma ipocondriaco. Alcuni citano anche l’articolo del “New York Times” che definiva la salute di Putin “oggetto di speculazioni luride e possibili propaganda di guerra”, ribadendo che i funzionari USA dicono che non ci sono prove che stia morendo. In un contesto del genere, finché non c’è prova, vale la presunzione di salute. Putin inoltre non ha mostrato vuoti di potere: al contrario, ha gestito eventi complessi (come la crisi del gruppo Wagner a giugno 2023) in prima persona, apparendo a distanza di ore in TV per bollare Prigozhin come traditore – performance difficile da immaginare per un malato terminale. Dunque, i rumors prosperano nel vuoto informativo, ma assenza di evidenza non è evidenza di malattia. Piuttosto, finora abbiamo “evidenza di assenza” di fatti concreti. L’atteggiamento critico è riassunto dalla frase di Katie Stallard (“New Statesman”) citata anche da “Legion”: “non c’è alcuna prova verificabile che Putin sia seriamente malato, tantomeno morto”. L’onere della prova spetta a chi sostiene che Putin sia malato, e finora tale prova non è arrivata. Tutto può essere (nessuno è immortale), ma fino a prova contraria Putin va considerato in salute. Anzi, alcuni ribattono che le voci potrebbero essere un “bumerang”: se dovessero rivelarsi false, rischierebbero di accrescere la percezione di invincibilità di Putin (che appare in pubblico per smentirle). Infine, i contrari evidenziano che anche in passato leader longevi sono stati dati per moribondi troppo presto: si pensi a Fidel Castro, di cui per decenni si disse che stava per morire di Parkinson o altro, e invece è sopravvissuto a lungo dopo il ritiro. Oppure allo Scià d’Iran, di cui CIA e Mossad ignorarono il linfoma fino a rivoluzione avvenuta – segno che a volte le malattie reali restano segrete, ma più spesso quelle immaginate non si concretizzano. È quindi necessario guardare i fatti concreti: Putin è ancora al comando, senza segni evidenti di collasso; tutto il resto sono voci non dimostrate. Finché la situazione resta questa, la tesi più credibile è che Putin non sia affetto da una malattia grave e che i rumor riflettano più i desideri e le percezioni dei suoi oppositori che la realtà dei fatti.
Nina Celli, 7 ottobre 2025
L’ipotesi che Putin utilizzi dei sosia confermerebbe i timori
Un argomento collaterale ma spesso citato dai sostenitori della tesi che Putin sia malato riguarda il presunto utilizzo di controfigure per le apparizioni pubbliche. Questa teoria, inizialmente relegata a blog cospirazionisti, ha guadagnato attenzione quando personalità di rilievo come Zelensky o Budanov l’hanno menzionata apertamente. Nel gennaio 2023, Zelensky ha dichiarato di “non essere sicuro che il Putin attuale sia quello vero”, alludendo al fatto che potrebbe essere un sosia. Budanov ha rincarato la dose sostenendo che il ricorso ai sosia è “questione aperta” e che la Russia userebbe “almeno tre Putin diversi” a seconda delle occasioni. Ma perché ciò avverrebbe? I sostenitori di questa teoria rispondono che sia proprio a causa delle condizioni di salute intermittenti di Putin. Se il leader ha giorni in cui è debilitato o in convalescenza, avrebbe senso – dal punto di vista del regime – “mandare un sosia al suo posto” per non destare sospetti. Si tratta di una pratica di cui si vocifera fin dai tempi di Stalin (anche lui avrebbe avuto dei doppi), ma che nel caso di Putin alcuni ritengono provata da diverse analisi biometriche indipendenti. La rivista canadese “Legion” riporta che esperti giapponesi hanno utilizzato software di riconoscimento facciale e vocale per comparare filmati di Putin: hanno riscontrato somiglianze estremamente basse (anche del 18%) tra il “Putin” presente a certi eventi e quello di riferimento, con differenze notevoli nei tratti del mento, dei lobi delle orecchie e perfino nell’uso della parola “spasibo” (grazie). Tali discrepanze li portano a concludere che “è altamente probabile che queste voci appartengano a persone diverse”. Anche l’intelligence ucraina afferma di aver identificato almeno due sosia di Putin, citando statura e gestualità variabili. Se questa teoria dei doppi fosse vera, sarebbe un fortissimo indizio a favore della grave malattia: significherebbe che Putin non è sempre in grado di apparire e che il Cremlino deve letteralmente “sostituirlo” in alcune occasioni. Ad esempio, quando a ottobre 2023 è rimbalzata la voce di un infarto di Putin seguito da un periodo incosciente, il Cremlino ha diffuso un video di lui a una riunione quel giorno stesso. I teorici dei sosia notano come in quel filmato il Putin mostrato fosse stranamente fresco e senza segni di malessere: “troppo in forma per uno che ha appena avuto un infarto”, insinuano, ipotizzando quindi si trattasse di un attore. Il Cremlino ha definito questa storia un “assurdo totale”, segno che il tema tocca un nervo scoperto. In sostanza, la controfigura viene vista come la prova che Putin non stia bene: se fosse in salute, perché mai usare un doppio rischiando uno scandalo? Alcuni ricordano inoltre che Putin stesso, in un’intervista del 2020, ammise di aver valutato l’uso di un sosia per ragioni di sicurezza in passato (poi rifiutato). Questa ammissione – unita alle voci attuali – fa pensare che la macchina del potere abbia quantomeno predisposto tale soluzione di emergenza. Chi crede alla malattia di Putin ritiene dunque che i sosia siano già in azione, mascherando i periodi di indisposizione o sostituendolo del tutto se la situazione precipitasse. È una tesi estrema, al limite del complotto, ma i suoi sostenitori la collegano logicamente al quadro: un regime autoritario pur di non mostrare debolezze farebbe di tutto, persino mandare un imitatore al posto del vero Putin. Questa possibilità viene citata per rafforzare l’idea che ci sia qualcosa di grave ai vertici russi – perché, dopotutto, se Putin fosse in piena salute non vi sarebbe bisogno di dubbi sulla sua identità. Dunque, l’enigma dei sosia altro non è che un tassello del puzzle che vede Putin seriamente malato e il Cremlino costretto a ingegnarsi per nasconderlo al mondo.
Nina Celli, 7 ottobre 2025