Nr. 257
Pubblicato il 18/05/2023

Carne coltivata (o sintetica)

FAVOREVOLE O CONTRARIO?

La carne coltivata, chiamata impropriamente “carne sintetica”, viene prodotta in laboratorio a partire da cellule animali. L’aggettivo “sintetica” è utilizzato prevalentemente nel linguaggio comune e in quello giornalistico. Il processo di produzione prevede il prelievo di cellule animali tramite biopsia e la successiva crescita all’interno di un terreno ricco di nutrienti. Le cellule staminali, che inizialmente non hanno alcuna specializzazione, con la crescita si differenziano diventando cellule muscolari: si tratta dello stesso processo di differenziazione che le cellule compiono all’interno di un organismo. Dall’unione delle singole cellule si genera un tessuto che darà quindi origine al prodotto finito. Per quanto riguarda il consumo di carne coltivata, in Unione europea si attende ancora il parere dell’EFSA (Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare) che dovrà esprimersi sulla sicurezza del prodotto. Negli Stati Uniti, invece, la FDA ha dato il via libera alla commercializzazione della prima carne di pollo prodotta in laboratorio. Anche a Singapore l’agenzia per la sicurezza alimentare ha certificato la sicurezza della carne sintetica per il consumo umano. In Italia, il 28 marzo 2023 il governo Meloni ha approvato un ddl che vieta la produzione e la vendita di alimenti e mangimi sintetici (DDL S. 651). Nel testo sono previste pesanti sanzioni amministrative per chi infrangerà i divieti.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

01 - La diffusione della carne sintetica ridurrebbe lo sfruttamento animale

Con la produzione di carne in laboratorio si risparmierebbero le vite di miliardi di animali e si eviterebbero le sofferenze degli allevamenti intensivi.

La produzione di carne sintetica richiede un intenso consumo di energia che a lungo termine potrebbe provocare un maggiore riscaldamento globale rispetto al sistema degli allevamenti tradizionali.

02 - La produzione di carne sintetica ha un impatto negativo sull’ambiente

Una produzione su larga scala di carne coltivata potrebbe risultare più impattante per l’ambiente rispetto alla tradizionale filiera della carne bovina.

L’impatto ambientale della produzione in laboratorio sarebbe decisamente inferiore a quello degli allevamenti intensivi. Ad avvalorare questa tesi ci sono diverse pubblicazioni scientifiche.

03 - La scelta del governo Meloni lascerà l’Italia indietro nella ricerca

Dopo l’approvazione del ddl che vieta alimenti e mangimi sintetici in Italia, molti politici ed esperti hanno criticato la scelta del governo, perché rischia di lasciare l'Italia indietro.

I rappresentanti della maggioranza di governo hanno difeso il ddl che bandisce produzione e vendita di carne sintetica in Italia, perché tutela i consumatori.

 
01

La diffusione della carne sintetica ridurrebbe lo sfruttamento animale

FAVOREVOLE

La maggior parte delle associazioni che si battono per i diritti degli animali si sono dichiarate favorevoli alla diffusione della carne sintetica sui mercati mondiali. Con la produzione di carne in laboratorio al posto della carne da allevamento si risparmierebbero le vite di miliardi di animali e si eviterebbero le sofferenze degli allevamenti intensivi. L’associazione Essere Animali ha criticato il ddl S. 651del governo Meloni che vieta gli alimenti e i mangimi sintetici, definendola una legge che va a sfavore del benessere animale e della tutela dell’ambiente. La PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) ha scritto una lettera ai ministri italiani per chiedere il ritiro del ddl. Secondo Mimi Bekhechi, vicepresidente di PETA, il modo migliore per aiutare il pianeta e gli animali è mangiare vegano, tuttavia, la diffusione della carne coltivata può contribuire a risparmiare a miliardi di animali la crudeltà degli allevamenti intensivi e una morte terrificante nei mattatoi. Anche Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) si è scagliata contro le scelte di un governo “sottomesso a categorie che sfruttano gli animali”.

CONTRARIO

Per i detrattori, la carne sintetica non sarebbe né etica né sostenibile per l’ambiente. Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana, spiega che alla produzione di carne sintetica è associato un intenso consumo di energia che a lungo termine potrebbe provocare un maggiore riscaldamento globale rispetto a quello che scaturisce dal sistema degli allevamenti tradizionali. Il processo di produzione necessita anche di grandi quantità di acqua e rilascia diverse molecole chimiche e organiche inquinanti per le risorse idriche. Secondo Coldiretti, inoltre, la produzione di alimenti coltivati non elimina la sofferenza degli animali, in quanto per produrli viene utilizzato il siero fetale bovino che si ricava dall’utero dei bovini di sesso femminile durante la macellazione. Anche la presidente di Slow Food Barbara Nappini sostiene che l’impatto della carne sintetica sull’ambiente sia tutt’altro che indifferente, a causa degli elevati consumi energetici dei bioreattori utilizzati per la sua produzione. Nappini ricorda, inoltre, che gli alimenti a base di carne coltivata sono iperprocessati, contengono spesso coloranti, aromatizzanti, addensanti e altri additivi.

 
02

La produzione di carne sintetica ha un impatto negativo sull’ambiente

FAVOREVOLE

Per i sostenitori della carne sintetica, l’impatto ambientale della produzione in laboratorio sarebbe decisamente inferiore a quello degli allevamenti intensivi. Ad avvalorare questa tesi ci sono diverse pubblicazioni scientifiche, tra cui uno studio del centro di ricerca indipendente Ce Delft, dove si sostiene che la carne coltivata potrebbe ridurre le emissioni di gas serra del 92%; potrebbe inquinare il 93% in meno, e ridurre del 95% il consumo di suolo e del 78% il consumo di acqua. Anche Il co-fondatore di Microsoft Bill Gates si è schierato a favore del consumo di carne sintetica per combattere l’inquinamento e i cambiamenti climatici. In un’intervista rilasciata alla rivista MIT Technology Review, Gates ha esposto le sue idee a riguardo, ricordando l’importanza di modificare al più presto le nostre abitudini a tavola. Secondo il nutrizionista Emiliano Bruni, si è arrivati alla necessità di produrre carne sintetica perché da un punto di vista ambientale i costi dell’alimentazione mondiale non risultano più sostenibili. In particolare, gli allevamenti intensivi hanno un impatto sia per le emissioni di gas serra, sia per le coltivazioni estensive di soia e di mais per i mangimi.

CONTRARIO

Una ricerca effettuata da un team di studiosi dell’Università della California ha ribaltato la tesi secondo cui la produzione di carne sintetica è meno impattante dal punto di vista ambientale. Secondo i calcoli dei ricercatori, una produzione su larga scala di carne coltivata con le tecnologie attualmente disponibili potrebbe risultare decisamente più impattante per l’ambiente rispetto alla tradizionale filiera della carne bovina. Molti dei detrattori della carne sintetica hanno fatto riferimento allo studio californiano per avvalorare le proprie posizioni. Tra questi, il presidente della Cia Agricoltori italiani, Cristiano Fini, e il sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo. Secondo Giuseppe Pulina, presidente dell’associazione Carni sostenibili e docente presso la facoltà di scienze agrarie e veterinarie dell’università degli studi di Sassari, i vantaggi ambientali della carne sintetica sono dubbi, in quanto i bioreattori sono macchine energivore e rilasciano anidride carbonica.

 
03

La scelta del governo Meloni lascerà l’Italia indietro nella ricerca

FAVOREVOLE

Dopo l’approvazione del ddl che vieta la produzione e la commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici in Italia, molti politici ed esperti hanno criticato la scelta del governo. Tra questi, Riccardo Magi di + Europa e il garante del M5s Beppe Grillo, che hanno accusato il governo di lasciare l’Italia indietro nella ricerca. Luca Galizia, avvocato esperto di diritto alimentare, definisce il ddl del governo Meloni “assurdo, inutile e non applicabile”. Dello stesso parere è Luigi De Nardo, fondatore del corso di laurea magistrale in Food Engineering del Politecnico di Milano, che ritiene il ddl pericoloso per il nostro Paese perché lo taglia fuori dalla ricerca in un settore di fondamentale importanza per il futuro. Anche Good Food Institute Europe, centro di ricerca no profit che sostiene la ricerca sulle proteine alternative, e Cellular Agricolture Europe, l’associazione che rappresenta le start up, le aziende e i centri di ricerca sulla carne coltivata a Bruxelles, hanno aspramente criticato le scelte del governo Meloni.

CONTRARIO

I rappresentanti della maggioranza di governo hanno difeso il ddl che bandisce produzione e vendita di carne sintetica sul suolo nazionale. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha spiegato che nel ddl S. 651 non c’è alcun atteggiamento persecutorio, ma solo la “forte volontà di tutela della salute dei cittadini e delle persone che consumano". Stesse posizioni sono state espresse dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. Anche il senatore Giorgio Maria Bergesio, vicepresidente in Commissione Attività Produttive del Senato, si è detto contrario alla commercializzazione di alimenti sintetici. Per Bergesio, la produzione di carne coltivata comporta un alto costo energetico, l’utilizzo di risorse idriche importanti e risulta attualmente antieconomica. Soddisfatta del ddl anche Coldiretti (Confederazione nazionale coltivatori diretti), che ha lanciato una raccolta firme contro la commercializzazione della carne sintetica sul finire del 2022.

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