Nr. 248
Pubblicato il 03/02/2023

L’Italia deve continuare a inviare armi all'Ucraina

FAVOREVOLE O CONTRARIO?

Con il decreto legge n. 14 del 25 febbraio 2022 e il successivo decreto legge n. 16 del 28 febbraio 2022, l’Italia ha autorizzato la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina. L’invio delle armi ha frammentato l’opinione pubblica in due poli: da un lato vi sono coloro che chiedono di interrompere l'inoltro di armamenti in Ucraina e di spingere sul negoziato; dall’altro lato, invece, vi sono coloro che sostengono che le forniture belliche siano necessarie per consentire a Kiev di contrastare gli attacchi nemici. Per di più, il mondo politico italiano è diviso anche tra coloro che ritengono che non esistano alternative efficaci come quella dell’inoltro di armamenti e coloro che sostengono esistano ulteriori alternative rispetto all’invio di armi. La disposizione di inoltrare dispositivi militari ha inoltre aperto una discussione che riguarda la sua compatibilità con la Costituzione Italiana. Il provvedimento, a parere di svariati esperti di diritto, non viola l’articolo 11 della Costituzione, secondo il quale l’Italia ripudia la guerra; mentre, per alcuni costituzionalisti tale decisione non rispetta l’articolo 11. Per di più, all’Italia non conviene inviare armi all’Ucraina perché suddetta scelta ha avuto come diretta conseguenza quella di produrre forti rincari su bollette, carburanti e alimentari. D’altro canto, però, l’invio di armamenti ha reso l’industria della difesa italiana un fiore all’occhiello internazionale nel settore.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

L’invio delle armi ha frammentato l’opinione pubblica in due poli: da un lato vi sono coloro che chiedono di interrompere l'inoltro di armamenti in Ucraina e di spingere sul negoziato; dall’altro lato, invece, vi sono coloro che sostengono che le forniture belliche siano necessarie per consentire a Kiev di contrastare gli attacchi nemici.
01 - L’Italia deve continuare a inviare armi all’Ucraina

L’inoltro di armi si configura come indispensabile affinché l’Ucraina non ottenga la stessa forza militare della Russia e giungere così a un negoziato credibile.

Gli attacchi indiscriminati contro aree e infrastrutture civili hanno causato perdite di vite umane. In molti affermano che inviare armi significa alimentare sempre di più un conflitto che continua a causare morte, spostamenti e sofferenze su vasta scala.

02 - Esistono alternative ben più efficaci rispetto all’invio di armi

Diversi personaggi del mondo politico e sociale individuano alternative ben più efficaci rispetto all’inoltro di armi, come continuare con le sanzioni, garantire aiuti economici per la ricostruzione, incentivare le manifestazioni per la Pace.

In molti ritengono che non esistano alternative efficaci all’inoltro delle armi per poter contribuire a risolvere il conflitto russo-ucraino: le sanzioni di tipo economico verso la Russia non sono efficaci e le manifestazioni si sono rivelate inutili.

03 - L’invio di armi all’Ucraina è incompatibile con la Costituzione Italiana

L'invio di armi ha sollevato un acceso dibattito tra i costituzionalisti. In particolare, gli aspetti critici dei provvedimenti normativi riguardano il mancato rispetto dell’articolo 11 della Costituzione.

Il provvedimento sull'invio di armi non viola l’articolo 11 della Costituzione, secondo il quale l’Italia ripudia la guerra; anzi, è perfettamente in linea sia con la Carta costituzionale sia con le norme sovranazionali.

04 - Inviare armi è conveniente per l’Italia

La produzione di armi ha reso l’industria della difesa italiana un fiore all’occhiello internazionale nel settore. L’invio delle armi all'Ucraina contribuisce a far guadagnare all’Italia un posto di spicco a livello internazionale.

L’Italia invia armi all’Ucraina per contrastare uno dei Paesi al mondo da cui essa dipende maggiormente per materie prime e risorse, con evidenti rincari nelle bollette. Inoltre, c'è il rischio che una parte degli armamenti inviati finisca in vendita sul mercato nero.

 
01

L’Italia deve continuare a inviare armi all’Ucraina

FAVOREVOLE

Tra il febbraio e il marzo del 2022, la Camera e il Senato italiano hanno autorizzato la cessione di armamenti all’Ucraina. Diversi esponenti politici supportano tale scelta in quanto le forniture belliche sono – secondo il loro parere – necessarie per consentire a Kiev di opporsi e contrastare gli attacchi nemici. L’inoltro di armi si configura come indispensabile affinché l’Ucraina non ottenga la stessa forza militare della Russia. A quel punto, lo stallo nel conflitto renderebbe possibile il negoziato e il cessate il fuoco. In tal caso, l’invio di armi sarebbe sospeso una volta raggiunta la parità delle forze sul campo e si aprirebbe una finestra per un negoziato, che ad oggi non sembra essere possibile. Per giungere a un negoziato bisogna per prima cosa raggiungere un certo equilibrio, il che significa che il potere della Russia deve essere ridotto al minimo e la posizione dell’Ucraina rafforzata. L’invio delle armi è necessario per evitare che la Russia affermi un sistema in cui i confini sono disegnati con la forza e dove la guerra diventa un modo accettabile per espandere la propria area d’influenza.

CONTRARIO

Con il  decreto-legge n. 14 del 25 febbraio 2022, l’Italia ha autorizzato la cessione di armamenti in favore delle autorità governative dell'Ucraina; tale disposizione ha permesso l’inoltro di sei pacchetti di forniture belliche. Ma la vera alternativa all’invio delle armi – secondo diversi esponenti politici – è la trattativa. Perché, smettere di inviare armi significa affermare le ragioni della vita contro quelle della morte, in quanto la maggior parte delle vittime nei conflitti armati sono civili. Gli attacchi indiscriminati contro aree e infrastrutture civili hanno causato perdite di vite umane. Svariati politici affermano che inviare armi significa alimentare sempre di più un conflitto che continua a causare morte, spostamenti e sofferenze su vasta scala. In realtà, gli Stati dovrebbero risolvere le dispute internazionali attraverso mezzi pacifici e in forme tali da non mettere in pericolo la pace, la sicurezza e la giustizia internazionali. Dunque, la soluzione è quella di lavorare sulla mediazione diplomatica piuttosto che sull’inoltro di armamenti.

 
02

Esistono alternative ben più efficaci rispetto all’invio di armi

FAVOREVOLE

Diversi esponenti politici ritengono che non esistano alternative efficaci all’inoltro delle armi per poter contribuire a risolvere il conflitto russo-ucraino. Infatti, in molti sono certi che le sanzioni di tipo economico verso la Russia non siano efficaci e danneggino l’economia italiana. Gli stessi cortei di pace si rivelano del tutto inefficaci e non contribuiscono a creare un clima favorevole alla negoziazione. Non esistono, quindi, alternative efficienti come quella dell’invio delle armi all’Ucraina per poter cooperare a sciogliere il conflitto. Con la sospensione dell’inoltro dei dispositivi bellici, l’Italia contribuirebbe a consegnare l’Ucraina alla Russia in poco tempo. Inviando armi, invece, l’Italia favorisce la sua resistenza e la possibilità di arrivare a un accordo.

CONTRARIO

Diversi personaggi del mondo politico e sociale individuano alternative ben più efficaci rispetto all’inoltro di armi, per poter contribuire a fermare il conflitto. Le soluzioni, indicate da diversi esponenti politici sono diverse; in primo luogo, le sanzioni economiche alla Russia. Queste ultime stanno avendo un potente effetto sull'economia russa anche se i fornitori di disinformazione del Cremlino spingono la narrativa secondo cui le sanzioni internazionali non hanno alcun effetto significativo.
Ad ogni modo, esistono ulteriori alternative come quella di smettere di inviare armi a Kiev e iniziare a dare aiuti economici per ricostruire le città devastate dal conflitto. Un’altra proposta è quella di dare vita a manifestazioni per la pace ed estenderle quanto più possibile; queste ultime possono contribuire a creare un clima di fiducia sufficiente per avviare i negoziati.

 
03

L’invio di armi all’Ucraina è incompatibile con la Costituzione Italiana

FAVOREVOLE

L’invio di armi all’Ucraina ha aperto una discussione che riguarda la compatibilità con la Costituzione Italiana. Secondo le interpretazioni di diversi esperti di Diritto, una tale decisione si presenta costituzionalmente legittima. Il provvedimento non viola l’articolo 11 della Costituzione, secondo il quale l’Italia ripudia la guerra; anzi, è perfettamente in linea sia con la Carta costituzionale sia con le norme sovranazionali. Infatti, il ripudio della guerra di aggressione è collegato strettamente agli articoli 51 e 52 della Carta ONU, incentrati sulla legittima difesa dei paesi aggrediti e danno un ruolo alle organizzazioni come l’UE e la NATO. È in questa chiave, secondo diversi esperti, l’Italia è intervenuta per sostenere la legittima difesa degli ucraini. 

CONTRARIO

I decreti-legge con cui il governo italiano ha autorizzato la cessione all’Ucraina di mezzi e equipaggiamenti militari hanno sollevato, tra gli esperti di Diritto, diverse questioni giuridiche riguardanti la legittimità costituzionale di tali disposizioni. In particolare, gli aspetti critici di suddetti provvedimenti normativi riguardano il mancato rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, in cui è sancito che l’Italia ripudia la guerra. Secondo il parere di diversi costituzionalisti, inviare armi non è consentito dalla Costituzione Italiana; l’inoltro di dispositivi bellici dovrebbe essere consentito da accordi internazionali ma nel caso della guerra in Ucraina, non sussiste alcun obbligo derivante da un accordo internazionale, non essendo il Paese aggredito un membro dell’alleanza NATO. Secondo, l’interpretazione di giuristi, le controversie internazionali devono essere risolte per via negoziale, nel pieno rispetto della Carta costituzionale.

 
04

Inviare armi è conveniente per l’Italia

FAVOREVOLE

La produzione di armi ha reso l’industria della difesa italiana un fiore all’occhiello internazionale nel settore. Infatti, Leonardo, di cui lo Stato italiano è il principale azionista, ha ricevuto fino ad oggi, a titolo di finanziamento per la difesa, una somma che ammonta a ben 28,7 milioni di euro. L’Italia sembra puntare sull’esportazione di armi, su investimenti nel settore degli armamenti e sui relativi ricavi, con un bilancio della Difesa che è in costante crescita. Ma c’è di più, l’invio delle armi contribuisce a far guadagnare all’Italia un posto di spicco a livello internazionale. Infatti, appoggiando l’inoltro di armi, l’Italia rilancerà la sua credibilità e difenderà così i suoi interessi. Inoltre, la Russia per scoraggiare i partner internazionali a fornire armi all’Ucraina ha dato vita a una operazione di propaganda diffondendo il pensiero che una parte del materiale spedito all’Ucraina finisca in vendita sul mercato nero.

CONTRARIO

L’Italia invia armi all’Ucraina per contrastare uno dei Paesi al mondo da cui essa stessa dipende maggiormente per materie prime e risorse. Questa decisione ha portato all’aumento dei prezzi delle forniture di gas naturale, con evidenti rincari nelle bollette. Energia elettrica, gas e beni rifugio non sono gli unici punti sensibili dell’economia europea; la guerra in Ucraina ha fatto impennare l'inflazione con rincari per bollette, carburanti e alimentari. Infatti, sono aumentati i prezzi di numerosi prodotti, in particolare gli alimentari, con un impatto negativo sui consumi e sulla capacità di spesa degli italiani. Per di più, l’ingente spesa per l’invio delle armi condotta dall’Italia potrebbe rivelarsi fallimentare in quanto i Paesi che sostengono Kiev non hanno i mezzi per tracciare il materiale militare che inviano all’esercito ucraino. Il rischio è che una parte del materiale inviato finisca in vendita sul mercato nero.

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