Nr. 247
Pubblicato il 19/01/2023

L’aumento dei prezzi dell’energia è frutto di speculazioni

FAVOREVOLE O CONTRARIO?

Dai primi mesi del 2022, l’Italia e gli altri Paesi europei stanno affrontando una vera e propria crisi energetica causata e alimentata da una congiuntura di fattori che sta mettendo a dura prova aziende e cittadini. L’aumento dei costi dell’energia elettrica è dovuto principalmente all’incremento del prezzo del gas sui mercati internazionali, che si è impennato dopo l’invasione militare russa in Ucraina e la conseguente risposta dell’Occidente. Ci sono però altri fattori che hanno innescato gli aumenti, iniziati prima dell’invasione del territorio ucraino da parte dell’esercito di Putin. Tra questi, gli effetti della pandemia sull’economia, fattori meteo sfavorevoli e altre tensioni geopolitiche internazionali in ambito energetico. Secondo molti, ad influire sull’andamento dei prezzi dell’energia c’è anche una forte componente speculativa. Per altri analisti, invece, il fattore speculazione, seppur probabilmente presente, non rappresenta la forza principale che spinge i costi energetici al rialzo.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

L’aumento dei costi dell’energia elettrica è dovuto principalmente all’incremento del prezzo del gas sui mercati internazionali, ci sono però altri fattori che hanno innescato gli aumenti.
01 - Il prezzo dell’energia è spinto da operazioni di tipo speculativo

Sono in molti, nel mondo politico, a denunciare manovre speculative all'origine dell'aumento dei prezzi dell'energia, a partire dal presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni.

Le azioni di tipo speculativo, seppur presenti, non rappresentano la forza principale che spinge i costi energetici al rialzo. A dimostrazione di ciò v'è l’assenza di quei segnali che tipicamente vengono associati alla speculazione.

02 - La Russia è responsabile degli aumenti dei costi energetici

I politici russi respingono le accuse dell’Occidente sui ricatti energetici. Sostengono, infatti, che Gazprom sta rispettando tutti i suoi obblighi contrattuali.

Sono in molti a ritenere che la Russia stia usando le forniture di gas come ricatto nei confronti dell’Unione Europea e come risposta alle sanzioni economiche, a partire dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

03 - Serve un tetto al prezzo del gas per fermare la speculazione

Tra i promotori più convinti di un tetto ai prezzi del gas russo ci sono Francia e Italia, ma anche Confindustria chiede da tempo un intervento di carattere politico per fermare la corsa dei prezzi del gas in Italia.

Sono in molti a dubitare di una reale efficacia del tetto al prezzo del gas. La preoccupazione maggiore è che questa strategia possa ritorcersi contro i paesi dell’Ue, poiché il gas russo potrebbe trovare nuovi acquirenti in Asia.

 
01

Il prezzo dell’energia è spinto da operazioni di tipo speculativo

FAVOREVOLE

Diversi politici ed economisti ritengono che alla base degli aumenti energetici ci siano delle forti azioni di tipo speculativo. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuto in più occasioni sul tema della crisi energetica, sottolineando il ruolo centrale delle attività speculative nei processi in atto. Posizioni simili sono state assunte dall’ex ministro Aldo Cingolani, che ha parlato di “processo speculativo non connesso alla domanda e all’offerta”. Anche il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha parlato di speculazione, dicendosi preoccupato per la situazione energetica del Paese. Andrea Orlando del Partito Democratico, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del governo Draghi, si è invece rivolto alle aziende fornitrici di energia, esortandole ad abbandonare qualsiasi forma di speculazione sui prezzi dell’elettricità.

CONTRARIO

Secondo alcuni osservatori, le azioni di tipo speculativo, seppur probabilmente presenti, non rappresentano la forza principale che spinge i costi energetici al rialzo. A dimostrazione di questa tesi, viene messa in risalto l’assenza di quei segnali che tipicamente vengono associati alla speculazione. Mancherebbero infatti quei grandi acquisti che di solito caratterizzano le attività speculative sui mercati finanziari, mentre i volumi di compravendita non sembrerebbero aumentati nel periodo preso in esame. L’economista Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni e studioso di questioni energetiche e industriali, è convinto che l’ipotesi della speculazione sia eccessivamente semplicistica per spiegare l’anomalo andamento dei prezzi dell’energia. Uno studio di Intesa Sanpaolo ha invece accostato lo strappo dei prezzi più alla scarsità di offerta che alle manovre degli operatori speculativi. Secondo Matteo Villa dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) si sta facendo l’opposto di quello che andrebbe fatto per contrastare il caro-bollette.

 
02

La Russia è responsabile degli aumenti dei costi energetici

FAVOREVOLE

Sono in molti a ritenere che la Russia stia usando le forniture di gas come ricatto nei confronti dell’Unione Europea e come risposta alle sanzioni economiche. Per il giornalista de “Il Sole 24 ore” Roberto Bongiorni, che sta seguendo per il quotidiano il conflitto in corso in Ucraina, l’energia è la nuova arma russa contro l’Occidente. Anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea dal 1º dicembre 2019, ha parlato del ricatto energetico della Russia. Così come l’economista Alberto Clò, nel suo libro Il ricatto del gas russo. Ragioni e responsabilità. Infine, Marco Mayer, docente di Cyberspace and International Politics presso la Scuola Superiore Sant' Anna di Pisa, non ha dubbi: è stato Putin, con l’invasione dell’Ucraina, a far salire i prezzi di luce e gas.

CONTRARIO

I politici russi respingono le accuse dell’Occidente sui ricatti energetici. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha chiarito che la Russia non utilizza il gas come arma di ricatto politico, sostenendo che Gazprom sta rispettando tutti i suoi obblighi contrattuali. Lo stesso Vladimir Putin è intervenuto sulla questione dei prezzi energetici già in aumento prima dell’invasione dell’Ucraina. Il presidente russo ha respinto le accuse dei paesi dell’Unione europea, negando qualsiasi tipo di attività speculativa sui mercati del gas. Secondo Angelo D’Orsi, giornalista e politico di sinistra, candidato alle politiche del 2022 con Unione Popolare, sulla crisi energetica c’è stata una narrazione profondamente distorta dal sistema mediatico.

 
03

Serve un tetto al prezzo del gas per fermare la speculazione

FAVOREVOLE

L’Unione Europea si muove verso l’introduzione di un tetto al prezzo del gas russo. Il dibattito resta comunque aperto su modalità, termini e condizioni della misura, con posizioni spesso contrastanti anche all’interno dei paesi membri dell’Ue. Tra i promotori più convinti ci sono Francia e Italia. Anche Confindustria chiede da tempo un intervento di carattere politico per fermare la corsa dei prezzi del gas in Italia. Ne ha parlato Carlo Bonomi, presidente degli industriali, spiegando che servono interventi strutturali, tra i quali un tetto al prezzo del gas. Secondo Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, l’Unione Europea è responsabile di inadempienze e ritardi sulle politiche energetiche e in particolare sul price cup.

CONTRARIO

Mentre a Bruxelles si lavora per un’intesa sul price cup, continua il dibattito sull’utilità e sui rischi della misura. Sono ancora in molti, infatti, a dubitare di una reale efficacia del tetto al prezzo del gas. La preoccupazione maggiore è che questa strategia possa ritorcersi contro i paesi dell’Ue: il gas russo potrebbe trovare nuovi acquirenti in Asia e rinunciare al mercato europeo. L'ex amministratore delegato di Eni ed Enel, Paolo Scaroni, ha criticato l’idea di un tetto europeo al prezzo del gas, ritenendola di fatto irrealizzabile. Fulvio Fontini, docente di economia dell’energia presso l’Università di Padova, ha spiegato che un vero e proprio tetto ai prezzi del gas produrrebbe un eccesso di domanda e una conseguente mancanza di forniture sufficienti. Tra i paesi membri dell’Ue, la Germania è quello che ha mostrato le maggiori resistenze nel corso degli incontri in Commissione. Questa posizione, come ha sottolineato il cancelliere Olaf Scholz, è dovuta alle preoccupazioni sugli approvvigionamenti e al rischio che i paesi dell’Ue vengano tagliati fuori dalle forniture. Anche per il premier norvegese Jonas Gahr Støre, il tetto al prezzo del gas potrebbe ritorcersi contro chi lo impone.

E tu, sei favorevole o contrario? Esprimi la tua opinione!

Loading…
Loading…
Loading…
Grazie per la tua opinione
Condividi e fai conoscere la tua opinione
Loading…